Plusvalenze: cosa sono, come funzionano e perché è stata condannata solo la Juventus

Alessandro Cipolla - Giacomo Andreoli

21/01/2023

Dopo la condanna alla Juventus e la penalizzazione in campionato, si torna a parlare di plusvalenze: cosa sono, come funzionano e perché vengono ritenute fondamentali per il Fair Play Finanziario.

Plusvalenze: cosa sono, come funzionano e perché è stata condannata solo la Juventus

Plusvalenze, ci risiamo. Tutti i dirigenti della Juventus sono stati condannati e la squadra ha subito una pesante penalizzazione in campionato, con la perdita improvvisa di 15 punti. In attesa del ricorso della società si parla già di “sistema Juve”, mentre alcuni polemizzano sul fatto che sia finita nel mirino della Corte federale d’appello della Figc solo questa squadra italiana, ricordando le vicende di Calciopoli.

Quella delle plusvalenze e delle minusvalenze nel calcio, infatti, è una storia vecchia, di cui si parla in ogni sessione di calciomercato.

Dopo le prime ondate di coronavirus, poi, i bilanci delle squadre di Serie A sono andati in crisi, tant’è che prima il governo Draghi e poi quello Meloni è intervenuto con sgravi fiscali miliardari. In questi anni, come dimostrerebbe il caso Juve, la questione plusvalenze sarebbe quindi esplosa anche per risanare i conti.

Vediamo allora perché la Juventus è stata penalizzata e cosa sono queste tante agognate plusvalenze e le temute minusvalenze, due fattori fondamentali specie per i club attenti a rispettare i paletti del Fair Play Finanziario.

Cosa sono le plusvalenze e le minusvalenze?

Anche se il calcio rimane sempre uno sport, non soltanto ai massimi livelli ma anche nelle serie inferiori avere un bilancio sano è ormai quasi più importante rispetto ai risultati poi ottenuti sul campo.

Ecco dunque che per le società realizzare delle plusvalenze ed evitare delle minusvalenze è diventato importante tanto quanto una vittoria. Non è un caso quindi che ormai da alcuni anni questi due termini ricorrano come un mantra quando si parla di calciomercato.

La plusvalenza è un incremento di valore, la differenza positiva fra due valori dello stesso bene riferiti a momenti diversi. Si tratta quindi della differenza tra prezzo di acquisto e prezzo di vendita di valori azionari lucrata da operatori di borsa e assoggettabile a imposta di ricchezza mobile.

La minusvalenza ha un significato quasi identico alla plusvalenza, soltanto che invece di “incremento di valore” e “differenza positiva”, si tratta di un “decremento di valore” e di una “differenza negativa”.

Perché si parla di plusvalenze nel calcio

Ma in che modo però questi due termini si rapportano con il calcio? Ogni acquisto o cessione di un giocatore non viene messo a bilancio nella sua interezza, ma viene distribuito in base alla durata di un contratto secondo la logica dell’ammortamento.

Per capire al meglio il funzionamento dell’ammortamento prendiamo a esempio il molto discusso trasferimento di Mattia Caldara dalla Juventus al Milan avvenuto nell’estate del 2018.

I rossoneri infatti all’epoca hanno acquistato il giocatore per 35 milioni, con il difensore che poi ha firmato un contratto di cinque anni con uno stipendio netto da 2,2 milioni a stagione.

Per capire quanto ha pesato l’arrivo di Caldara nel bilancio 2018/2019 dei rossoneri bisogna per prima cosa dividere l’esborso per il cartellino (35 milioni) per la durata del contratto (cinque anni). L’acquisto quindi ha avuto un impatto di 7 milioni ogni anno, ai quali poi si deve aggiungere lo stipendio lordo (4,07 milioni) per un totale quindi di 11,07 milioni.

