La destra si è presa Europa: le prossime elezioni potrebbero rivoluzionare l’Ue

Alessandro Cipolla

13/03/2024

Non solo i sondaggi, anche le ultime elezioni in Europa hanno certificato l’avanzata della destra: Ursula von der Leyen guarda a Giorgia Meloni, a giugno l’Ue può cambiare governo.

La destra si è presa Europa: le prossime elezioni potrebbero rivoluzionare l’Ue

Alle elezioni europee di giugno potrebbe uscire fuori una nuova maggioranza rispetto a quella che, praticamente da sempre, ha dettato legge a Palazzo Berlaymont esprimendo il presidente della Commissione e i suoi commissari, in pratica il governo dell’Unione europea.

L’attuale maggioranza all’Eurocamera - che poi è la triade al comando da anni - è formata da Popolari, Socialisti e Liberali, in rigoroso ordine di rappresentanza. Nonostante un calo attestato a tutti e tre i raggruppamenti, gli ultimi sondaggi in vista delle elezioni europee darebbero il trio ancora al sicuro da potenziali ribaltoni.

I numeri però non sarebbero granitici come in passato e - soprattutto - ci sarebbe una tentazione da parte del Partito Popolare Europeo di volgere lo sguardo a destra, forte del feeling che si è creato tra Ursula von der Leyen - la Spitzenkandidaten del Ppe - e Giorgia Meloni, premier nostrana e anche guida dei Riformisti e Conservatori, uno dei gruppi che albergano al Parlamento europeo.

Guardando il programma elettorale presentato dal Ppe, appare chiaro che su temi come ambiente e migranti - allentamento del Green Deal e adozione del “modello Ruanda” - i Popolari starebbero strizzando l’occhio più destra che al centrosinistra.

I risultati delle recenti elezioni in Portogallo e Olanda hanno sancito una forte crescita della destra e del centrodestra, dati in netto vantaggio nei sondaggi anche in Italia, Germania, Francia, Austria, Grecia, Spagna, Polonia e ca va sans dire Ungheria.

Alle elezioni europee di conseguenza potrebbero non mancare delle sorprese, con il Ppe che rischierebbe di ritrovarsi a dover decidere se fare una maggioranza con i Socialisti oppure con i Riformatori guidati da Giorgia Meloni.

Elezioni europee: l’Ue si sposta a destra?

Per capire al meglio i sondaggi e i possibili risultati va fatta una piccola premessa. Il presidente della Commissione europea - l’effettivo governo dell’Unione europea - viene eletto a maggioranza assoluta dal Parlamento europeo, mentre i vari commissari indicati devono ottenere il via libera dalle rispettive commissioni.

Come nel nostro Parlamento anche all’Eurocamera ci sono i vari gruppi: ecco quali sono e l’appartenenza dei partiti nostrani.

  • Partito Popolare Europeo (centro) - Forza Italia, Svp
  • Socialisti e Democratici (centrosinistra) - Pd
  • Renew Europa (liberali) - Azione, +Europa, Italia Viva
  • Verdi (ambientalisti) - Europa Verde
  • Conservatori e Riformisti (centrodestra) - Fratelli d’Italia
  • Identità e Democrazia (destra) - Lega
  • Sinistra Unitaria Europea (sinistra) - Sinistra Italiana
  • Non Iscritti - Movimento 5 Stelle

L’attuale maggioranza al Parlamento europeo è formata da Popolari, Socialisti e Renew, ma stando agli ultimi sondaggi per le elezioni europee 2024 dopo il voto di giugno ci potrebbero essere delle sorprese vista l’avanzata della destra in tutto il Vecchio Continente.

Stando a una proiezione fatta a febbraio da Europe Elects in base ai vari sondaggi condotti nei 27 Stati in vista delle elezioni europee di giugno, questa sarebbe la suddivisione dei seggi.

  • Partito Popolare Europeo - 181
  • Socialisti e Democratici - 140
  • Renew Europa - 82
  • Verdi - 49
  • Conservatori e Riformisti - 83
  • Identità e Democrazia - 92
  • Sinistra Unitaria Europea - 45
  • Non Iscritti - 44
  • Non affiliati - 4

Vista la maggioranza necessaria di 353 deputati il trio Ppe-Socialisti-Renew sarebbe ancora al sicuro, ma una forte crescita della destra alle prossime elezioni europee potrebbe rendere indispensabile aprire un dialogo con i Conservatori e Riformisti.

Tutto dipenderà dall’esito del voto, con una virata verso destra di Palazzo Berlaymont che potrebbe essere la pietra tombale del Green Deal portando anche a un inasprimento delle politiche migratorie, anche se la guerra resta sempre il grande convitato di pietra di ogni discussione a Bruxelles.

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