CBDC: cosa sono e come funzionano le valute digitali delle banche centrali

Dario Colombo - Claudia Cervi

05/12/2022

Le CBDC sono le valute digitali delle banche centrali. Vediamo come funzionano, quali sono le caratteristiche e quando entrerà in vigore quella europea

CBDC: cosa sono e come funzionano le valute digitali delle banche centrali

Le CDBC (Central Bank Digital Currency) sono la conseguenza dell’avvento della blockchain e della diffusione massiva delle criptovalute, fenomeni che hanno modificato gli equilibri di lungo periodo dell’ecosistema bancario e finanziario tradizionale.

Una rivoluzione tecnologica già accolta dagli operatori finanziari, che hanno integrato le soluzioni offerte dall’industria Fintech, meno dalle Banche centrali, che sono sì consapevoli dell’elevato potenziale, ma sono anche storicamente più lente nell’abbracciare l’innovazione digitale.

La necessità di riguadagnare la centralità perduta e la spinta a giocare un ruolo predominante nel mercato dei pagamenti digitali hanno quindi condotto le Banche centrali ad esplorare la possibilità di creare una nuova forma di denaro digitale, la CDBC.

In questo senso le CBDC sono la risposta alle nuove esigenze nate con la rivoluzione digitale. Ma le Banche centrali considerano le CBDC qualcosa di più di una semplice versione nativa digitale di banconote e monete tradizionali.

Vediamo quindi cosa significa CBDC, quali sono le caratteristiche e anche quando entrerà in vigore la moneta elettronica europea, l’euro digitale.

Cosa significa CBDC

CBDC significa Central Bank Digital Currency, una sigla per definire le valute digitali delle banche centrali. Si tratta infatti di versioni digitali di valute fiat, come euro o dollaro, emesse da una Banca Centrale.

A differenza delle criptovalute, basate su un sistema di registri decentralizzati chiamato blockchain, le CBDC sono controllate a livello centrale dall’istituto monetario che le emette.

Le CBDC si differenziano anche dalle stablecoin, il cui valore è ancorato ad una valuta fiat attraverso un rapporto 1:1. Le stablecoin come USDT sono emesse su più blockchain pubbliche e senza autorizzazione. Sebbene gli scambi siano autorizzati dopo la verifica degli account tramite i processi di KYC, non esiste un registro centrale per tracciare le transazioni o per registrare gli utenti.

Le CBDC sono una risposta all’esplosione delle espressioni decentralizzate come criptovalute, stablecoin ​​e calo del contante e al tempo stesso alla necessità di un controllo normativo, di stabilità finanziaria, di inclusione finanziaria e di innovazione tecnologica.

Cosa vuol dire che l’euro diventa digitale?

La Banca centrale europea ha dato il via al progetto dell’euro digitale a luglio 2021 e tra qualche anno potrebbe diventare realtà.

L’euro digitale è una rappresentazione elettronica delle banconote e delle monete di euro: invece di stampare moneta, la Bce emetterà moneta virtuale con corso legale in parallelo al contante. L’euro digitale potrà essere utilizzato per i pagamenti nei 19 Paesi del blocco perché garantito dalla Banca centrale europea.

L’euro digitale non sarà una valuta virtuale definita dalla direttiva (Ue) 2015/849 (la quarta direttiva antiriciclaggio), ossia «rappresentazione digitale di valore non emessa da una banca centrale o da un’autorità pubblica, non necessariamente collegata a una valuta avente corso legale, utilizzata come mezzo di scambio per l’acquisto di beni e servizi e trasferita, archiviata e negoziata elettronicamente».

Non sarà una criptovaluta, risorsa crittografica, basata su architetture Dlt (Distributed Ledger Technology), non soggetta a garanzia, controllo ed emissione di autorità centrali, non connessa a valute a corso legale e con valori molto volatili.

L’euro digitale sarà invece una passività della banca centrale alla stregua delle monete depositate su un conto corrente presso una qualsiasi istituzione finanziaria.”

