Riunione Bce, altro aumento dei tassi al 4,50%. Sarà l’ultimo rialzo? Le parole di Lagarde

Violetta Silvestri

14/09/2023

Riunione Bce oggi, 14 settembre: un nuovo aumento dei tassi da 25 punti base è arrivato. Ora il tasso di interesse è al 4,50%. Lagarde ha ribadito la lotta per il target al 2%.

Riunione Bce, altro aumento dei tassi al 4,50%. Sarà l’ultimo rialzo? Le parole di Lagarde

Riunione Bce oggi: ancora un altro aumento dei tassi da 25 punti base. Questo è stato appena annunciato da Francoforte.

Sui membri del board c’era la pressione di una decisione assai scomoda e complessa. L’economia dell’Eurozona è in bilico tra rischio elevato di una recessione (con la stagflazione tra gli scenari plausibili) e la possibilità che l’inflazione resti al di sopra del target del 2% a lungo.

Lagarde e gli altri funzionari hanno deciso di proseguire con la politica monetaria aggressiva, in vista di una inflazione prevista ancora “troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato”. La decisione è stata presa con una solida maggioranza, anche se ci sono state posizioni più caute che avrebbero preferito una pausa.

Pur non sbilanciandosi sulle future decisioni, sul documento si intuisce che questo potrebbe essere il livello di picco dei tassi, da mantenere per un po’:

“Il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo”

Le proiezioni economiche di settembre hanno inoltre rivisto al rialzo i prezzi al consumo per il 2023 e il 2024 e in deciso ribasso le stime sulla crescita dell’Eurozona. I prezzi energetici sono stimati ancora elevati, con la conseguenza di esercitare una pressione sull’inflazione soprattutto nel 2023 e nel 2024.

Per quanto riguarda la crescita, la Bce ha previsto che un inasprimento delle condizioni di finanziamento si ripercuoterà sulla domanda. Sommando ad essa anche la debolezza del contesto internazionale, il risultato è un peggioramento delle stime del Pil.

Nella consueta conferenza stampa, Lagarde ha ribadito ai giornalisti la fermezza nella lotta all’inflazione per giungere al target del 2%. I prezzi energetici potenzialmente più elevati e una crescita fiacca in questo momento rendono più cupe le previsioni, con maggiore fiducia già nel 2024.

L’approccio alle prossime decisioni sarà sempre legato fermamente ai dati in arrivo. La governatrice non ha quindi anticipato nulla, sebbene abbia ripetuto che questo potrebbe essere il livello dei tassi da mantenere a lungo (senza altri incrementi).

Dalla riunione Bce di settembre un altro rialzo tassi

Non ha parlato di picco e nemmeno di prossime decisioni certe, ma Lagarde ha lasciato intendere che quello di settembre è stato un rialzo che dovrebbe dare la giusta spinta all’inflazione affinché scenda verso il target del 2%.

Lagarde ha affermato che non c’è una risposta concreta alla fine dei rialzi dei tassi, poiché il Consiglio direttivo rimane dipendente dai dati – ma ha sottolineato che l’attuale pensiero della Bce è racchiuso nella dichiarazione secondo cui i tassi ai livelli attuali danno un “contributo sostanziale” alla lotta contro l’inflazione, se trattenuti abbastanza a lungo.

A orientare la decisione, come sempre, ci sono stati 3 fattori: prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, dinamica dell’inflazione di fondo e intensità della trasmissione della politica monetaria.

Lagarde ha spiegato che la politica restrittiva si sta facendo sentire e che con i numeri attuali il pericolo di pressioni di fondo elevate per l’inflazione ci sono. L’energia rimane il settore più caldo e rischioso in questo senso. La crescita attualmente è fiacca, ma si prevede un miglioramento già dal 2024.

Per quanto riguarda il Quantitative Tightening, il programma di acquisto di attività “si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile”, senza ulteriori novità. Per il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024.

In sintesi, i tassi di interesse aggiornati alla decisione Bce di settembre sono: tasso interesse al 4,50%, tasso deposito al 4,0%, operazioni di rifinanziamento marginale al 4,75%. Si è trattato del decimo aumento.

Proiezioni inflazione e Pil di settembre

Ci sono stati interessanti cambiamenti nelle proiezioni economiche aggiornate. Questi le nuove stime:

  • PIL nel 2023 allo 0,7% (in precedenza 0,9%)
  • PIL nel 2024 all’1,0% (in precedenza 1,5%)
  • PIL nel 2025 all’1,5% (in precedenza 1,6%)
  • Inflazione 2023 al 5,6% (in precedenza 5,4%)
  • Inflazione 2024 al 3,2% (in precedenza 3,0%)
  • Inflazione 2025 al 2,1% (in precedenza 2,2%)

Peggiorano, quindi, le previsioni di crescita di tutto il triennio, mentre per l’inflazione solo il 2025 vede un miglioramento. “La correzione al rialzo [dell’inflazione] riflette principalmente l’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia”, ha spiegato la Bce.

