Fine tassi negativi in Svizzera: cede anche l’ultimo Paese in Europa

Violetta Silvestri

22 Settembre 2022 - 12:48

Nella settimana delle banche centrali, spicca l’intervento della Banca nazionale svizzera: dopo 8 anni finisce l’era dei tassi negativi per la potenza economica mondiale.

Fine tassi negativi in Svizzera: cede anche l’ultimo Paese in Europa

La Banca nazionale svizzera ha aumentato i tassi di interesse di 75 punti base, portando così i costi finanziari sopra lo zero per la prima volta in quasi otto anni, dopo i recenti movimenti avvenuti anche nella regione dell’euro.

L’aumento porta il tasso ufficiale svizzero allo 0,5% e segna l’azione restrittiva più aggressiva della banca centrale degli ultimi 20 anni. La mossa ha in parte sorpreso i mercati, che si aspettavano un passo più grande di 100 punti base e il franco svizzero è crollato in risposta, scendendo fino all’1,8% rispetto all’euro a 96,79 centesimi.

La decisione pone fine all’esperimento decennale in Europa di avere oneri finanziari negativi. In precedenza, i tassi svizzeri erano stati congelati a -0,75% per anni, nel tentativo di contenere l’apprezzamento del franco svizzero. A livello globale, l’unica banca centrale rimasta con una politica di tassi sotto lo zero è ora la Bank of Japan, che giovedì ha mantenuto il suo benchmark a -0,1%.

Svizzera alta i tassi: ora non sono più negativi

Mossa da falco anche in Svizzera. L’aumento della BNS è la seconda mossa in un anno dei decisori politici a Zurigo per far fronte all’inflazione, in un contesto in cui circa 90 controparti hanno alzato i tassi. Circa la metà di loro ha agito con almeno 75 punti base in un colpo solo, con la Federal Reserve che mercoledì ha compiuto un terzo passo del genere.

La BNS ha ora eguagliato l’inasprimento della Bce da luglio, con 1,25 punti percentuali di aumento. I responsabili politici di Zurigo stanno cercando di contenere l’inflazione che è superiore al 3%, ma che rimane più bassa di quella dei Paesi circostanti.

Nelle nuove previsioni economiche presentate giovedì, la BNS ha ridotto le sue previsioni per la crescita di quest’anno a circa il 2% dal 2,5% circa previsto a giugno. Ora vede l’inflazione in media al 3% nel 2022 prima di rallentare al 2,4% l’anno prossimo e all’1,7% nel 2024.

Da sottolineare, che una delle ragioni del tasso di inflazione così basso è la valuta forte della Svizzera. Dall’inizio del 2021, il franco si è apprezzato rispetto all’euro e negli ultimi mesi ha violato la parità con quella valuta. Inoltre, nonostante le sue dimensioni geografiche relativamente ridotte, la mancanza di risorse e la popolazione di poco più di 8 milioni, la Svizzera resta una delle più grandi economie d’Europa, con un valore di 813 miliardi di dollari all’anno, e ha il secondo Pil pro capite più alto a livello mondiale.

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