Trading, quanto capitale rischiare?

David Pascucci

3 Gennaio 2023 - 08:57

Quanti soldi conviene mettere in gioco quando si decide di investire nel trading? Proviamo a rispondere.

Trading, quanto capitale rischiare?

In moltissimi hanno un approccio al trading e agli investimenti al limite del ludico, mentre in pochissimi adottano un approccio più schematico e prudente.

Ma quanto capitale si deve rischiare per fare trading? Esiste una formula esatta per calcolarlo? Ovviamente la risposta è: “dipende” da molti fattori, sia soggettivi che oggettivi, dagli obiettivi personali e dagli obiettivi d’investimento e, soprattutto dal nostro approccio psicologico al mondo dei mercati finanziari.

Come vedete abbiamo preso in considerazione molti fattori e tutti quanti determinano quella soglia di capitale da mettere a rischio se vogliamo fare trading e/o investire. Vediamo insieme gli aspetti fondamentali da prendere in considerazione.

Perché Investire o fare trading?

La prima domanda che dobbiamo porci è: “Perché voglio fare trading?”, “Perché voglio investire nei mercati finanziari?”.

Questo aspetto è fondamentale in quanto esclude di fatto il meccanismo istintivo e al limite del ludopatico di voler dimostrare che noi siamo in grado di operare sui mercati finanziari. La risposta a questa domanda, nella maggior parte dei casi sarebbe “perché voglio fare soldi”, tanto banale e scontata che richiederebbe un’ulteriore domanda, ossia “perché vuoi fare soldi sui mercati finanziari?”.

L’esito della risposta è determinante nel capire molte cose circa il nostro futuro nel mondo degli investimenti. C’è chi dirà che vuole operare sui mercati finanziari perché è il modo più veloce per fare soldi in poco tempo (vero ma difficile), oppure si troverà chi risponde dicendo che vuole investire del denaro per avere un capitale maggiorato nei prossimi 20 anni, oppure chi dirà che vuole imparare seriamente a fare investimenti o fare del trading un vero e proprio lavoro. Insomma, come vedete le esigenze di ognuno sono estremamente soggettive e tanto più la risposta sarà seria e precisa, ossia con un obiettivo ben definito, tanto più è la probabilità di fare dei disastri nel lungo periodo.

Purtroppo, in molti pensano che fare trading o investire sia un gioco, che i mercati finanziari siano un’enorme sala scommesse per gente che possiede un’ enorme quantità di capitale. In realtà non è così, anzi, il mercato finanziario è un ambiente altamente meritocratico, dove a un’alta specializzazione corrispondono alte retribuzioni e grandi risultati finanziari.

L’età e l’orizzonte temporale

Per quanto riguarda gli investimenti logica vuole che a minore età corrisponda maggior rischio e a maggiore età corrisponda minor rischio. Per fare un esempio, un ragazzo di 20 anni è molto più probabile che sia spinto a intraprendere la carriera da trader quantitativo, rispetto a un signore di 70 anni.

Solitamente, sia in ambito trading che in ambito di investimenti, una persona giovane è più propensa a un investimento sui mercati di rischio, rispetto a una persona con un’età molto avanzata. Questo succede perché una maggior quantità di tempo ci consente di gestire una maggiore quantità di rischi assunti, pertanto la dose di rischio che una persona può assumersi è tanto più alta quanto è più giovane. Andando avanti nel tempo, si ha l’esigenza di preservare il capitale accumulato. Questa è anche una regola che solitamente si applica nell’ambito della consulenza finanziaria, ossia nella costruzione di un portafoglio dove il consulente valuta prima gli obiettivi del cliente, per poi costruire un portafoglio di strumenti finanziari adatti.

La clientela più giovane ha accesso a più strumenti mentre la clientela più anziana, a meno che non richiesto esplicitamente dal cliente, ha accesso solamente a strumenti a basso rischio.

Fare trading o investire?

Dipende tutto dai propri obiettivi di vita. Potremmo trovare un giovane di 25 anni che vuole imparare il mestiere del trader, pertanto dovrà investire parte del proprio capitale in formazione sul campo, con corsi, coaching, esperienza diretta sul mercato che comporta a perdite inevitabili, insomma dovrà mettere in conto che ci saranno dei costi da affrontare così come in ogni mestiere che si vuole imparare. Altrettanto potremmo trovare un giovane di 25 anni al quale non interessa il trading ma vuole iniziare a costruire un suo portafoglio titoli per gli anni futuri, magari per comprare una casa o una bella automobile, per ritrovarsi con una buona liquidità negli anni a venire, insomma per un preciso obiettivo. Come vedete due profili uguali ma con obiettivi diversi. Essendo comunque due profili giovani, la loro sopportazione al rischio è elevata ma ovviamente colui che vorrà fare il trader dovrà affrontare dei costi maggiori, e pertanto dovrà mettere in conto un rischio più elevato.

Per quanto riguarda un profilo con un’età che va dai 40 anni in su, il rischio diminuisce, ossia qualora volesse imparare a fare il trader, oppure investire una parte del capitale, dovrà comunque rischiare di meno in percentuale sul suo capitale, rispetto allo stesso profilo dei venticinquenni. Mentre un giovane è disposto a perdere anche il 50% del suo intero capitale per imparare a fare trading, un quarantenne rischierà al massimo un 20% o anche meno. Quello delle età, sia ben chiaro, è solamente un esempio per farvi capire che all’avanzare dell’età deve aumentare la propensione alla protezione del proprio capitale.

La percezione del rischio

Al di là dell’età, c’è una componente molto importante che è riconducibile a un bias cognitivo che riguarda la nostra percezione del rischio, o meglio, della nostra percezione del dolore possibile di fronte a una perdita finanziaria.

Moltissime persone, soprattutto coloro che si approcciano al trading, vedono e affrontano questo problema sin da subito. Alla domanda “quanto rischio per fare questa operazione?”, solitamente rispondono con una cifra che, una volta manifestatasi come perdita, genera una sorta di dolore psichico e a volte fisico (se la somma è importante). Questa cosa succede perché non sappiamo effettivamente cosa vuol dire perdere denaro sui mercati finanziari, è un’esperienza del tutto nuova che non ha a che fare con le scommesse, anzi, tutt’altro. In pratica, l’unica cosa da fare in questi casi è diminuire di tanto la nostra soglia del rischio ipotetica. Ad esempio, se immaginiamo di poter sopportare una perdita di 100, questa perdita effettiva dovrà essere diminuita fino a che non troveremo quella soglia che ci fa stare tranquilli.

Risk management e money management

In ottica operativa questi concetti sono racchiusi nelle discipline del risk management e money management, concetti che vengono meglio estrapolati nel percorso che serve a fare trading. Ovviamente questi rischi vengono ben calcolati e sono solitamente misurati in base al capitale a disposizione, per mezzo di calcoli percentuali e non per mezzo di valori assoluti. Money.it ha organizzato un percorso nella sua Scuola di Trading dove si insegna agli aspiranti traders e investitori a essere consapevoli di questi rischi al fine di poter investire o fare trading in una situazione controllata e in piena coscienza di ciò che sta succedendo al proprio capitale.

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