Neuralink Elon Musk, cos’è e a cosa serve il chip Telepathy

Giorgia Bonamoneta

30 Gennaio 2024 - 19:24

Elon Musk punta tutto su Neuralink. Il nuovo impianto Telepathy è stato impiantato nel primo essere umano. Via alla sperimentazione. Come funziona?

Neuralink Elon Musk, cos’è e a cosa serve il chip Telepathy

Elon Musk abbiamo imparato a conoscerlo nel corso degli anni. L’uomo più ricco al mondo che ha fatto la sua fortuna con l’azienda Tesla e le sue auto elettriche, è un visionario, un sognatore, una persona che non si pone limiti. Oltre a Tesla nel corso degli anni ha dato vita a diversi altri progetti che vanno dalla conquista dello spazio con l’azienda SpaceX, alla ricerca scientifica con la creazione della Neuralink Corp, fondata nel 2016 insieme a 7 scienziati.

La Neuralink Corp. di Elon Musk punta a rivoluzionare il mondo migliorando la vita di milioni di persone che soffrono di paralisi, ictus, morbo di Lou Gehrig e perdita dell’udito e della vista. In che modo? Tramite la creazione di un chip da installare nel cervello in grado di fargli raggiungere una simbiosi con l’intelligenza artificiale e migliorare così il loro stile di vita.

Le sperimentazioni vanno avanti da anni sugli animali e su questo diverse critiche sono arrivate da gruppi di animalisti che hanno accusato la società di crudeltà nei confronti delle scimmie, dei maiali e degli altri mammiferi su cui finora sono stati testati gli impianti. L’accusa è di averne uccisi oltre 1.500. Ma adesso la ricerca è andata avanti e ha mosso lo step successivo: l’impianto del chip in un cervello umano. Il prodotto si chiama Telepathy e promette di essere una rivoluzione.

Cos’è davvero Telepathy: com’è fatto e come dovrebbe funzionare

Dopo tanto lavoro, il primo prototipo di chip prodotto da Neuralink ha preso vita. Si chiama “Telepathy” ed dice di essere in grado di connettere il cervello umano alle macchine. Fantascienza o realtà? Sembra che il progetto di Elon Musk sia passato dalla sperimentazione su animali a quella sugli esseri umani. Il primo uomo, di cui non si conosce l’identità né le condizioni di salute che lo hanno portato a tale scelta, ha ricevuto il suo impianto.

L’esperimento prevede l’innesco di un impianto composto da piccoli dischi e una serie di fili che sono in grado di tradurre i segnali cerebrali in azioni su device, come un computer o uno smartphone. Almeno è quello che racconta Elon Musk nell’annuncio dato in pasto ai social.

Com’è fatto Telepathy? L’impianto è composto da cinque elementi: una capsula, una batteria, un chip, 1024 elettrodi e una parte elettronica. La capsula è quella esterna che contiene tutto l’impianto ed è quella che viene inserita nel cervello del soggetto.

La batteria è stata resa performante e può essere ricaricata dall’esterno. I chip e la parte elettronica, cioè quella che trasmette ai dispositivi, insieme ai 1024 elettrodi (distribuiti su 64 fili ultrasottili e collegati al cervello) si trovano sempre all’interno della stessa capsula.

Come viene impiantato il progetto Telepathy di Neuralink?

L’impianto è chiaro: piccolo e ben inserito in una capsula. L’intervento per inserirlo nel cervello invece potrebbe essere più complesso. Secondo quanto raccontato, l’intervento chirurgico richiede grande precisione.

Telepathy è formato da fili di dimensioni microscopiche e per questo può essere inserito solo da un robot. La tecnica prevede l’utilizzo di ottiche ultrasensibili e un ago più sottile di un capello per tessere i circuiti nel cervello.

Al momento non si conosce l’identità della prima persona che si è sottoposta all’esperimento. Si può immaginare però che sia un soggetto costretto all’immobilità a causa di un qualche trauma alla colonna vertebrale.

Lo aveva spiegato Musk: i primi utenti saranno quelli che hanno perso l’uso di arti. Così da settembre l’azienda era alla ricerca di volontari con tetraplegia dovuta a lesioni del midollo spinale cervicale o a sclerosi laterale amiotrofica (SLA). Il soggetto dell’esperimento quindi dovrebbe essere una persona con queste caratteristiche e pronto a sfidare l’innovazione di un simile chip.

Le difficoltà burocratiche del progetto: un progetto in ritardo

Neuralink è un progetto ambizioso, la cui riuscita potrebbe cambiare la vita di molte persone in meglio. È chiaro però che presenta diverse problematiche e molti dubbi sull’etica della sperimentazione. Dalla fondazione dell’azienda, nel 2016, solo nel 2022 si è fatto un primo passo avanti da un punto di vista burocratico.

La Food and drug administration (Fda), l’agenzia governativa americana che si occupa di regolamentare i prodotti farmaceutici, ha spiegato che l’ok alla sperimentazione ha tardato ad arrivare perché l’azienda stessa non aveva mandato alcuni documenti. Così dopo un primo giro a vuoto e una seconda richiesta rifiutata a causa delle preoccupazioni per la sicurezza dell’impianto, solo oggi è stato possibile confermare il primo passo verso la sperimentazione sugli esseri umani.

Molti i dubbi: danni permanenti, impossibilità di rimuovere il chip, il rischio legato alle batterie al litio e diversi altri. Alla fine l’ok, lo scorso maggio, a un primo passo verso un essere umano con capacità telepatiche (da qui il nome) sui dispositivi elettronici connessi al suo cervello.

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