Italiani all’estero 2024, ecco quali sono le tasse da pagare

Patrizia Del Pidio

5 Febbraio 2024 - 17:45

Per chi si trasferisce all’estero è obbligatorio pagare le tasse anche all’Italia? Come funziona la tassazione di chi sposta la propria residenza in un Paese estero?

Italiani all’estero 2024, ecco quali sono le tasse da pagare

Italiani all’estero, come funziona la tassazione nel 2024? Molti italiani, negli ultimi decenni, hanno deciso di lasciare il Paese di origine per trasferirsi all’estero. I motivi possono essere i più disparati e possono andare da motivazioni lavorative a quelle di ricerca di un clima migliore. La cosa certa è che molti italiani, però, hanno spostato la propria residenza per sfuggire alla pressione fiscale che c’è nel nostro Paese e che, in molti casi, diminuisce così tanto il potere di acquisto di una famiglia da non permettere di arrivare a fine mese in modo dignitoso.

Nonostante questo, ancora oggi, regna una grande confusione per quel che riguarda le tasse che deve pagare chi è all’estero: ci si deve attenere a quanto richiesto dal Fisco Italiano o le tasse sono dovute nel Paese in cui si vive? Quando si rischia di pagare le tasse due volte?

L’Agenzia delle Entrate, proprio per sciogliere questi dubbi ha redatto e reso pubblica una guida sulla tassazione degli italiani all’estero con lo scopo di evitare la doppia imposizione a chi ha trasferito la propria residenza in un altro Paese.

Il punto saliente, ovviamente è quello di evitare di pagare due volte le tasse. Ma vengono chiariti anche dubbi su quando bisogna iscriversi all’Aire e quando si risulta ancora fiscalmente residenti in Italia. Vediamo, quindi, di chiarire tutti i dubbi dei lavoratori Italiani che si sono trasferiti all’estero.

Italiani all’estero 2024: ecco quali sono le tasse da pagare

La maggior parte di coloro che emigrano all’estero lo fa per sfuggire al sistema di tassazione italiano e anche per trovare un clima migliore (che nella maggior parte dei casi permette anche di risparmiare: niente riscaldamenti in inverno e nessuna climatizzazione in estate se si sceglie un posto con clima mite tutto l’anno). Tassazione minore, costo della vita più basso e meno spese, infatti, sono uno dei mix che maggiormente attraggono coloro che vogliono espatriare dall’Italia.

Sono, però, diversi i dubbi e i problemi sulla tassazione prevista per gli italiani all’estero.

L’Agenzia delle Entrate il 17 settembre 2017 ha pubblicato la guida “Lavoratori italiani all’estero: come evitare la doppia tassazione e usufruire del credito d’imposta”, in cui affronta diverse tematiche proprio riguardo la tassazione dei redditi prodotti all’estero da soggetti fiscalmente residenti in Italia, tra cui come evitare la doppia imposizione, come funziona il credito per le imposte pagate all’estero, quando è necessario iscriversi all’Aire. Si tratta di una guida che ancora oggi è valida con le indicazioni che fornisce.

Si allega di seguito la guida completa e, successivamente, l’analisi di alcuni dei punti principali.

Tassazione redditi da lavoro italiani all’estero - guida dell’Agenzia delle Entrate
Scarica la guida delle Entrate con le istruzioni sulla tassazione dei redditi da lavoro prodotti dagli italiani in Paesi esteri

Lavoratori italiani all’estero: ecco quando le imposte sui redditi si pagano in Italia

A stabilire se le imposte sui redditi prodotti all’estero si pagano o meno in Italia bisogna considerare il concetto di residenza fiscale. Dal 1° gennaio 2024 il concetto di residenza fiscale, proprio per determinare il pagamento delle tasse anche per chi risiede all’estero, è cambiato

In linea generale, dunque, possiamo affermare che per stabilire dove un cittadino è tenuto a pagare le imposte sui redditi percepiti occorre considerare il concetto di “residenza fiscale”. Ai fini del pagamento delle imposte sui redditi, si considerano fiscalmente residenti in Italia le persone che:

  • per la maggior parte del periodo d’imposta (cioè, per almeno 183 giorni all’anno) sono iscritte nelle Anagrafi comunali della popolazione residente in Italia;
  • hanno nel territorio dello Stato il domicilio o la residenza
  • si sono trasferiti in uno dei Paesi a fiscalità privilegiata (salvo prova contraria).

La modifica apportata al concetto di residenza fiscale nel 2024 dall’’articolo 1 del D.Lgs 209 del 27 dicembre 2023, ai fini del pagamento delle imposte cambia il criterio con cui è determinata la residenza fiscale delle persone fisiche andando ad agire sul concetto di domicilio inteso, ora, non più come previsto dall’ambito civilistico, ma che identifica il luogo dove si sviluppano le relazioni sociali e personali di un soggetto. Il domicilio fiscale, quindi, riguarda sia la sfera patrimoniale che quella personale.
Fermo restando, quindi, che per essere assoggettati alla tassazione in Italia è necessario aver dimorato nel nostro Paese per la maggior parte dell’anno, il domicilio va individuato nel luogo dove si sviluppano i rapporti personali e familiari del contribuente.

I cittadini che, pur lavorando e producendo redditi all’estero mantengono la residenza in Italia hanno l’obbligo di pagare le imposte in Italia, in base al World Wide Taxation Principle. Per le imposte pagate a titolo definitivo nei Paesi in cui i redditi sono stati percepiti è previsto un credito d’imposta ai sensi dell’art. 165 del Tuir:

Se alla formazione del reddito complessivo concorrono redditi prodotti all’estero, le imposte ivi pagate a titolo definitivo su tali redditi sono ammesse in detrazione dall’imposta netta dovuta fino alla concorrenza della quota d’imposta corrispondente al rapporto tra i redditi prodotti all’estero ed il reddito complessivo al netto delle perdite di precedenti periodi d’imposta ammesse in diminuzione”.

Iscrizione all’AIRE

I cittadini italiani che risiedono all’estero per più di 12 mesi possono richiedere l’iscrizione all’Aire, l’anagrafe degli italiani residenti all’estero.

Chi trasferisce la propria residenza da un comune italiano all’estero (anche se in un Paese dell’Unione Europea), entro 90 giorni dal trasferimento della residenza deve iscriversi all’AIRE presso l’Ufficio consolare competente per territorio. Con l’iscrizione all’AIRE, che è gratuita, si viene cancellati dall’Anagrafe della popolazione residente del Comune italiano di provenienza.

I cittadini italiani che lavorano all’estero, che non risultano iscritti all’Aire e quindi sono fiscalmente residenti in Italia devono presentare ogni anno la dichiarazione dei redditi e pagare le imposte dovute.

In caso di omessa o incompleta presentazione della dichiarazione dei redditi non sarà possibile usufruire della detrazione delle imposte pagate all’estero disciplinata dal citato art. 165 del Tuir.

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