Titoli di Stato: cinque Paesi coi rendimenti più alti al mondo

Claudia Cervi

01/07/2022

A caccia dei rendimenti più alti sui titoli di Stato per battere l’inflazione. Ecco i cinque più generosi (e rischiosi).

Titoli di Stato: cinque Paesi coi rendimenti più alti al mondo

Quali sono i titoli di Stato con i rendimenti più alti al mondo? Quali sono i Paesi che offrono il miglior rapporto rischio-rendimento?

Due domande fondamentali per investitori e risparmiatori a caccia di rendimenti interessanti. Posto che il rapporto rischio-rendimento è un fattore chiave da monitorare, trovare obbligazioni governative che rendano più della media di mercato non è difficile. Nella maggior parte dei casi per farlo bisogna puntare verso aree economiche poco sviluppate o sui bond dei paesi emergenti.

Coloro che investono in titoli di Stato con rendimenti a doppia cifra, devono tenere ben presente che dietro a tanta abbondanza si nascondono spesso alti rischi non sempre indicati dalla stampa specializzata. Per evitare brutte sorprese, si consiglia sempre di guardare alla vulnerabilità del sistema-Paese, osservando fattori come la stabilità sociale, il sistema politico, economico o l’inflazione.

Ma vediamo i cinque paesi al mondo che attualmente offrono i rendimenti maggiori sul fronte dei titoli di Stato.

Argentina

A guidare la classifica dei rendimenti più alti al mondo in questo momento troviamo l’Argentina, con tassi di interesse sul titolo decennale al 49,68%. Il Paese sta attraversando una nuova crisi esacerbata da un’inflazione annua che ha toccato il 60%, tra i più alti al mondo. Nel corso delle ultime aste la domanda è crollata e i rendimenti sono balzati oltre il 12%. Pessimo segnale per gli investitori che non si fidano della situazione e portano la loro liquidità all’estero, temendo un nuovo default. L’attuale quotazione del Credit Default Swap a 5 anni è 1.030,95, indicando una probabilità implicita di insolvenza del 17,18%. Nell’ultimo secolo l’Argentina ha dichiarato default per ben tre volte.

Venezuela

Al secondo posto troviamo il Venezuela, devastato da una profonda crisi economica, politica e sociale al punto di essere sull’orlo della guerra civile, da quando il prezzo del petrolio (su cui il Venezuela basa il proprio bilancio) è iniziato a scendere rovinosamente nel 2014. Dal 2017 Caracas ha poi sospeso il pagamento degli interessi e il rimborso del capitale andando tecnicamente in default. Le cedole dei bond in scadenza 2027, con rendimento del 9,25%, avevano attirato molti investitori ora rimasti con un pugno di mosche. Tuttavia la possibile rimozione dell’embargo al petrolio venezuelano da parte degli Stati Uniti potrebbe essere un fattore di rinascita per le obbligazioni del Paese.

Turchia

Al terzo posto troviamo la Turchia, i cui titoli di stato decennali in lire turche (TRY) vengono trattati al momento con un rendimento del 18,56%. In questo caso il rischio/rendimento è tutto prezzato sulla valuta nazionale, una delle più volatili al mondo. Molto meno rischioso è il Paese (rating B+/B2/B+). Per cui, colui che investe in titoli di stato turchi si assumerà più che altro il rischio di cambio.

Brasile

Al terzo posto troviamo il Brasile (rating Ba2/BB-BB-) che, sempre sul tratto decennale, offre per i propri titoli di Stato in reais (BRL) un rendimento del 12.982%. Anche in questo caso, come per la Turchia, il rischio si concentra più che altro sul cambio valutario e meno sul Paese, che ha rating BB- secondo l’agenzia Standard & Poor’s. Il real brasiliano è infatti una delle monete più volatili al mondo. A livello nazionale, l’avvicinarsi del voto presidenziale di ottobre alimenta l’incertezza sul futuro economico, politico e fiscale.

Sudafrica

Al quinto posto c’è il Sudafrica (BB-/Ba2/BB-) che paga per i propri bond decennali in rand (ZAR) il 10,48%.

Come si può ben vedere, quindi, i Paesi che pagano il maggior tasso d’interesse sul debito pubblico sono quelli le cui valute sono maggiormente sensibili all’andamento dei tassi Fed. Ad eccezione del Venezuela che è al momento in default e per il quale gli investitori attendono una ristrutturazione dei titoli di Stato.

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