Mario Meneguzzi, chi era lo zio di Emanuela Orlandi e perché è innocente fino a prova contraria

Alessandro Cipolla

11 Luglio 2023 - 13:04

Caso Emanuela Orlandi: il Vaticano ha consegnato alla Procura di Roma delle lettere riguardanti Mario Meneguzzi, lo zio della ragazza scomparsa a Roma quarant’anni fa.

Mario Meneguzzi, chi era lo zio di Emanuela Orlandi e perché è innocente fino a prova contraria

Chi era Mario Meneguzzi? Una domanda questa più che attuale viste le ultime novità in merito alla scomparsa di Emanuela Orlandi, la giovane ragazza rapita nel pieno centro di Roma nel giugno del 1983, ormai oltre quarant’anni fa.

La scomparsa di Emanuela Orlandi - che fa il paio con quella di un’altra ragazza romana, Mirella Gregori, avvenuta un mese prima - rappresenta uno dei casi di cronaca nera che fanno parte di diritto del novero dei “misteri italiani”.

Un caso irrisolto che ha ispirato libri e film oltre a decine di inchieste giornalistiche; del resto gli ingredienti del perfetto noir ci sono tutti: il Vaticano a fare sfondo, il ruolo della banda della Magliana, quello dei Lupi Grigi, gli intrecci politico-finanziari della Santa Sede e il delicato contesto geopolitico di quegli anni.

In mezzo c’è lei, Emanuela Orlandi, una cittadina vaticana di soli quindici anni svanita nel nulla nel giugno del 1983 come accaduto prima di lei a Mirella Gregori. Dopo anni di processi infruttuosi, indagini, rivelazioni, voci e depistaggi, alcuni mesi fa il Vaticano ha deciso di riaprire il caso della ragazza scomparsa.

Da qui le novità delle ultime ore, con il Vaticano che avrebbe consegnato alla Procura di Roma delle lettere riguardanti Mario Meneguzzi, lo zio di Emanuela Orlandi che per anni è stato il portavoce della famiglia.

Mario Meneguzzi: chi è lo zio di Emanuela Orlandi

Premessa necessaria: al momento non c’è alcuna prova che possa collegare Mario Meneguzzi alla scomparsa di Emanuela Orlandi, sua nipote. Pietro il fratello della ragazza scomparsa subito ha parlato di un tentativo di “scaricare la responsabilità sulla famiglia”.

Mario Meneguzzi non può difendersi dalle accuse visto che è scomparso da tempo; era il cognato di Ercole Orlandi, padre della ragazza, avendo sposato la sorella Lucia Orlandi.

Meneguzzi aveva tre figli e quando la nipote è scomparsa di lavoro era direttore della caffetteria della camera dei Deputati: dopo il rapimento a lui fu affidato il delicato incarico di portavoce della famiglia, con il compito anche di tenere i rapporti con i rapitori, veri o presunti tali.

Il suo ruolo durante la prima fase del rapimento fu così centrale, attirandosi anche delle voci di vicinanza agli apparati dei servizi segreti. Altre voci furono quelle dei presunti abusi di Meneguzzi a Natalina, la più grande delle sorelle Orlandi.

La Procura vaticana adesso avrebbe consegnato a quella di Roma un carteggio tra l’allora segretario di Stato vaticano Agostino Casaroli e un altro sacerdote, che si trovava in Colombia, che così rispose a precisa domanda sulle presunte molestie “sì, è vero, Natalina è stata oggetto di attenzioni morbose da parte dello zio, me lo confidò terrorizzata: le era stato intimato di tacere oppure avrebbe perso il lavoro alla Camera dei Deputati dove Meneguzzi, che gestiva il bar, la aveva fatta assumere qualche tempo prima”.

Per Pietro Orlandi si tratterebbe di “fango”, mentre la sua legale Laura Sgrò ha aggiunto che “di questa vicenda si era già occupata la magistratura italiana nei primi anni Ottanta senza arrivare ad alcun esito; spero che queste non siano le uniche carte, che non sono affatto una novità, che la procura Vaticana ha inviato alla procura di Roma”.

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