Il fintech in Italia cresce, attira investimenti e si appresta ad assumere

Dario Colombo

30/01/2023

Il settore fintech in Italia è in crescita, ha attirato oltre un miliardo di euro di finanziamenti nel 2022 e pensa ad assumere risorse nei prossimi due anni

Il fintech in Italia cresce, attira investimenti e si appresta ad assumere

Il panorama delle aziende e startup che operano nel settore fintech in Italia è in continua crescita, come risulta dalla nuova edizione del report Fintech Waves, realizzato da EY in collaborazione con il Fintech District sentendo più di cento operatori fintech italiani, fra realtà di lending, neobanche, pagamenti, cripto & DeFi, crowdfunding, techfin.

Finalmente il fintech in Italia attrae investimenti internazionali, per un valore complessivo superiore al miliardo di euro, dialoga con la finanza tradizione, in ottica di open innovation, e si appresta ad assumere nei prossimi mesi risorse con competenze di sviluppo software, di analisi dei dati, di machine learning e di business.
Dallo studio emerge che insurtech, lending e pagamenti sono i segmenti più maturi e promettenti del fintech italiano, seguiti dagli altri trend globali (embedded finance, fintech ESG, cripto & DeFi, open finance).

Per Andrea Ferretti di EY, infatti, i segnali di crescita sono promettenti, con un aumento dei finanziamenti totali nel periodo 2019-2022 il fintech è il segmento più attrattivo per la raccolta di capitali in Italia (dato confermato anche dall’EY Venture Capital Barometer 2022) e il rinnovato interesse del venture capital internazionale dimostra il potenziale di scale-up e la maturità delle startup italiane.

Quanto vale il fintech in Italia

Dal 2016 i finanziamenti raccolti dalle realtà fintech sono costantemente aumentati con un un tasso medio annuo di oltre il 60%, quasi il doppio della media europea (34%).
Se nel 2020 i finanziamenti al fintech in Italia valevano 247 milioni di euro, nel 2021 sono passati a 900 milioni e l’anno scorso hanno sfondato il tetto del miliardo: 1.040 milioni di euro.
Si parla però di una raccolta concentrata sulle big, ossia le fintech con fatturato annuo superiore ai 5 milioni, che raccolgono mediamente 100 milioni di euro.

Dalla ricerca emerge che a raccogliere più finanziamenti sono le fintech del settore dei pagamenti, che vede gli unici due unicorni tricolori, Satispay e Scalapay, seguite dalle neobanche, che forniscono servizi bancari di nuova generazione.

A testimonianza di una evoluzione dell’ecosistema italiano verso un grado di maturità, lo studio EY registra un calo delle fintech in fase early stage (-25%), mentre crescono quelle in fase early growth (+37%),
Il 24% delle fintech intervistate ha un fatturato superiore ai 5 milioni di euro e insieme raccolgono il 97% dei finanziamenti. Calano dal 62% al 41% le fintech che fatturano meno di 500 mila euro l’anno.

Chi finanzia le fintech in Italia

A riprova del crescente interesse degli operatori internazionali per il mercato fintech in Italia, oltre il 17% degli intervistati (quasi il doppio rispetto al 2020) si affida a fondi di venture capital internazionali.
La conferma di questa maturazione del settore fintech italiano, che cerca finanziamenti strutturati e solidi viene anche dal minore ricorso alle risorse finanziarie personali, che scende dal 24% del 2020 al 15%.

Difatti una startup fintech su tre pensa di rivolgersi agli operatori di venture capital internazionali per i prossimi round di investimento.
Benché in Italia si siano verificate poche operazioni di uscita, Merger & Acquisition per il 45% e Initial Public Offering per il 32% sono le exit strategy preferite da una fintech su tre. Peraltro il 7% degli intervistati non ha alcuna exit strategy.

Il capitale umano delle fintech in Italia

Le startup fintech in Italia hanno mediamente 55 dipendenti, ma il 43% è formata da team che vanno da 1 a 10 persone (solamente il 12% ha da 100 a 800 dipendenti) formati per oltre la metà da 27-32enni e per il 36% da 32-40enni, di formazione business e IT (pochi coloro che hanno formazione umanistica).

Riguardo la parità di genere, quasi la metà del campione (46%) ha una percentuale di donne compresa tra il 30% e il 50%.

Interessante il dato che il 97% delle fintech prevede di assumere nei prossimi due anni profili con capacità di sviluppo software (68%), più difficili da trovare, insieme agli esperti di machine learning e di analisi dei dati, e di sviluppo business (42%).

Compliance e open innovation, priorità per le fintech in Italia

L’87% delle fintech in Italia ha una specifica figura dedicata al Risk & Compliance e nella metà dei casi è un dipendente.
Riguardo al tema della compliance solamente il 5% delle fintech ha usato la Sandbox regolamentare della Banca D’Italia per testare in un ambiente protetto le soluzioni in accordo ai requisiti regolamentari (a una fintech su due non interessa).

Proprio per sviluppare nuovi prodotti e servizi il 90% delle startup fintech pratica l’open innovation: ha avviato una collaborazione con altre realtà del settore finanziario: il 65% ha collaborato con una banca o una compagnia assicurativa, il 58% con altre fintech. Il 41% ha iniziato a collaborare con altre startup non finanziarie, il 25% con incumbent delle utility, della grande distribuzione e dell’intrattenimento.

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