In lieve miglioramento le proiezioni dell’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, che si collocherebbe in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025.

Riunione Bce oggi: tassi al 4,50%. Cosa ha detto Lagarde

La decisione sui tassi è stata appena pubblicata, con un rialzo di tutti i tre i tassi della Bce di 25 punti base.

Di seguito, i punti salienti della decisione e della conferenza stampa di Lagarde.

Finisce la conferenza stampa

Lagarde ha risposto a tutte le domande previste e termina la sua conferenza.

Ripresa debole ora

La ripresa è debole e il momento è molto difficile, ma siamo fiduciosi in un miglioramento della ripresa nel 2024, specifica Lagarde.

Lagarde insiste sulla missione della Bce

Lagarde più volte ripete che la missione della Bce è la stabilità dei prezzi, non la stabilità di settori, come quello immobiliare. La difficoltà di questo settore c’è ed è evidente, ma la Bce non interviene su specifici settori.

Non siamo al picco

I tassi non sono al picco e non c’è una definizione di quale sia il livello di picco, chiarisce Lagarde.

Tassi alti per quanto tempo?

Non si è discusso per quanto tempo i tassi rimarranno alti al livello attuale, poiché tutto dipende dai dati: così sottolinea Lagarde.

Maggioranza nella decisione

Lagarde spiega che alcuni avrebbero preferito fare una pausa, ma alla fine la maggioranza è stata solida nel decidere il rialzo.

Tassi al picco?

Lagarde sottolinea che ora il livello dei tassi è sufficientemente alto da restare per poter influire sul calo dell’inflazione. Nessun accenno specifico alla prossima decisione, che sarà sempre orientata in base ai dati.

Considerazioni macroeconomiche

Lagarde specifica che è probabile che l’economia rimanga sottotono nei prossimi mesi. Il settore dei servizi, che era stato resiliente, sta ora rallentando. Gli indicatori recenti suggeriscono un terzo trimestre debole. Il mercato del lavoro rimane resiliente.

Politica sui tassi

I tassi rimarranno a livelli sufficientemente restrittivi per tutto il tempo necessario e sono stati aumentati per “rafforzare l’impegno verso il nostro obiettivo”, precisa Lagarde.

Lagarde spiega le nuove proiezioni

Lagarde sottolinea che i prezzi energetici e le pressioni di fondo rendono l’inflazione più elevata nel 2023 e nel 2024. Senza le componenti di cibo ed energia, le stime sui prezzi sono al ribasso.

La crescita è rivista al ribasso con le condizioni di inasprimento di finanziamento che colpisce di più la domanda.

Lagarde in conferenza

Inizia la conferenza stampa di Lagarde, con la lettura del documento ufficiale della decisione.

Euro dollaro in calo

Il cambio EUR/USD è sceso da 1,0730 a 1,0695 all’indomani della decisione della Bce, anche se oggi la banca centrale ha deciso un rialzo del tasso di 25 pb, una mossa solitamente a favore dell’euro.

Attesa per la conferenza stampa

Lagarde inizierà a parlare con i giornalisti tra pochi minuti. C’è molta attesa per le sue parole.

Proiezioni economiche aggiornate

La Bce ha così rivisto le stime economiche per l’Eurozona.

  • Tasso di inflazione pari in media al 5,6% nel 2023; al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025
  • Pil: 0,7% nel 2023; 1,0% nel 2024 e 1,5% nel 2025

Decisione di politica monetaria - documento

L’inflazione continua a diminuire, ma ci si attende tuttora che rimanga troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine. Al fine di progredire ulteriormente verso tale obiettivo, il Consiglio direttivo ha deciso oggi di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE.