L’acquisto di Caldara quindi quest’anno ha pesato in totale sulle casse del Milan per 33 milioni (40 del costo iniziale meno i 7 già oggetto di ammortamento), quindi se i rossoneri quest’anno lo avessero venduto a 50 milioni avrebbero realizzato una plusvalenza di 17 milioni oltre a risparmiare i soldi dell’ingaggio.

Il Fair Play Finanziario

Come abbiamo imparato a capire dalla vicenda Milan che era stata inizialmente esclusa dall’Europa League 2021, per poter partecipare alle Coppe la Uefa impone ai vari club europei di dover rispettare i vincoli del Fair Play Finanziario.

Nato nel 2009 per volere dell’allora presidente Michel Platini, il sistema è stato introdotto per cercare di tenere a bada i conti delle varie società spingendoli verso un’ottica di sostanziale autofinanziamento.

Ogni club quindi deve raggiungere il pareggio di bilancio, anche se è prevista comunque una piccola soglia di sforamento. Quello che non è più possibile fare è che il presidente di una squadra a fine anno tiri fuori diversi milioni per far quadrare i conti, un po’ come succedeva all’epoca dei vari Berlusconi e Moratti.

Chi non rispetta questi parametri viene punito, ma può comunque partecipare alle Coppe se intraprende un percorso triennale concordato con l’Uefa di rientro dentro i paletti stabiliti. Questo è il caso di Inter e Roma, mentre il Milan alla fine ha dovuto rinunciare per un anno all’Europa.

Nell’estate 2019 tanto si è parlato dei 45 milioni di plusvalenze che l’Inter doveva realizzare per rientrare nei parametri del Fair Play Finanziario. Questo perché i nerazzurri secondo il percorso concordato dovevano raggiungere il pareggio di bilancio per non incorrere in ulteriori sanzioni.

L’unico modo quindi per sanare in extremis il bilancio era quello di realizzare delle plusvalenze tramite le cessioni dei giocatori, obiettivo che alla fine è stato raggiunto grazie al sacrificio di numerosi giovani del vivaio.

Fare plusvalenze è quindi la nuova parola d’ordine per tutte quelle società che non vogliono incorrere nelle sanzioni imposte dalla Uefa, con gli aspetti finanziari di un club che ormai vanno di pari passo con il calcio giocato.

Plusvalenze, perché è stata condannata solo la Juventus?

La Corte federale d’appello della Figc ha tolto alla Juventus 15 punti in classifica, ben oltre la richiesta di 9 punti del procuratore, e inflitto pene molto pesanti ai suoi dirigenti. Sono quindi stati condannati all’inibizione temporanea (impedendo attività in ambito Figc, con la richiesta anche sul piano europeo e internazionale, quindi in riferimento a Uefa e Fifa): Paratici (2 anni e mezzo), Agnelli e Arrivabene (2 anni), Cherubini (16 mesi), Nedved (8 mesi). Sono poi stati condannati altri 6 dirigenti.

A dimostrare l’esistenza di un sistema sarebbero ore ed ore di intercettazioni dei dirigenti della Juventus: la manipolazione dei bilanci tramite le plusvalenze andrebbe avanti da anni e coinvolgerebbe l’acquisto di Cristiano Ronaldo nel 2018. Ora il calciatore prepara un’azione legale per 19,5 milioni contro la società. Nel mirino della procura anche la gestione economica di Stefano Sturaro, che sarebbe stato acquistato e poi rivenduto a un prezzo gonfiato al Genoa.

Gli altri 8 club coinvolti (Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Novara e Pescara) sono stati prosciolti. Contro queste squadre non sono state trovate sufficienti prove, mentre non erano coinvolte per mancanza di elementi di indagine altre big come Milan, Inter e Napoli.

Questa decisione fa molto discutere tra i tifosi della Juventus e i commentatori calcistici. La difesa della Juventus, che ora farà ricorso contro la sentenza, punta sulla disparità di giudizio rispetto alle altre squadre. La strategia è smontare l’ipotesi di sistema, insieme al tentativo di trovare un vizio di forma. Entro un mese si conoscerà il risultato del ricorso.

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