Pagamenti digitali: quale futuro ci aspetta?

Niccolò Ellena

29/06/2023

Lo scenario dei pagamenti digitali in Italia e nel mondo sta cambiando rapidamente. Ne ha parlato Valeria Portale del Politecnico di Milano durante il Netcomm focus digital payments.

Pagamenti digitali: quale futuro ci aspetta?

I pagamenti digitali da dopo la pandemia sono in ascesa, i dati ce lo dicono e gli esperti lo confermano. Inizialmente, nel 2020, molte persone pensavano che la crescita pagamenti digitale fosse colpa della pandemia, tuttavia, ora che l’emergenza è finita, emerge che il cambiamento è stato strutturale e non temporaneo.

Pagamenti digitali: la situazione italiana

Come mostrato da Valeria Portale, Direttore dell’Osservatorio Innovative Payments e Blockchain & Web3 del Politecnico di Milano, durante il Netcomm focus digital payments di Milano, sul totale dei consumi in Italia, la percentuale di transato con carte e wallet è aumentato in maniera continua a partire dal 2019.

In particolare, in quell’anno il totale pagato attraverso i pagamenti digitali è stato il 29%, poi il 33% (2020), il 38% (2021) e infine il 40% (2022).

Per quanto riguarda il transato coi pagamenti digitali, questo è passato in soli due anni da 269 miliardi di euro (2020) a 397 miliardi di euro (2022). Ad avere un impatto particolarmente importante sono state le transazioni contactless (47%), quindi quelle, per esempio con NFC.

Se da una parte questo aumento mette in risalto un dato incoraggiante, Portale ha messo in risalto anche un dato che si spera migliori nei prossimi anni: quello relativo alle transazioni pro capite con carta a livello europeo.

Questo dato, seppur risalente al 2021, mette in mostra quanto l’Italia ancora sia indietro rispetto ad ai Paesi che guidano la classifica. In questa classifica, l’Italia si trova al 24esimo posto su 27 con un valore di 114, mentre la graduatoria è guidata da Norvegia (393), Islanda (342) e Svezia (340).

Pagamenti digitali: sicurezza, identità digitale e pagamenti dilazionati

I pagamenti digitali non rappresentano un elemento fondamentale soltanto in Italia, ma in tutto il mondo. Durante il Netcomm focus digital payments, Valeria Portale ha messo in evidenza alcuni dei principali trend da tenere d’occhio.

Il primo è senza dubbio il BNPL, un metodo di pagamento che esiste da molto, ma che tuttavia ha guadagnato fama soltanto negli ultimi anni. «Una cosa che ci ha colpito - ha spiegato Portale - è che le persone rateizzano anche transazioni da 50 euro (quindi relativamente economiche) perché vivono un’esperienza molto semplificata».

In Italia il transato complessivo con il BNPL nel 2022 aveva un valore di 2,3 miliardi di euro, la maggior parte del quale proveniente da transazioni fatte online; mentre il valore dello scontrino medio rateizzato era di 135 euro.

Un altro fenomeno molto importante, il cui potenziale rimane per ora potenzialmente inespresso è quello delle open API (Application Programming Interface), anche conosciute come API aperte.

A fare da apripista in questo segmento è stato il Regno Unito, mentre il Brasile si è aggiunto più tardi alla corsa, raggiungendo comunque ottimi risultati. In Europa le API sono state condizionate fortemente dalla PSD2.

In soli due anni, le chiamate API di tipo AIS (Account Information Service) sono passate dall’essere 55 milioni (2020) a 236 milioni (2022); mentre quelle di tipo PIS (Payment Information Service) sono aumentate in poco tempo di quasi 6 volte: da 5,4 milioni nel 2020, a 29 milioni nel 2022.

Una terza innovazione molto importante è rappresentata dai digital wallet. Come ricordato da Portale: «l’identità digitale sta cambiando, il wallet sta diventando sempre più ricco di servizi e l’Europa ha preso una direzione chiara, quella di lavorare a un wallet europeo».

Al suo interno - ha spiegato l’esperta - si potranno conservare numerosi documenti, fra cui la patente di guida, il diploma universitario, ecc. il che consentirà all’utente di avere un maggiore controllo dei propri dati.

In passato, secondo Portale «la discussione sul digital wallet si concentrava sugli aspetti legati ai pagamenti, mentre oggi si fa riferimento ad esso soprattutto parlando di identità digitale».

Il quarto tema di cui sentiremo parlare nei prossimi anni è la Strong Customer Authentication (SCA). Con l’introduzione della PSD2 infatti, questa è divenuta necessaria per i pagamenti con carta, l’accesso all’home banking e le disposizioni bancarie.

Inizialmente, come spiegato da Portale, «la SCA ha avuto un impatto decisamente negativo: nel 2021 il 33% delle transazioni è stato declinato prima di essere completato; tuttavia, nel lungo termine, questa novità ha portato molti vantaggi in termini di sicurezza e di conseguenza di fiducia da parte dei clienti».

Il futuro: super app, CBDC e pagamenti innovativi

Il quinto trend prefigurato dalla Dottoressa Portale è quello delle super app, molto diffuse soprattutto in Cina con WeChat e Alipay. Queste superapp «molto attraenti per le big tech», come sottolineato l’esperta, integrano al loro interno un esiguo numero di servizi: social network, servizi di pagamento, marketplace e molti altri ancora.

Un’altra tendenza che potrebbe concretizzarsi nei prossimi anni è quella delle valute digitali (CBDC). La Cina, su questo tema è già molto avanti, ha infatti già svolto importanti progetti sul tema, rendendo ad esempio possibili i pagamenti in valute digitali durante le Olimpiadi invernali di Pechino 2022.

Per dare una dimensione concreta del livello di sviluppo delle valute digitali in Cina basta sapere che nel Paese sono già stati spesi quasi 14 miliardi di dollari in questo modo.

A questa tematica stanno guardando con grande interesse anche gli Stati Uniti, che attualmente stanno valutando il digital dollar. E l’Europa? Uno studio di fattibilità è iniziato nel 2021, tuttavia il percorso per arrivare all’euro digitale è ancora lungo e complesso. Quello che è certo, come affermato da Portale, è che la diffusione delle CBDC «avrà un effetto dirompente».

Infine, secondo la Dottoressa Portale, nei prossimi anni si diffonderanno gli IoT payments, ossia i pagamenti con i dispositivi connessi. L’esperta ha spiegato che «oggi facciamo i pagamenti con lo smartphone e con le carte, ma tra qualche anno li faremo con l’automobile o il frigorifero».

Su questa tematica sono stati particolarmente avanguardisti gli Stati Uniti, che nel 2021 erano il mercato con più automobili connesse a internet: ben 84 milioni, secondo Statista.

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