L’incremento dei tassi di oggi rispecchia la valutazione del Consiglio direttivo delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria. Le proiezioni macroeconomiche di settembre formulate per l’area dell’euro dagli esperti della BCE indicano un tasso di inflazione pari in media al 5,6% nel 2023, al 3,2% nel 2024 e al 2,1% nel 2025, per effetto di una revisione al rialzo per il 2023 e il 2024 e al ribasso per il 2025. La correzione al rialzo riflette principalmente l’evoluzione più sostenuta dei prezzi dell’energia. Le pressioni di fondo sui prezzi restano elevate, sebbene la maggior parte degli indicatori abbia iniziato a ridursi. Gli esperti della BCE hanno lievemente rivisto al ribasso le proiezioni dell’inflazione al netto della componente energetica e alimentare, che si collocherebbe in media al 5,1% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,2% nel 2025. I passati incrementi dei tassi di interesse decisi dal Consiglio direttivo continuano a trasmettersi con vigore. Le condizioni di finanziamento si sono inasprite ulteriormente e frenano in misura crescente la domanda, che rappresenta un fattore importante per riportare l’inflazione all’obiettivo. Alla luce del maggiore impatto di tale inasprimento sulla domanda interna e dell’indebolimento del contesto del commercio internazionale, gli esperti della BCE hanno rivisto significativamente al ribasso le proiezioni per la crescita economica, che si porterebbe nell’area dell’euro allo 0,7% nel 2023, all’1,0% nel 2024 e all’1,5% nel 2025.

In base alla sua attuale valutazione, il Consiglio direttivo ritiene che i tassi di interesse di riferimento della BCE abbiano raggiunto livelli che, mantenuti per un periodo sufficientemente lungo, forniranno un contributo sostanziale a un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo. Le decisioni future del Consiglio direttivo assicureranno che i tassi di interesse di riferimento della BCE siano fissati su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario. Il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati nel determinare livello e durata adeguati della restrizione. In particolare, le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione delle prospettive di inflazione considerati i dati economici e finanziari più recenti, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria.

Tassi di interesse di riferimento della BCE
Il Consiglio direttivo ha deciso di innalzare di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento della BCE. Pertanto, i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale saranno innalzati rispettivamente al 4,50%, al 4,75% e al 4,00%, con effetto dal 20 settembre 2023.

Programma di acquisto di attività (PAA) e Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP)
Il portafoglio del PAA si sta riducendo a un ritmo misurato e prevedibile, dato che l’Eurosistema non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Per quanto riguarda il PEPP (pandemic emergency purchase programme), il Consiglio direttivo intende reinvestire il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma almeno sino alla fine del 2024. In ogni caso, la futura riduzione graduale del portafoglio del PEPP sarà gestita in modo da evitare interferenze con l’adeguato orientamento di politica monetaria.

Il Consiglio direttivo continuerà a reinvestire in modo flessibile il capitale rimborsato sui titoli in scadenza del portafoglio del PEPP, per contrastare i rischi per il meccanismo di trasmissione della politica monetaria riconducibili alla pandemia.

Operazioni di rifinanziamento
A fronte dei rimborsi degli importi ricevuti dalle banche nelle operazioni mirate di rifinanziamento a più lungo termine, il Consiglio direttivo riesaminerà regolarmente come le operazioni mirate e i rimborsi in atto contribuiscono all’orientamento della politica monetaria.

***

Il Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione ritorni all’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria. Inoltre, lo strumento di protezione del meccanismo di trasmissione della politica monetaria può essere utilizzato per contrastare ingiustificate, disordinate dinamiche di mercato che mettano seriamente a repentaglio la trasmissione della politica monetaria in tutti i paesi dell’area dell’euro, consentendo così al Consiglio direttivo di assolvere con più efficacia il proprio mandato della stabilità dei prezzi.

Decisione sui tassi

Tassi più alti di 25 punti base:

  • tassi deposito: 4,00%
  • tassi interesse: 4,50%
  • operazioni di rifinanziamento marginale: 4,75%

Attesa per i tassi

Alle ore 14.15 saranno pubblicati i nuovi tassi Bce. Rialzo o tutto invariato?

Ftse Mib in lieve rialzo

Torna positivo il listino milanese e guadagna lo 0,07% con le banche, però, che scambiano in rosso. C’è pressione sugli istituti finanziari italiani per le sorti della tassa extraprofitti e in attesa di una possibile nuova stretta Bce.

Euro dollaro

la coppia EUR/USD è entrata in una fase di consolidamento su 1,0737. Gli operatori si astengono dal piazzare nuove scommesse sul tasso di cambio prima degli annunci politici critici della Bce.

Borse europee fiacche

Le Borse europee aprono la seduta in territorio negativo, in attesa di una decisione difficile e in ogni caso complicata per inflazione elevata e rischio recessione. Il Ftse Mib milanese è in calo dello 0,31%. Dax tedesco e Cac francese perdono rispettivamente lo 0,07% e lo 0,15%. L’Euro Stoxx 50 è in ribasso dello 0,10%.

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