Riunione Bce oggi, tassi fermi al 4,5%. Il PEPP sarà chiuso a fine 2024

Violetta Silvestri

14/12/2023

La riunione Bce oggi non ha sorpreso gli analisti: tassi invariati come previsto. Il Pepp inizierà a diminuire a metà 2024 per poi essere chiuso a fine anno. Tutte le indicazioni di Lagarde.

Riunione Bce oggi, tassi fermi al 4,5%. Il PEPP sarà chiuso a fine 2024

La riunione Bce di oggi ha confermato le attese: i tassi di interesse rimangono fermi al 4,5%.

Dopo la Fed, che ha lasciato i tassi invariati e ha previsto 75 punti base di tagli al costo del denaro per 2024, anche la banca centrale europea ha optato per mantenere il costo del denaro sullo stesso livello del meeting di ottobre.

Nelle nuove proiezioni economiche (per la prima volta comprendono anche il 2026), l’Eurotower è sembrata più ottimista sui prezzi. L’inflazione è stata rivista al ribasso rispetto a settembre, con un indice dei prezzi al consumo all’1,9% nel 2026. I prezzi core, senza alimentari ed energetici, dovrebbero scendere in modo più netto dal 2024, con un +2,1% nel 2026.

La crescita economica sarà contenuta nel breve periodo, anche per effetto dell’impatto della politica monetaria aggressiva della banca. Tuttavia, “si prevede che l’economia si riprenderà grazie all’aumento dei redditi reali – poiché le persone beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento dei salari – e al miglioramento della domanda estera”, si legge nel documento ufficiale.

Sul PEPP, la Bce ha deciso di continuare a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza durante la prima metà del 2024. Alla fine dell’anno prossimo la previsione è di chiudere con i reinvestimenti, con una riduzione del portafoglio PEPP di 7,5 miliardi di euro in media al mese dal secondo trimestre 2024.

Nella conferenza stampa Lagarde ha confermato che la Bce non può abbassare la guardia adesso e che i tagli dei tassi non sono stati minimamente discussi nella riunione.

Riunione Bce: tassi fermi al 4,5%. La sintesi dell’incontro in 4 punti

Non c’è l’effetto sorpresa dopo questa ultima riunione Bce del 2023. La banca centrale europea, infatti, ha mantenuto i tre tassi fermi, come già deciso a ottobre. A questo punto, sembra che l’Eurotower consideri il livello attuale del costo del denaro - con il tasso di riferimento al 4,5% e quello sui depositi al 4,0% - sufficientemente elevato da poter rimanere invariato più lungo.

L’incontro e la conferenza stampa di Lagarde hanno evidenziato 4 punti chiave:

  • l’inflazione può tornare a salire nel breve termine, con “le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, principalmente a causa della forte crescita del costo del lavoro per unità di prodotto”;
  • non è il momento di abbassare la guardia sulla lotta all’inflazione e per questo non c’è stata alcuna discussione su eventuali tagli dei tassi;
  • le condizioni di finanziamento più restrittive stanno frenando la domanda e la crescita è vista contenuta nel breve termine, ma non si è fatto accenno alla recessione;
  • è arrivato il momento di “portare avanti il ​​processo di normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema”, con la decisione di iniziare a diminuire i reinvestimenti nell’acquisto di obbligazione in ambito Pepp dal secondo trimestre 2024

Le nuove proiezioni economiche dell’Eurozona: Pil e inflazione in focus

Per la prima volta, la Bce ha esteso le sue proiezioni economiche al 2026. Rispetto a quanto stimato a settembre, la crescita dell’Eurozona è stata rivista al ribasso, mentre sono migliorate le previsioni sull’inflazione.

La politica monetaria restrittiva sta infatti impattando sull’economia reale e per questo, con una domanda colpita dagli alti tassi, il Prodotto interno lordo ha subito un peggioramento. Diversamente, i prezzi sono in calo.

Il Pil reale medio è visto in espansione dello 0,6% nel 2023, da una previsione precedente dello 0,7%. Si stima che nel 2024 crescerà dello 0,8%, rispetto all’1% precedente. La previsione per il 2025 è rimasta invariata, all’1,5%.

Nel frattempo, l’inflazione complessiva dovrebbe attestarsi in media al 5,4% nel 2023, al 2,7% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. In precedenza si prevedevano valori del 5,6% quest’anno, 3,2% nel 2024 e 2,1% nel 2025. La Bce ora ha anche pubblicato una nuova stima per il 2026, all’1,9%.

