Sciopero Trenitalia giovedì 30 novembre, orari e motivazioni della protesta

Ilena D’Errico

29 Novembre 2023 - 23:27

Giovedì 30 novembre ci sarà lo sciopero di Trenitalia e di tutte le imprese ferroviarie, ecco quali sono gli orari dell’agitazione e quali sono le motivazioni della protesta.

Sciopero Trenitalia giovedì 30 novembre, orari e motivazioni della protesta

I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa trasporti e Fast Confsal hanno proclamato lo sciopero dei trasporti che avverrà nella giornata di domani, giovedì 30 novembre. L’agitazione coinvolgerà tutto il Gruppo Fs italiane (tra cui Trenitalia, Ferservizi e Italferr) e tutte le imprese ferroviarie.

La causa scatenante dello sciopero è il tragico incidente di Thurio, nel quale hanno perso la vita il capotreno e l’autista di un camion. È proprio l’urgenza di provvedimenti ad aver causato la mancanza di preavviso, infatti l’agitazione è stata annunciata con un solo giorno di anticipo. Vediamo perché, quali sono di preciso le motivazioni della protesta e quali sono gli orari dello sciopero.

Lo sciopero ferroviario di giovedì 30 novembre

I sindacati hanno indetto per giovedì 30 novembre uno sciopero di 8 ore che durerà dalle ore 9 alle 17. Come di consueto, tuttavia, ci potranno essere ripercussioni anche al di fuori delle ore di sciopero, con cancellazioni, limitazioni e ritardi.

In tal proposito, Trenitalia ha invitato tutti i viaggiatori a informarsi sui collegamenti e i servizi attivi prima di mettersi in viaggio. La protesta avrà luogo al di fuori delle fasce orarie di garanzia (6-9 e 18-21), pertanto non saranno garantiti i servizi essenziali.

In merito, è già intervenuto il Garante degli scioperi, che ha raccomandato ai sindacati di rispettare le 8 ore previste per la protesta e di concentrare la mobilitazione nella giornata del 30 novembre in un’unica movimentazione. Di conseguenza, il Garante ha riconosciuto le ragioni della protesta e legittimato pienamente la mancanza di preavviso.

La mancanza di preavviso

L’articolo 2 della legge n. 146/1990 ammette che le disposizioni riguardanti il preavviso minimo e l’indicata della durata della manifestazione non si applicano nei casi di difesa dell’ordine costituzionale o di “protesta per gravi eventi lesivi dell’incolumità e della sicurezza dei lavoratori”.

Con tutta evidenza, è proprio questo il caso, così come ricordato anche dai sindacati. Tutto muove dall’incidente avvenuto ieri nei pressi di Thurio di Corigliano Rossano in Calabria, nel quale due persone hanno perso la vita. Il capotreno e l’autista del camion sono deceduti dopo lo scontro, avvenuto nel passaggio a livello sulla linea Catanzaro Lido-Sibari.

Il camion ha occupato la sede del passaggio a livello che risultava funzionante e chiuso, scontrandosi però con il treno regionale 5677. Salvi, invece, i 10 passeggeri che si trovavano a bordo del treno. Questo tragico incidente ha smosso la protesta dei sindacati, che già da molti anni chiedono un intervento sui passaggi a livello, risultanti troppo pericolosi.

Le motivazioni della protesta

Le organizzazioni sindacali hanno espresso vicinanza alle famiglie delle vittime dell’incidente, nonché a tutte le persone rimaste coinvolte nel “grave ed ennesimo incidente ferroviario”. Hanno anche ricordato che la richiesta di sopprimere totalmente e definitivamente i passaggi a livello è ormai riproposta da anni, ma non è mai stata ascoltata finora, nonostante il ripetersi di questi tragici eventi.

L’Agenzia nazionale per la sicurezza ferroviaria ha evidenziato il grande numero di incidenti e di vittime provocati dai passaggi a livello, che sono ad oggi migliaia sul territorio italiano. I sindacati hanno per questo accusato le istituzioni e la Rete ferroviaria italiana di un continuo «rimpallo di responsabilità decisionali ed economiche», seppur nel frattempo proseguano gli incidenti e le morti.

“C’è addirittura chi progetta la privatizzazione del Gruppo ferrovie dello Stato italiane, ma intanto le lavoratrici e i lavoratori muoiono” hanno dichiarato le organizzazioni sindacali.

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