La recessione ci sarà perché la vogliono le banche centrali

Violetta Silvestri

07/11/2022

Recessione per fermare l’inflazione? Questa è la ricetta, pericolosa, delle banche centrali, anche della Bce. A spiegarlo il premio Nobel per l’economia Card: lo scenario è cupo, anche per l’Italia.

La recessione ci sarà perché la vogliono le banche centrali

Le banche centrali mondiali, con Bce e Fed in primo piano, fermeranno l’inflazione a colpi di recessione?

Questo si stanno chiedendo analisti, politici, esperti in economia e finanza, con i mercati che sempre più spesso stanno andando in “tilt” poiché scossi da previsioni di decrescita e prezzi elevati ancora per molto.

Il contesto in cui ci troviamo è assai complesso, soprattutto in Europa, così coinvolta nelle ripercussioni della guerra in Ucraina. L’approvvigionamento di gas è un’incognita, i prezzi energetici continuano a salire, diverse aziende si stanno fermando perché le materie prime costano troppo.

Intanto, con un’inflazione a doppia cifra in Eurozona e nella stessa Italia, la Bce sta portando avanti una politica molto severa sui tassi di interesse, aumentati al 2% dopo l’incontro di ottobre.

Il costo del denaro così elevato deve scoraggiare investimenti e richieste di prestiti, ovvero la domanda, per freddare le aspettative di inflazione: questo è il messaggio di Lagarde. Nel frattempo, però, con prezzi elevati guidati da fattori esterni come il conflitto, i segnali di un peggioramento economico in Europa sono molti: mutui più onerosi, crediti a rischio per le banche, potere di acquisto in caduta libera, crescita economica degli Stati bloccata.

Il premio Nobel per l’economia del 2021, David Card, studioso di salario minimo e occupazione, non ha dubbi: la recessione è l’obiettivo della Bce e delle banche centrali.

L’obiettivo delle banche centrali è la recessione

Un ragionamento lucido, ma allarmante quello dell’economista e studioso David Card: la strada tracciata dalle banche centrali ci sta portando diritti verso la recessione. E l’Italia vedrà un peggioramento delle condizioni di lavoro.

Il premio Nobel per l’Economia, intervistato da La Stampa, ha chiarito le intenzioni della Bce e, in generale, delle banche centrali, mettendo in guardia su conseguenze economiche devastanti:

“Le banche centrali vogliono recessione e perdita di potere d’acquisto. Fed e Bce sono convinte che sia l’unico modo per tenere l’inflazione sotto controllo. D’altra parte si muovono solo sulla base di aspettative future, e nonostante ripetano di voler evitare una recessione, fanno di tutto per portarci in una recessione profonda. Non sarà forse dura come quella del 1980, ma non sarà semplice”

I tassi di interesse aumenteranno ancora a detta dell’esperto, “fino a quando salari e prezzi saliranno meno del 2,5%.”

Tutto questo si ripercuoterà innanzitutto sul mondo del lavoro e, quindi, sui redditi delle famiglie. Nonostante il potere di acquisto delle persone sia già sotto assedio in Europa, con le catene di approvvigionamento non ancora ristabilite, bollette energetiche sempre più care e un euro debole sul dollaro, l’obiettivo della Bce è rallentare ancora la domanda di consumi per frenare i prezzi.

Tuttavia, questa strategia di costo del denaro alto e salari fermi, ha sottolineato Card, avrà effetti negativi, con prestiti e mutui più costosi per le famiglie. I settori dipendenti dal credito, come l’automotive, subiranno il colpo. “E con più disoccupati, tanti debiti diventeranno meno sostenibili”, ha ricordato l’esperto.

In Italia i salari possono crollare

Da studioso del salario minimo e dell’occupazione, Card si è soffermato su possibili stime sul mondo del lavoro in Italia.

Con una Bce così aggressiva sui tassi di interesse, il nostro Paese può registrare anche una riduzione dei salari dal 2% al 5%. La disoccupazione, con un tasso fermo al 7,9% a settembre, può schizzare al 10%.

L’Italia, che vedrà una crescita più lenta nel 2023 allo 0,6% secondo l’aggiornamento Nadef - ma allo 0% per le stime di Moodys - rischia quindi mesi molto difficili mentre i tassi di interesse aumentano ancora.

Come evitare una recessione profonda?

Il premio Nobel Card ha evidenziato che, in uno scenario di così gravi incertezze, sarà fondamentale che i Governi mantengano le reti di protezione adeguate per i redditi più bassi e per i lavoratori:

“i redditi universali devono essere modulati in modo da essere un incentivo e non un disincentivo al lavoro. Serve un’imposta negativa sui redditi per premiare chi lavora e punitiva per i comportamenti parassitari”

Inoltre, ci sono due fattori pr Card che possono spingere l’economia mondiale verso una duratura ripresa: un negoziato Russia-Ucraina e l’allentamento delle politiche zero-Covid in Cina.

In attesa di queste svolte, la Bce continuerà ad alzare i tassi, con tutte le conseguenze previste. Compresa la recessione.

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