La Banca centrale ha avvertito che le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, principalmente a causa della crescita del costo del lavoro.

Riunione Bce, la decisione e la conferenza stampa

Fine conferenza stampa

Lagarde saluta e augura buone feste, chiudendo una conferenza stampa non facile viste condizioni di salute non ottimali come specificato all’inizio.

Cautela

La Bce non ritiene che sia il “momento di abbassare la guardia”.

Taglio dei tassi

Lagarde specifica che non c’è stata alcuna discussione sulla riduzione dei tassi.

PEPP

La decisione sul PEPP è stata condivisa da una “maggioranza molto, molto ampia”, commenta Lagarde. Alcuni però avrebbero preferito un tapering diverso, più imminente o più ritardato.

Salari

L’inflazione domestica è ancora elevata e il motivo sono i salari. “Quando guardiamo i dati salariali in questo momento, non stanno diminuendo”, commenta Lagarde.

Aspettative inflazione

La maggior parte delle misure delle aspettative di inflazione a lungo termine si attestano attualmente intorno al 2%, sottolinea Lagarde.

Attenzione ai rischi

Per Lagarde, i rischi per la crescita economica restano orientati al ribasso.

Inflazione

L’inflazione è scesa, grazie al calo dei prezzi energetici e alimentari. Ma a dicembre i prezzi sono visti in risalita e nel 2024 la diminuzione sarà più lenta.

Situazione economica Eurozona

Lagarde spiega che la contrazione in Eurozona nel terzo trimestre è stata evidente, con prospettive deboli per manifattura ed edilizia. Anche i servizi soffriranno nei prossimi mesi.

Conferenza stampa

Lagarde ha iniziato a parlare nell’attesa conferenza stampa.

Nuove proiezioni economiche per l’Eurozonna

La Bce ha aggiornato le stime sul Pil e sull’inflazione:

  • Pil 2023: +0,6%
  • Pil 2024: +0,8%
  • Pil 2025 e 2026: +1,5%
  • Inflazione complessiva 2023: 5,4%
  • Inflazione complessiva 2024: 2,7%
  • Inflazione complessiva 2025: 2,1%
  • Inflazione complessiva 2026: 1,9%
  • Inflazione core 2023: 5,0%
  • Inflazione core 2024: 2,7%
  • Inflazione core 2025: 2,3%
  • Inflazione core 2026: 2,1%

Decisione di politica monetaria

Il Consiglio direttivo ha deciso oggi di mantenere invariati i tre tassi di interesse chiave della BCE. Sebbene negli ultimi mesi l’inflazione sia scesa, è probabile che nel breve termine riprenda temporaneamente a salire. Secondo le ultime proiezioni degli esperti dell’Eurosistema per l’area dell’euro, l’inflazione dovrebbe diminuire gradualmente nel corso del prossimo anno, prima di avvicinarsi all’obiettivo del 2% del Consiglio direttivo nel 2025. Nel complesso, gli esperti si aspettano che l’inflazione complessiva raggiunga una media del 5,4% nel 2023, 2,7 % nel 2024, 2,1% nel 2025 e 1,9% nel 2026. Rispetto alle proiezioni degli esperti di settembre, ciò equivale a una revisione al ribasso per il 2023 e soprattutto per il 2024.

L’inflazione di fondo si è ulteriormente attenuata. Ma le pressioni interne sui prezzi rimangono elevate, principalmente a causa della forte crescita del costo del lavoro per unità di prodotto. Gli esperti dell’Eurosistema prevedono che l’inflazione al netto di energia e alimentari sarà in media del 5,0% nel 2023, del 2,7% nel 2024, del 2,3% nel 2025 e del 2,1% nel 2026.

I passati aumenti dei tassi di interesse continuano a trasmettersi con forza all’economia. Condizioni di finanziamento più restrittive stanno frenando la domanda e ciò sta contribuendo a spingere verso il basso l’inflazione. Gli esperti dell’Eurosistema prevedono che la crescita economica rimarrà contenuta nel breve termine. Oltre a ciò, si prevede che l’economia si riprenderà grazie all’aumento dei redditi reali – poiché le persone beneficiano del calo dell’inflazione e dell’aumento dei salari – e al miglioramento della domanda estera. Il personale dell’Eurosistema prevede pertanto un aumento della crescita da una media dello 0,6% per il 2023 allo 0,8% per il 2024, e all’1,5% sia per il 2025 che per il 2026.

