Inizia la settimana delle banche centrali: la Cina inietta ancora liquidità

Violetta Silvestri

19/09/2022

Le banche centrali sono protagoniste assolute delle settimana appena iniziata. I mercati attendono le mosse di Fed, Bank of England e non solo. Intanto, la banca cinese è di nuovo intervenuta.

Inizia la settimana delle banche centrali: la Cina inietta ancora liquidità

I mercati iniziano una settimana cruciale, segnata dagli interventi delle banche centrali in diversi Paesi.

Le azioni sono in diminuzione, mostrando prudenza, poiché gli investitori attendono una serie di decisioni sui tassi di interesse nei prossimi giorni e dopo che le azioni globali hanno segnato la loro settimana peggiore da quando hanno toccato il minimo di quest’anno a giugno.

In Cina, intanto, stamane la People’s Bank of China ha agito con una nuova iniezione di liquidità.

Gli investitori dovranno probabilmente affrontare la potenziale volatilità delle decisioni politiche di questa settimana da parte della Banca d’Inghilterra, della Banca del Giappone e di una serie di altre banche centrali.

Nel valutario, scosso dal dollaro forte e sostenuto da una Fed stimata come aggressiva, venerdì 16 settembre, la sterlina britannica è scesa al livello più debole nei confronti del dollaro dal 1985 e lo yen rimane ancora sotto pressione, sebbene si sia ritirato da appena sotto il livello chiave di 145 rispetto al dollaro. Anche lo yuan cinese ha affrontato un altro crollo.

Cina in cerca di liquidità: l’ultima mossa della banca centrale

I principali indici asiatici - il Nikkei è chiuso - si muovono in territorio negativo.

La banca centrale cinese ha abbassato il costo del prestito dei pronti contro termine a 14 giorni e ha intensificato le iniezioni di liquidità. Nello specifico, la People’s Bank of China (PBOC) ha immesso nel mercato 2 miliardi di yuan attraverso pronti contro termine inversi di 7 giorni e altri 10 miliardi di yuan con la trascrizione 14 giorni, si legge in una nota.

La PBOC ha dichiarato che la maggiore iniezione di contanti giornaliera, in aumento rispetto alle offerte giornaliere di 2 miliardi di yuan da luglio, doveva “mantenere il livello di liquidità stabile alla fine del trimestre”.

La banca centrale cinese ha ripreso le operazioni a 14 giorni per la prima volta da fine gennaio, abbassando il tasso di interesse sullo strumento di liquidità di 10 punti base, al 2,15% dal 2,25%.

Rilanciare la domanda di credito e sostenere l’economia ancora in fragile ripresa sono gli obiettivi della Cina. La crisi del settore immobiliare e le chiusure per il Covid pesano ancora fortemente sulle previsioni di crescita.

Banche centrali in focus

La settimana è tutta focalizzata sulle decisioni delle banche centrali. In primo piano c’è soprattutto la Fed, in riunione il 21 settembre.

Il crollo delle azioni globali si è aggravato dopo che i dati sull’inflazione più caldi del previsto hanno spinto i trader ad aumentare le scommesse per rialzi dei tassi. Gli swap continuano a scontare un rialzo di 75 punti base con alcune stime che tendono a un punto pieno.

Altrettanto importanti saranno le previsioni “dot plot” dei membri della Fed per i tassi, che probabilmente saranno da falco, portando il tasso sui fondi al 4%-4,25% entro la fine di quest’anno e anche più alto l’anno prossimo.

Quel rischio ha visto i rendimenti dei Treasury a due anni aumentare di 30 punti base solo la scorsa settimana per raggiungere il massimo dal 2007 al 3,92%, facendo sembrare le azioni più costose in confronto e trascinando l’S&P 500 giù di quasi il 5% per la settimana.

La maggior parte delle banche che si riuniranno questa settimana - dalla Svizzera al Sud Africa - dovrebbero avere un atteggiamento forte nei confronti dei tassi, con una politica di rialzi. I mercati sono divisi sul fatto che la Banca d’Inghilterra andrà di 50 o 75 punti base.

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