Simonetta Cesaroni, delitto Via Poma: come è stata uccisa, indagati e aggiornamenti

Giorgia Bonamoneta

19 Ottobre 2023 - 17:56

Novità sul caso di via Poma. Dopo tre decenni un abili sembra essere caduto e un nuovo/vecchio nome potrebbe essere il sospettato numero uno. Cosa sappiamo sul caso riaperto.

Simonetta Cesaroni, delitto Via Poma: come è stata uccisa, indagati e aggiornamenti

Il caso di Simonetta Cesaroni, passato alla cronaca come il “caso di via Poma”, potrebbe vedere una svolta. Il caso irrisolto ha come protagonista una giovane donna di appena 21 anni, morta in circostanze strazianti.

L’omicidio di via Poma è stato una “croce” per molti. Lo stesso poliziotto che ha seguito il caso, Antonio Del Greco, ne ha parlato in questi termini per spiegare la lunga fase di indagine e l’altrettanto lunga fase giudiziaria senza soluzione. Le indagini, dopo tanto tempo in cui si sono arenate, potrebbero ora riprendere con una nuova svolta.

Le indagini riprendono a partire da una bugia scoperta, un abili caduto e che potrebbe riscrivere la storia del caso. È stata una persona a raccontare ad Antonio Del Greco la caduta dell’alibi, che sembra coincidere con accertamenti mai divulgati.

Omicidio di via Poma: chi era Simonetta Cesaroni

Simonetta Cesaroni rimarrà immortalata per sempre nelle foto che la ritraggono al mare, con il tipico look di una giovane degli anni ’90. Chi era davvero non è facile da raccontare. La sua famiglia e le sue amicizie la ricordano come una ragazza responsabile, una “brava ragazza”.

Dettagli che oggi, a oltre trent’ nni dalla morte, parrebbero non necessari da ricordare, ma che in realtà sono essenziali per capire l’omicidio. Cosa vuol dire che Simonetta era responsabile? Tale caratteristica del suo carattere la rendeva rintracciabile. I genitori ricevevano sempre una chiamata se faceva ritardo da lavoro e la sera dell’omicidio, dopo appena un’ora di ritardo, la famiglia aveva già capito che qualcosa non andava.

Ancora, l’essere responsabile le faceva seguire le regole dell’ufficio quasi alla lettera, tanto che non avrebbe mai aperto la porta a degli sconosciuti o saltato una telefonata di lavoro. Fatti che quel giorno accaddero.

Omicidio Cesaroni: cosa è successo a via Poma il 7 agosto?

La ricostruzione degli eventi di via Poma sono piuttosto chiari. Il 7 agosto Cesaroni si è recata nell’ufficio dove lavorava per svolgere l’ultimo giorno di lavoro prima delle ferie estive. Alle 16:37 accende il computer del suo ufficio e chiama una collega al telefono. Luigia la richiama alle 17:25 per comunicarle nuovi dati contabili da inserire.

L’arco di tempo successivo è quello dell’omicidio. Alle 18:30 Simonetta avrebbe dovuto chiamare il suo datore di lavoro Salvatore Volponi, ma la chiamata non avvenne. Volpini racconterà di aver pensato si fosse semplicemente dimenticata e non ci diede peso.

Alle 21 la famiglia si allarma. Simonetta era solita rientrare verso le 20/20:30 e così la sorella inizia a percorrere la strada dalla metro verso casa a ritroso per cercarla. Raggiunse Volponi per farsi dare la via dell’ufficio e verso le 23, accompagnata da altre persone, troverà la sorella morta in ufficio, al terzo piano della palazzina B di via Poma numero 2.

La morte di Simonetta Cesaroni: la scena del crimine e i sospettati

La parte più cruenta del racconto è quella relativa alla scena del crimine. Il corpo di Simonetta Cesaroni è stato ritrovato lontano dal suo ufficio, per metà spogliato. Si sospettò un tentativo di violenza sessuale, ma non vennero ritrovati segni a provarlo, se non un morso sul seno.

Cesaroni è stata uccisa con 29 colpi sparsi sul petto, dal seno alle parti intime inferiori. Inoltre le sue scarpe erano disposte ordinatamente da un lato. Antonio Del Greco ipotizza che Simonetta abbia tentato di prendere tempo togliendosi gli indumenti e sistemandoli con ordine.

Per l’omicidio di via Poma vennero presi in considerazione due sospettati principali. Il primo fu il portinaio, che aveva facilmente accesso all’edificio, il secondo fu il fidanzato Busco. Entrambi vennero scagionati per mancanza di prove. Le nuove indagini potrebbero ripartire da loro? Si tratta di un nome non nuovo, ma eliminato dalla lista dei sospettati per via di un alibi forte.

Il caso di via Poma viene riaperto: un nuovo sospettato dopo 30 anni

Le nuove indagini riaccendono la luce sul caso di via Poma. L’alibi, a distanza di anni, non sembra più valido. Antonio Del Greco ha lasciato trapelare che le nuove informazioni ricevute portano a un nome non indagato per via dell’alibi.

La nuova pista potrebbe essere una svolta e mettere finalmente la parola fine al caso, al contrario di altri omicidi irrisolti (vedi Marta Russo o Serena Mollicone).

Sul nome che ritorna dopo tanti anni sappiamo che è già nei documenti. L’omicida deve essere per forza una persona che conosceva il palazzo dove è avvenuto il fatto e deve avere il gruppo sanguigno di tipo A.

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