Il Consiglio direttivo è determinato a garantire che l’inflazione ritorni tempestivamente al suo obiettivo di medio termine del 2%. Sulla base della sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano a livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale al raggiungimento di questo obiettivo. Le future decisioni del Consiglio direttivo garantiranno che i suoi tassi ufficiali saranno fissati a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario.

Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio basato sui dati per determinare il livello e la durata adeguati della restrizione. In particolare, le sue decisioni sui tassi di interesse si baseranno sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei dati economici e finanziari in arrivo, della dinamica dell’inflazione di fondo e della forza di trasmissione della politica monetaria.

I tassi di interesse chiave della BCE sono lo strumento principale per definire l’orientamento della politica monetaria. Il Consiglio direttivo ha inoltre deciso oggi di portare avanti il ​​processo di normalizzazione del bilancio dell’Eurosistema. Intende continuare a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati nell’ambito del programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP) durante la prima metà del 2024. Nella seconda metà dell’anno intende ridurre il portafoglio PEPP di € In media 7,5 miliardi al mese. Il Consiglio direttivo intende interrompere i reinvestimenti nell’ambito del PEPP alla fine del 2024.

Tassi di interesse chiave della BCE
Il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali e i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi rimarranno invariati rispettivamente al 4,50%, 4,75% e 4,00%.

Programma di acquisto di asset (APP) e programma di acquisto di emergenza pandemica (PEPP)
Il portafoglio dell’APP sta diminuendo a un ritmo misurato e prevedibile, poiché l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Il Consiglio direttivo intende continuare a reinvestire integralmente il capitale rimborsato sui titoli in scadenza acquistati nell’ambito del PEPP durante la prima metà del 2024. Nella seconda metà dell’anno intende ridurre il portafoglio PEPP di 7,5 miliardi di euro al mese in media. Il Consiglio direttivo intende interrompere i reinvestimenti nell’ambito del PEPP alla fine del 2024.

Il Consiglio direttivo continuerà ad applicare flessibilità nel reinvestire i rimborsi in scadenza nel portafoglio PEPP, al fine di contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria legati alla pandemia.

Operazioni di rifinanziamento
Mentre le banche rimborsano gli importi presi in prestito nell’ambito delle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo valuterà regolarmente in che modo le operazioni mirate di prestito e il relativo rimborso in corso contribuiscono al suo orientamento di politica monetaria.

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Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del suo mandato per garantire che l’inflazione ritorni al suo obiettivo del 2% nel medio termine e per preservare il buon funzionamento della trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione della trasmissione è disponibile per contrastare dinamiche di mercato ingiustificate e disordinate che rappresentano una seria minaccia per la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di adempiere in modo più efficace al suo mandato di stabilità dei prezzi

Decisione sui tassi

La Bce ha deciso di lasciare invariati i 3 tassi: tasso interesse al 4,50%; tasso sui depsiti al 4,00% e le operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%.

Attesa per decisione tassi

Le Borse europee restano in attesa della decisione sui tassi, che sarà resa nota alle ore 14.15. Il tasso di riferimento è ora al 4,5% e non si prevedono rialzi.

Tonfo delle banche italiane

Sul Ftse Mib spicca il calo delle azioni delle principali banche: UniCredit -2,84%; Intesa Sanpaolo -0,95% e Banco Bpm -4,91%. Nella prospettiva di tassi di interesse più bassi, i margini di interesse delle banche possono diminuire, pesando sui conti degli istituti.

Spread Btp-Bund

In attesa della decisione Bce sui tassi di interesse e di eventuali indicazioni sulla fine anticipata del programma PEPP di acquisti di obbligazioni, lo spread Btp-Bund a 10 anni viaggia sui 172 punti

Euro dollaro

La coppia EUR/USD scambia in rialzo oltre la soglia di 1,0900. Il tasso di cambio è supportato dall’ampia debolezza del dollaro Usa e da un umore positivo del mercato azionario.

Apertura Borse europee

Le Borse europee hanno iniziato la seduta all’insegna dei guadagni, sulla scia dell’euforia di Wall Street nel dopo riunione Fed. Il Ftse Mib milanese sale dell’1,00%, il Dax tedesco aumenta dell’1,30% e il Cac francese è in rialzo dell’1,40%.

L’Euro Stoxx 50 sale dell’1,30%.

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