Prescrizione crediti lavoro 2024: termini e decorrenza per stipendi, straordinari, Tfr

Ilena D’Errico

2 Marzo 2024 - 18:17

Le regole sulla prescrizione dei crediti da lavoro nel 2024: i termini e la decorrenza per gli stipendi, gli straordinari e il Tfr non pagati. Ecco fino a quando è possibile pretendere il pagamento.

Prescrizione crediti lavoro 2024: termini e decorrenza per stipendi, straordinari, Tfr

I crediti da lavoro sono soggetti a prescrizione, dunque c’è un tempo massimo previsto dalla legge per poterne pretendere il pagamento, oltre il quale il datore di lavoro non sarà più obbligato. Non esiste una norma specifica che regola la prescrizione dei crediti da lavoro, così, essendo molto variegati, i termini variano a seconda del tipo di credito.

La giurisprudenza, tuttavia, prevede specifiche regole sulla decorrenza di questa prescrizione, in considerazione del particolare rapporto tra le parti. Ecco cosa c’è da sapere, come si calcola la prescrizione di stipendi, straordinari, Tfr e altri crediti da lavoro non pagati e cosa decorre nel 2024.

I termini di prescrizione dei crediti da lavoro

Come anticipato, ai crediti da lavoro si applicano le norme sulla prescrizione civile, che prevedono come tempi ordinari 10 anni. Non tutti i crediti da lavoro, però, sono sottoposti alla prescrizione ordinaria. La legge, infatti, impone una prescrizione breve pari a 5 anni per tutti i crediti il cui pagamento doveva avvenire con frequenza periodica, almeno una volta all’anno.

Di conseguenza, si prescrivono in 5 anni i seguenti crediti da lavoro:

  • Stipendi mensili non versati.
  • Tredicesima.
  • Quattordicesima.
  • Gratifiche.
  • Premi di produzione e rendimento.
  • Differenze retributive per errori in busta paga.
  • Straordinari non pagati.
  • Differenze di stipendio per diverso inquadramento o qualifica.
  • Crediti spettanti per lo svolgimento di mansioni superiori.
  • Tfr, a prescindere dal contratto, in quanto viene comunque accantonato su base mensile.

Si tratta di crediti da lavoro che il dipendente dovrebbe ricevere periodicamente, senza dubbio almeno annualmente o perfino mensilmente. Il Trattamento di fine rapporto rientra in questa casistica indipendentemente dalle modalità di erogazione previste dal contratto, in quanto è astrattamente accantonato ogni mese di lavoro e dunque con periodicità.

Al contrario, i crediti da lavoro spettanti una tantum o comunque con frequenza inferiore a una volta all’anno si prescrivono in 10 anni, come:

  • Premi di fedeltà.
  • Indennità di trasferimento.
  • Diritti per il passaggio di qualifica.
  • Tutte le erogazioni previste una tantum.
  • Indennità sostitutive per ferie e permessi non goduti.
  • Risarcimento dei danni per il mancato versamento dei contributi previdenziali.
  • Crediti derivanti da riqualificazione del rapporto lavorativo.

Da quando decorre la prescrizione dei crediti da lavoro

Come anticipato, la giurisprudenza - soprattutto la Corte di Cassazione - ha fissato nel tempo particolari regole sulla decorrenza della prescrizione dei crediti da lavoro. Di norma, infatti, la prescrizione decorre dal momento in cui era atteso il pagamento o è avvenuto il fatto che ha dato diritto di credito. L’applicazione di questo principio generale anche ai crediti da lavoro, tuttavia, non tutela affatto i dipendenti.

È difficile pensare che questi ultimi possano o riescano a pretendere l’adempimento nel corso degli anni di lavoro, perché una diffida o a maggior ragione una causa civile comprometterebbero i rapporti con il datore di lavoro. Ovviamente, secondo la legge non sono ammesse ritorsioni personali sul dipendente, che legalmente non può perdere il posto di lavoro per aver esercitato il proprio diritto.

Allo stesso tempo, la giurisprudenza deve garantire l’applicazione della legge e dei suoi principi all’interno della realtà, dove si può facilmente presumere che il lavoratore rinunci a creare ostilità con il proprio datore, anche considerando le lunghezze medie delle cause civili e la predominanza del rimedio del risarcimento in luogo del reintegro. Per questo motivo, i giudici fanno iniziare la decorrenza della prescrizione dalla cessazione del rapporto di lavoro.

Non è importante il motivo per cui il rapporto di lavoro termina, da quel momento inizia a decorrere la prescrizione perché il creditore non è più impossibilitato ad adire le vie legali, prescindendo dalla durata del rapporto di lavoro. Per interrompere la prescrizione servono infatti richieste formali di pagamento, iniziando con la diffida (tramite raccomandata a/r o pec che certificano la data di notifica) e finendo con la riscossione forzata in caso di continuo inadempimento.

Prescrizione dei crediti da lavoro nel 2024

Conoscendo le regole sulla prescrizione dei crediti da lavoro è facile capire che quest’anno si prescrivono (o si sono prescritti, a seconda della data precisa):

  • i crediti da lavoro periodici per rapporti lavorativi cessati nel 2019;
  • i crediti da lavoro non periodici per i rapporti lavorativi cessati nel 2014.

I crediti da lavoro che il dipendente matura nel 2024, invece, cominceranno la decorrenza soltanto al termine del rapporto. Ipotizzando che sia quest’anno, si avrà la prescrizione per i crediti attesi una tantum nel 2034 e per gli altri, compresi Tfr, stipendi e straordinari, nel 2029.

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