Si tratta di un cambio di paradigma in grado di influenzare l’intera struttura del sistema bancario e la modalità attraverso le quali la Banca centrale raggiunge il suo obiettivo primario di stabilità monetaria e finanziaria.

L’emissione di CBDC potrebbe infatti diventare un canale di trasmissione della politica monetaria grazie a un maggior controllo sull’offerta di moneta in circolazione.

Quasi certamente l’euro digitale non sostituirà completamente l’euro fisico ma ne integrerà le funzioni consentendo di:

  • avere corso legale;
  • essere utilizzata per effettuare pagamenti nei paesi dell’Eurozona in parallelo alle banconote;
  • fornire un metodo di pagamento veloce, sicuro e innovativo;
  • essere utilizzabile da privati e imprese.

Come funziona la moneta digitale?

Non esiste un unico modello di emissione di CBDC, ma in vari Paesi sono stati sperimentati diversi approcci e differenti tecnologie.

La CBDC della Bce potrebbe funzionare su architetture distributed ledger (ossia un registro contabile distribuito), non necessariamente blockchain.

La tecnologia Dlt e la blockchain permettono di costruire sistemi interoperabili con altre valute, esattamente come accade oggi per le criptovalute. Inoltre, consentono di integrare tecnologie più complesse come gli smart contract, come nel caso del progetto HyperLedger della Linux Foundation, utilizzato per la moneta digitale di Singapore, l’Ubin.

Un altro sistema preso in considerazione per il funzionamento delle CBDC è il Tips, il sistema centralizzato attualmente in uso in Europa per il regolamento dei pagamenti elettronici.

Una CBDC potrebbe inoltre basarsi sui conti degli utenti (account-based CBDC) dove i trasferimenti avvengono tramite i conti aperti presso l’istituto emittente, oppure su token elettronici come avviene per le criptovalute (token-based CBDC).

In generale, il funzionamento delle CBDC utilizzerà tecnologie diverse in base agli obiettivi perseguiti dagli istituti centrali emittenti:

  • migliorare i meccanismi che regolano i sistemi di pagamento interbancari;
  • fornire un’alternativa più efficiente al contante;
  • ottimizzare gli strumenti di politica monetaria;
  • diminuire il rischio e la frequenza di crisi bancarie.

Quali sono le monete digitali nel mondo?

Lo sforzo di creare una moneta digitale coinvolge Paesi e autorità monetarie in tutto il mondo.
Tra questi il Paese più vicino a realizzare una CBDC è la Cina, con la moneta e-CNY, una valuta digitale nazionale emessa dalla People’s Bank of China: all’inizio del 2022 è stato avviato un progetto di sperimentazione in alcune citta del Paese.

Il progetto della Pbc prevede che la moneta digitale cinese abbioa corso legale e sia disponibile attraverso una struttura a due livelli, una per le banche commerciali e un’altra per gli operatori di servizi di pagamento digitale. La tecnologia utilizzata dalla PBoC per il funzionamento della sua valuta digitale è quella del distributed ledger.

Sempre secondo la Banca popolare cinese le transazioni con l’e-CNY hanno superato i 100 miliardi di yuan (13,9 miliardi di dollari) alla data del 31 agosto 2022. La spesa è stata generata con 360 milioni di transazioni in aree pilota situate in 15 province e comuni, e sono oltre 5,6 milioni i commercianti che potrebbero ora accettare pagamenti con la valuta digitale.

Da inizio dicembre in India è nata la rupia digitale. La banca centrale indiana ha infatti varato la sua CDBC in quattro città pilota (Bengaluru, Bhubaneswar, Mumbai e Nuova Delhi) per transazioni fra clienti retail e merchant tramite wallet.
Il test è supportato dalle principali banche del Paese ed è previsto che venga ampliato ad altre città e altri istituti di credito.

La CDBC (e-rupia) è un asset emesso direttamente dalla banca centrale in forma digitale e ha corso legale come la valuta fiat, con cui è scambiabile alla pari.
Si tratta dunque di un token che abilita i pagamenti tramite QR code, a zero interessi e convertibile in depositi bancari.

