Massacro di Ponticelli, cos’è successo e chi sono Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo

Luna Luciano

12 Marzo 2023 - 13:55

Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo sono le persone accusate e condannate per il massacro di Ponticelli, eppure i tre si sono sempre dichiarati innocenti. Ecco cosa è accaduto

Massacro di Ponticelli, cos’è successo e chi sono Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo

Gridano ancora alla loro innocenza Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo, i quali nel 1983 furono accusati e poi condannati per il massacro di Ponticelli, uno dei crimini più efferati che siano stati commessi in Italia.

I tre, all’epoca ventenni, furono accusati di aver rapito, seviziato, stuprato e ucciso due bambine del Rione Incis nel quartiere Ponticelli a Napoli: Barbara Sellini di soli 7 anni e Nunzia Munizzi di appena 10 anni. I loro corpi furono ritrovati semi carbonizzati.

La storia delle due vittime, Barbara Sellini e Nunzia Munizzi, e di Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo è diventato l’oggetto dell’inchiesta di Inside, lo spinoff de Le Iene che andrà in onda proprio questa sera su Italia uno alle 20.30.

Ciò che i tre e la commissione Antimafia rimproverano alle forze dell’ordine e giudiziarie dell’epoca sono le evidenti carenze investigative che portarono all’incarcerazione di Imperante, La Rocca e Schiavo, quando le testimonianze delle amiche di Nunzia e Barbara portavano a un altro nome.

Davanti a una simile vicenda è giusto ricordare cosa accadde, come si svolsero le indagini e chi sono e dove sono oggi i tre accusati del massacro di Ponticelli

Massacro di Ponticelli, il caso: cos’è successo

Barbara Sellini e Nunzia Munizzi erano due bambine di 7 e 10 anni che abitavano nello stesso palazzo nel quartiere di Ponticelli, alla periferia di Napoli. La sera del 2 luglio 1983, alle 19.30 le due bambine uscirono di casa ma non fecero mai ritorno e solo il 3 luglio i loro corpi furono ritrovati abbracciati e carbonizzati in un cantiere lì vicino. Stando all’autopsia del medico legale, le bambine erano state torturate con un coltello a serramanico e Nunzia sarebbe stata anche vittima di violenza sessuale. Dopo averle uccise, i corpi sarebbero stati posizionati in forma di abbraccio e poi dati alle fiamme.

A poche ore dal ritrovamento, una loro compagna di scuola, Antonella Mastrillo, avrebbe raccontato alle forze dell’ordine ciò che aveva detto alla madre la sera prima, la bambina aveva visto le due compagne allontanarsi a bordo di una Fiat 500 blu con un fanalino rotto e un cartello“ vendesi”. In seguito, si scoprì che quella sera una loro terza amica le avrebbe dovute raggiungere, Silvana Sasso, ma la nonna insospettita non la fece uscire, salvandole la vita.

La bambina raccontò in seguito agli inquirenti che avrebbero dovuto incontrare un uomo di nome Gino, detto anche “Tarzan tutte lentiggini”, biondo e riccio, il quale avrebbe comprato loro un gelato. Seguendo tale pista, gli inquirenti trovarono un venditore ambulante Corrado Enrico, il quale ammise di lavorare nel rione Incis, dove vi si sarebbe recato anche il giorno della scomparsa e confermò di avere una Fiat 500 blu con un fanale rotto. Non solo.

Sembra che Corrado Enrico, detto “Maciste”, avrebbe risposto di essere attratto dai bambini e di fare abuso di alcool e che avrebbe saputo della tragedia dai giornali e dalle foto pubblicate dei due corpi - ma le immagini non furono mai diffuse. Nonostante la moglie avesse smentito anche il suo alibi sull’orario di rientro a casa e nonostante lo stesso uomo pochi mesi prima fu accusato di violenza su un bambino, gli inquirenti lo rilasciarono. L’uomo poco dopo fece rottamare la sua Fiat 500 che non era sotto sequestro. A questo punto le indagini continuano e spuntano i nomi di Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo.

Massacro di Ponticelli: chi sono Ciro Imperante, Giuseppe La Rocca e Luigi Schiavo

Durante le indagini fu ascoltato anche il fratello maggiore di Antonella Mastrillo, Carmine Mastrillo. Più volte interrogato, il ragazzo avrebbe “confessato” a un elemento di spicco della camorra di Ponticelli poi pentito, Mario Incarnato, di sapere chi fossero gli assassini: Ciro Imperante, Luigi Schiavo e Giuseppe La Rocca, tre giovani incensurati. I tre avrebbero incontrato Mastrillo alle 20.30 (un’ora e mezza dopo la scomparsa) raccontandogli cosa fosse accaduto.

Tante cose non tornano: nessuno degli accusati ha una 500 blu e nessuno li ha visti sul posto dell’omicidio, eppure nel giro di pochissimo tempo i tre ragazzi furono arrestati e condannati all’ergastolo, diventando noti per il massacro come i “mostri di Ponticelli”. Per ben tre volte a Schiavo, La Rocca e Imperante è stata negata la revisione del processo, nonostante i tre si siano sempre battuti per la loro innocenza.

A supportare la loro innocenza anche la Commissione Antimafia, la quale ha accertato che all’epoca vi furono carenze investigative, possibili depistaggi della camorra. A credere fermamente nella loro innocenza anche l’ex giudice Ferdinando Imposimato che già nel 2012 con un dossier di 1400 pagine chiese la revisione del processo. Intanto, dopo 27 anni di carcere, i tre uomini sono stati rilasciati nel 2010 per buona condotta, e tutt’oggi chiedono la riapertura del caso, rinunciando preventivamente a qualsiasi risarcimento per ingiusta detenzione. A oggi l’unica cosa che interessa ai tre ormai sessantenni è quella di poter “ripulire il proprio nome da quell’orrendo marchio di infamia”.

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