Il crollo di Nvidia farà scoppiare la bolla sull’azionario?

Claudia Cervi

06/09/2023

L’ascesa di Nvidia (+227% da inizio anno) ricorda quella delle dot-com del 2000 e la bolla potrebbe scoppiare presto in modo esplosivo. Un esperto spiega il motivo.

Il crollo di Nvidia farà scoppiare la bolla sull’azionario?

L’ascesa esponenziale di Nvidia nel 2023 ha attirato l’attenzione di investitori e analisti, ma le valutazioni estreme sollevano domande sulla presunta bolla nel mercato azionario. Secondo Rob Arnott, fondatore di Research Affiliates LLC, l’azione Nvidia è un esempio di un’illusione di mercato, scambiata a oltre 100 volte gli utili. Ecco perché il rally di Nvidia non durerà ancora a lungo e la bolla potrebbe scoppiare presto in modo esplosivo.

Il rally di Nvidia e il paragone con Tesla

Nvidia ha attirato l’attenzione di investitori e analisti grazie a un aumento del 227% nel 2023. L’azienda è un pilastro nell’ambito dei processori di intelligenza artificiale e sembra pronta a rivoluzionare il settore dell’informatica. Tuttavia, secondo Arnott, l’eventuale crollo delle azioni Nvidia potrebbe avere un effetto domino sull’intero mercato azionario.

Grafico azioni Nvidia vs Nadaq 100 Grafico azioni Nvidia vs Nadaq 100 Fonte TeleTrader

Arnott sostiene che quando i mercati sono eccessivamente sicuri, questo porta a valutazioni azionarie ancor più elevate rispetto alle prospettive future delle aziende. Nvidia sembra incarnare questa situazione, essendo un’azienda di dimensioni notevoli con una valutazione che sfiora la perfezione. Secondo Arnott, il titolo è diventato un esempio odierno di questa pericolosa illusione del mercato.

Rob Arnott non è nuovo a previsioni controcorrente sul mercato azionario. Nel dicembre 2020, aveva previsto che Tesla avrebbe frenato l’S&P 500 dopo essere diventata la più grande azienda mai aggiunta all’indice. Nonostante le critiche iniziali, Tesla è crollata di oltre il 30% nel febbraio 2021, salvo poi tornare a crescere vertiginosamente fino al record assoluto toccato ad agosto 2023 a oltre 500 dollari.

Lezioni dalle bolle del passato

Le preoccupazioni sulle valutazioni delle aziende tecnologiche contenute nel Nasdaq 100 esistono da molto prima che Apple superasse il trilione di dollari. Il Nasdaq 100 ha registrato un notevole rendimento annuo del 15% dal 2008, ma la maggior parte degli sforzi di superare l’indice sono stati vani. Secondo un’analisi di Bloomberg Intelligence di David Cohne, soltanto un fondo comune azionario gestito attivamente negli Stati Uniti è riuscito a sovraperformare il Nasdaq Invesco QQQ Trust Series 1 (QQQ) negli ultimi cinque, 10 e 15 anni, grazie principalmente alla sua concentrazione in Tesla. Questo dimostra quanto sia arduo battere un indice dominato dai giganti tecnologici.

Le aziende tech, grazie alle loro risorse finanziarie e ai bilanci solidi, mostrano una sorprendente resilienza, una caratteristica che le distingue dalle generazioni di aziende precedenti. Tuttavia, il modello di ponderazione basato sulla capitalizzazione, che attribuisce maggiore peso alle aziende con capitalizzazioni di mercato più elevate, solleva dubbi sui rischi di sovraponderazione delle aziende sovravalutate.

Le lezioni apprese dalla bolla delle dot-com del 2000, con aziende tech altamente valutate che hanno subito significativi crolli successivi al picco, richiamano l’attenzione sui pericoli di valutazioni estreme e dei cicli di mercato imprevedibili.

Il caso di Nvidia: troppo grande per avere successo?

La chiave del dibattito è se Nvidia sia davvero «troppo grande per avere successo», come afferma Arnott. Molti investitori stanno acquistando il titolo con l’idea che la dimensione dell’azienda la renda un investimento sicuro. Tuttavia, Arnott sostiene che questa percezione potrebbe essere ingannevole. Il rischio di sbagliare è presente, ma il fondatore di Research Affiliates continua a definire Nvidia una bolla.

In conclusione, l’ascesa di Nvidia e le valutazioni estremamente ambiziose delle aziende tecnologiche stanno sollevando legittime preoccupazioni tra gli investitori e gli analisti. Le precedenti bolle e le sfide nel battere gli indici ponderati in base alla capitalizzazione ci insegnano che bisogna essere cauti. L’unico modo per affrontare questa situazione è una valutazione attenta e una diversificazione oculata del portafoglio. Solo il tempo dirà se le preoccupazioni di Arnott si riveleranno fondate, ma ciò che è certo è che l’attuale panorama azionario è tutto tranne che privo di rischi.

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