Secondo la banca centrale indiana la CDBC apporterà al sistema economico e finanziario del Paese molti vantaggi, tra cui la riduzione dei costi relativi alla gestione e operatività del contante fisico, l’incremento dell’inclusione sociale, maggiore efficienza e innovazione del sistema dei pagamenti.

Negli Stati Uniti la Federal Reserve ha da tempo organizzato un gruppo di studio per una propria CBDC. Il Dollaro digitale perseguirà l’obiettivo di garantire maggior velocità ed efficienza nei pagamenti, maggiore inclusività finanziaria e minori costi. Il progetto è affidato ai ricercatori del Massachussetts Institute of Technology in collaborazione con il BIS Innovation Hub e con la Federal Reserve di Boston. Il presidente Fed Jerome Powell ha comunque chiarito che la moneta virtuale si affiancherà al contante senza sostituirlo.

La Bank of England aveva istituito una task force per lo studio della Sterlina digitale, ma il progetto è stato stroncato a inizio 2022 dalla Commissione affari economici del parlamento britannico che in un report ha messo in evidenza i rischi dell’adozione di una CBDC inglese.

Nel 2020 le Bahamas sono state il primo Paese a lanciare la propria valuta digitale: il “Sand Dollar”, una versione elettronica del dollaro delle Bahamas emesso tramite istituti finanziari autorizzati (Afi).

Anche la Banca Centrale Europea è al lavoro per mettere in piedi un sistema che apra la strada all’Euro digitale. Secondo le previsioni di alti esponenti dell’Eurotower la nuova moneta virtuale sarebbe pronta entro il 2026.

Come funziona il sistema bancario europeo?

Il Sistema bancario europeo (Sebc) è costituito dalle banche centrali nazionali dei 27 Paesi dell’Unione europea, comprese quelle dei Paesi che non hanno adottato l’euro, e dalla Banca centrale europea.

Il Sebc è stato istituito nel 1992 con la sigla del Trattato di Maastricht che ne ha fissato gli obiettivi:

  • il mantenimento della stabilità dei prezzi, come obiettivo principale e prioritario;
  • il sostegno delle politiche economiche dell’Ue, per garantire elevati livelli di occupazione in tutta l’Eurozona.

Tra i compiti del Sebc:

  • garantire l’equilibrio dei tassi di cambio;
  • gestire le riserve in valute estere;
  • valutare la solidità degli enti e del sistema bancario e finanziario;
  • promuovere il regolare funzionamento dei sistemi di pagamento;
  • decidere il tasso ufficiale di riferimento.

Inoltre il Sebc controlla le attività svolte dagli istituti di credito e da altre istituzioni finanziarie in modo da garantire la stabilità del sistema finanziario: il Sebc monitora infatti il funzionamento del sistema Target, e garantisce l’emissione delle banconote e la gestione del sistema Target (Target2), la piattaforma europea per il regolamento di pagamenti di importo rilevante tra banche centrali o tra banche commerciali.

L’adozione dell’euro digitale potrebbe dunque integrarsi con la piattaforma Target2 che attualmente regola la libera circolazione di moneta attraverso i confini e sostiene l’attuazione della politica monetaria unica della Bce.

In particolare l’euro digitale comporterebbe diversi vantaggi per cittadini e imprese:

  • snellire e velocizzare i processi di pagamento;
  • ridurre i costi legati ai sistemi di pagamento tradizionali;
  • trasmissione diretta della politica monetaria;
  • antiriciclaggio e riduzione dei fenomeni di evasione fiscale;
  • inclusione finanziaria che coinvolge anche i cittadini privi di conto corrente.

Quando entrerà in vigore la valuta digitale europea

La valuta digitale europea non arriverà prima del 2026.
Dopo l’avvio della fase istruttoria del progetto nel 2021, che dovrebbe concludersi nel 2023, la Commissione europea potrebbe presentare un disegno di legge per l’euro digitale avviando una fase sperimentale della durata di tre anni circa.

Secondo Fabio Panetta, membro del Board della Bce a capo del progetto Digital Euro, l’eventuale rilascio di una CBDC europea potrebbe avvenire attorno al 2026.

Iscriviti a Money.it