Chi è Antonio Ciontoli, condannato per l’omicidio di Marco Vannini

Isabella Policarpio

8 Luglio 2020 - 13:57

Chi è Antonio Ciontoli, l’ex militare accusato dell’omicidio del giovane Marco Vannini. Il caso giudiziario è sempre più controverso: qui la ricostruzione dei fatti e cosa rischia Ciontoli. Oggi al via il processo bis in Corte d’Appello.

Chi è Antonio Ciontoli, condannato per l’omicidio di Marco Vannini

Antonio Ciontoli è il principale protagonista dell’omicidio Vannini, uno dei casi di cronaca nera più controversi degli ultimi anni. Ciontoli, ex militare, è stato accusato di aver ucciso il 20enne Marco Vannini. L’omicidio è avvenuto a Ladispoli circa 5 anni fa, ma l’esatta ricostruzione dei fatti è ancora un mistero.

Oggi 8 luglio 2020 è iniziato il processo bis presso la Corte d’Appello di Bari caso dopo che la Corte di cassazione il 7 febbraio scorso ha accolto la richiesta di disporre un nuovo processo per individuare il reale colpevole della morte di Marco Vannini e riconoscere l’omicidio volontario con dolo eventuale in capo ad Antonio Ciontoli, padre della fidanzata della vittima.

Stando alle dichiarazioni di Federico Ciontoli, figlio di Antonio anche lui indagato, il giovane avrebbe tardato a chiamare i soccorsi poiché “mio padre diceva che Marco si era spaventato per uno scherzo.”

In attesa che i giudici facciano chiarezza su quanto accaduto, cerchiamo di ricostruire il profilo di Antonio Ciontoli e la vicenda dell’omicidio Vannini, o almeno di quanto è emerso fino ad ora.

Chi è Antonio Ciontoli, accusato dell’omicidio di Marco Vannini

Antonio Ciontoli è un nome di cui si sente spesso parlare in tv. Infatti è stato considerato l’artefice dell’omicidio del giovanissimo Marco Vannini, fidanzato della figlia Martina Ciontoli, che si trovava a casa sua, a Ladispoli, la notte dell’incidente mortale.

Nato a Caserta, Antonio Ciontoli ha 51 anni ed è un ex maresciallo della Marina militare in carico al Rud (Raggruppamento Unità Difesa dei servizi segreti). I giudici lo hanno ritenuto il principale responsabile della morte di Vannini, che è avvenuta per lesione da arma da fuoco dopo ore di stenti. Secondo Ciontoli, il colpo di pistola che ha ucciso il ragazzo sarebbe partito per sbaglio.

La Giustizia ha fatto il suo corso, anche se non mancano le perplessità sul caso. Il giudizio di primo grado contro l’ex militare si era concluso con la condanna a 14 anni di carcere. In secondo grado, però, la pena è stata ridotta a 5 anni, suscitando vere e proprie campagne di protesta; ora la Corte di Cassazione ha rinviato il caso in Corte d’Appello, la quale dovrà esprimersi nuovamente sulla questione e valutare da capo il quantum di pena.

Omicidio Vannini: il ruolo di Antonio Ciontoli e la ricostruzione dei fatti

Impossibile ricostruire con esattezza il caso Vannini, poiché vi sono importanti omissioni, buchi e incongruenze. Partiamo da quello è certo: l’omicidio di Marco Vannini è avvenuto nella notte tra il 17 e il 18 maggio 2015, nella villa di Antonio Ciontoli, padre della sua fidanzata Martina. Il ventenne stava facendo un bagno in vasca quando è partito il colpo, per poi essere lasciato agonizzante per tre ore. Oltre al padre e alla figlia, in casa quella sera erano presenti anche la moglie di Ciontoli, Maria Pezzillo, il fratello Federico Ciontoli e la fidanzata Viola Giorgini.

L’ex militare ha sempre dichiarato che la morte di Marco è avvenuta a causa di un colpo di pistola partito per errore, ma la dinamica del fatto non è mai stata provata. Nella sentenza di primo grado Ciontoli è stato condannato a 14 anni per omicidio volontario, e gli altri presenti a 3 anni per omicidio colposo. Tuttavia, in secondo grado vi è stato un colpo di scena: i giudici della Corte d’Appello hanno mutato l’accusa da omicidio doloso a omicidio colposo, e la pena è scesa a 5 anni.

Il caso è arrivato fino alla Corte di Cassazione; qui i giudici hanno annullato la sentenza emessa in secondo grado e rinviato indietro gli atti. La vicenda Vannini è tutt’altro che conclusa: adesso i giudici della Corte d’Appello dovranno esprimersi nuovamente e potrebbero crearsi due scenari diversi:

  • confermare l’omicidio colposo, quindi la condanna a 5 anni;
  • ripristinare l’omicidio volontario e riportare la pena a 14 anni.

È ancora da vedere se i giudici si esprimeranno in base alle prove già in possesso oppure se servirà l’integrazione probatoria.

Caso Vannini, la famiglia Ciontoli fa sparire il risarcimento

Come se il tragico omicidio del figlio ventenne non bastasse, per i genitori di Marco arriva anche la beffa: la famiglia Ciontoli dopo la condanna in Appello a 5 anni e 200mila euro di risarcimento ha venduto tutte le proprietà e chiuso i conti in banca. Al momento la famiglia Vannini ha già versato 3mila euro di anticipo sulle tasse da pagare per il risarcimento, di cui però non se ne vede nemmeno l’ombra.

Il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha aperto un’azione disciplinare nei confronti del pm Alessandra D’Amore, responsabile delle indagini del caso Vannini, sospettata di aver violato i doveri di diligenza ed efficienza, cosa che ha provocato notevoli incertezze sul caso e ingenti danni alla famiglia della vittima.

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