Inflazione USA e mercati: la sfida è ancora aperta

Tommaso Scarpellini

15 Settembre 2023 - 14:38

I dati sull’inflazione USA dipingono un quadro incerto per gli operatori di mercato, i quali spostano la propria attenzione sulle prossime comunicazioni della Fed.

Inflazione USA e mercati: la sfida è ancora aperta

L’inflazione USA resta ancora al centro dei dibattiti degli analisti in un momento storico molto delicato per l’economia globale, con particolare riferimento a quella statunitense. Dopo la forte riduzione dell’inflazione di giugno rispetto all’anno precedente, i dati dell’inflazione riportato a settembre ha dipinto un quadro economico più complesso.

Il CPI ha segnalato una crescita del 3,7%, impattando sulla volatilità dei mercati finanziari. Cosa potrebbe accadere quindi nella borsa statunitense?

Inflazione al 3,7% (annuale): cosa significa?

L’inflazione annuale comunicata tramite il dato relativo ai prezzi al consumo USA (CPI) si attesta al 3,7%, una cifra superiore alle aspettative, che erano state impostate al 3,6%. Questo rappresenta un aumento rispetto al 3,2% del dato precedente e costituisce un allontanamento dagli obiettivi di politica monetaria. Il pre-market del 13 settembre è stato abbastanza volatile alla divulgazione di questo dato, alimentato dalle manie speculative tipiche degli operatori di mercato in certi momenti borsistici. Allo stesso modo, il core CPI, invece previsto al 4,3% (quindi in riduzione rispetto al dato passato del 4,7%), ha rispettato le aspettative.

La possibile risposta della Fed rimane comunque molto incerta: il dato sul CPI in rialzo non giustifica le previsioni del mercato riguardo al tasso Fed che verrà comunicato il 20 settembre, atteso tra il 5,25% e il 5,50%. Monitorando il FedWatchTool del CME Group, si nota che la percentuale di sostenitori di questa ipotesi è progressivamente aumentata nelle ultime settimane, sebbene il trend sembri essersi invertito dopo la divulgazione dei dati sull’inflazione.

Certamente, il recente aumento del prezzo di alcune materie prime, in particolare nel settore energetico, non favorisce un rallentamento del tasso d’inflazione. Allo stesso modo, il mercato del lavoro ha mostrato un lieve rallentamento nelle settimane scorse, anche se l’economia statunitense nel suo complesso non ha ancora dato segnali gravi di cedimento.

Mercati in escandescenza: cresce la volatilità

I mercati hanno reagito prontamente alla divulgazione dei dati, e gli operatori hanno aggiornato le proprie aspettative, innescando un aumento della volatilità, misurata dall’indice VIX.

Come ormai sarà ben noto, una modesta inflazione è considerata normale e può essere un segno di una sana economia in crescita. Tuttavia, quando l’inflazione inizia a crescere a ritmi più elevati e in modo sostenuto, può diventare un problema per l’economia e per gli investitori. Un CPI più alto rispetto alle aspettative preoccupa gli investitori: l’effetto che potrebbe derivare da eventuali ulteriori aumenti del tasso d’interesse, che sono stati abbastanza inaspettati dagli operatori, potrebbe alimentare meccanismi speculativi sul mercato.

L’indice S&P500 si sta mantenendo intorno ai 4.500 punti, mostrando una certa indecisione nel trend e registrando un ritracciamento di circa il 3% rispetto ai massimi dell’anno.

S&P500 S&P500 Grafico ad area dell'indice di borsa S&P500. Fonte: teletrader.com

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