L’Europa cresce e l’inflazione scende, ma c’è un problema

Violetta Silvestri

31 Luglio 2023 - 12:42

Pil e inflazione dell’Eurozona hanno mostrato segnali di miglioramento. Tuttavia, questi numeri non bastano a cancellare rischi e problemi per l’area euro. La lettura dei prezzi è ancora un problema.

L’Europa cresce e l’inflazione scende, ma c’è un problema

L’Europa nel mirino di nuovi dati su Pil e inflazione: l’economia dell’area dell’euro è tornata a crescere mentre persistono le pressioni inflazionistiche sottostanti, rafforzando le argomentazioni a favore della Banca centrale europea per aumentare nuovamente i tassi di interesse.

Nello specifico, la zona euro è tornata a crescere nel secondo trimestre del 2023, con un’espansione maggiore del previsto dopo aver evitato di poco una recessione tecnica intorno alla fine dell’anno, secondo i dati preliminari mostrati lunedì.

Anche l’inflazione ha riservato buone notizie, con l’inflazione dell’Eurozona che è scesa in linea con le attese al 5,3% a luglio.

Tuttavia, resta un problema nel quadro dei dati macro per la regione, che potrebbe influenzare la Bce e spingerla ad aumentare ancora i tassi. Quanto è davvero in ripresa l’Europa e lontana da una crisi? I dati aiutano a capire cosa non quadra ancora.

Europa: bene la crescita, ma c’è prudenza

Il Pil nella zona euro è cresciuto dello 0,3% nel secondo trimestre, al di sopra delle aspettative dello 0,2% in un sondaggio Reuters di economisti. Rispetto a un anno prima, la crescita è stata dello 0,6% contro le attese dello 0,5%.

Tutto questo si confronta con la crescita zero nel trimestre precedente e un calo dello 0,1% su base trimestrale nel quarto trimestre del 2022.

Tra i Paesi più grandi del blocco, Francia e Spagna sono cresciute a un ritmo sostenuto sulla scia del rafforzamento delle esportazioni e del turismo, mentre la Germania, la più grande nazione della zona euro, è rimasta stagnante e l’Italia ha subito una contrazione.

L’aumento dell’inflazione dovuto agli elevati costi dell’energia e il balzo dei prezzi dei prodotti alimentari, i tassi di interesse più elevati e il calo della fiducia hanno messo a dura prova l’economia dell’area euro.

Un anno dopo l’inizio della recessione manifatturiera, anche i servizi stanno ora rallentando, una tendenza che probabilmente accelererà una volta che la stagione turistica estiva si sarà conclusa. La domanda di prestiti da parte delle imprese sta precipitando a un ritmo record, e anche gli investimenti in abitazioni e imprese mostrano segni di debolezza.

Bayer AG la scorsa settimana si è unita ad altre società chimiche, tra cui BASF SE e Lanxess AG, avvertendo di un peggioramento delle prospettive, mentre Hamburger Hafen ha tagliato le sue previsioni dopo aver visto un calo significativo dei volumi.

Perché l’inflazione resta un problema

L’inflazione continua a mostrare un doppio percorso. I prezzi al consumo sono aumentati del 5,3% rispetto a un anno fa a luglio, come previsto. Ma in segno di pericoli persistenti, la misura dell’inflazione sottostante attentamente monitorata che esclude i costi volatili di cibo ed energia è rimasta al 5,5%, superando l’indicatore principale per la prima volta dal 2021.

Nel dettaglio, l’inflazione nell’Eurozona è diminuita più lentamente che negli Stati Uniti, dove era del 3% a giugno, ma più rapidamente che nel Regno Unito, dove è scesa al 7,9% il mese scorso.

I prezzi dell’energia nell’Eurozona sono scesi del 6,1% nell’anno fino a luglio, un calo leggermente maggiore rispetto a giugno. In rallentamento anche l’inflazione di generi alimentari, alcolici e tabacchi al 10,8% e quella dei beni industriali al 5%. I prezzi dei servizi hanno tuttavia accelerato, raggiungendo un nuovo massimo del 5,6%.

L’inflazione è diminuita in 15 dei 20 Paesi che condividono l’euro, ma è aumentata in Spagna, Finlandia, Grecia e Lussemburgo. La crescita dei prezzi è stata inferiore all’obiettivo del 2% della BCE solo in Belgio.

In questo contesto, la Bce resta orientata a lottare per riportare l’inflazione al suo obiettivo, con il serio rischio di altri aumenti dei tassi che possono peggiorare le stime di crescita.

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