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Criptovalute, nuove speculazioni sul fondatore di Bitcoin

Redazione Crypto

27/10/2022

Chi si nasconde dietro al mistero del fondatore di Bitcoin? Tra dubbi, indizi e speculazioni il giallo si infittisce mentre le criptovalute sono tornate a un trend di consolidamento.

Criptovalute, nuove speculazioni sul fondatore di Bitcoin

Le criptovalute sono tornate a un trend di consolidamento dopo un forte ritracciamento e continuano a rimanere relativamente resistenti. Gli analisti non sono ancora d’accordo su come le normative influenzeranno il settore delle criptovalute. Secondo Wells Fargo, potrebbero indebolire i margini e i volumi degli scambi di criptovalute negli Stati Uniti se le criptovalute fossero considerate «titoli» e soggette a normative restrittive. Ciò potrebbe influire negativamente sui profitti di entità come l’exchange Coinbase. Per questo motivo, Wells ha declassato le azioni Coinbase (COIN.US). Tuttavia, la maggior parte di coloro che analizzano il mercato delle criptovalute considerano la regolamentazione necessaria e utile per l’evoluzione del mercato stesso.

Rostin Behnam, presidente della Commodity Futures Trading Commission, tra gli altri, ritiene che la creazione di un quadro normativo trasparente per il mercato dovrebbe avere un impatto positivo sul prezzo del Bitcoin. Benham vede anche il potenziale per una maggiore influenza da parte delle istituzioni se viene creata una struttura normativa trasparente.

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Il mistero attorno al fondatore di BTC si infittisce

Un’analisi dell’ex stagista di SpaceX, Sahil Gupta, ha suscitato una raffica di speculazioni sull’identità del creatore di Bitcoin, il misterioso “Satoshi Nakamoto”. Gupta continua a sostenere la sua teoria secondo cui il miliardario Elon Musk è Satoshi Nakamoto, il creatore pseudonimo di Bitcoin. La sua convinzione è stata rafforzata da una telefonata con Sam Teller, l’ex capo del personale dell’imprenditore, che aveva avuto nel 2017: alla domanda di Gupta se Musk fosse o meno in realtà Satoshi, Teller ha dato una risposta ambigua, fatto che ha ulteriormente alimentato i dubbi.

Secondo questa teoria, il creatore di BTC sarebbe legato a Musk, tra l’altro, dalla ripetizione degli stessi termini (tra cui “monolitico”, “ordine di grandezza”, ecc.), dalle abitudini linguistiche (uso dell’inglese britannico insieme all’inglese americano), dall’idea di una valuta globale limitando l’influenza delle banche sul flusso di denaro, capacità tecniche (Musk ha co-creato PayPal, la cui missione era simile), i sistemi di pagamento peer-to-peer originali creati da Musk (m. inclusi Zip2 e x.com il cui codice similmente a BTC è stato descritto da Musk come “monolitico”) e infine l’unico riuscito rintracciamento dell’indirizzo IP di accesso di Satoshi, è avvenuto nel 2009, e corrispondeva all’aeroporto Van Nuys, a Los Angeles. Questo aeroporto è spesso frequentato da Elon Musk ed è accanto al quartier generale di SpaceX.

Nel 2014, Satoshi ha fatto un breve ritorno su Internet per sfatare il famigerato articolo di Newsweek sul fatto che il sino-americano Dorian S. Nakamoto fosse il creatore di Bitcoin. Musk ne ha twittato solo una settimana dopo la ricomparsa sul sito web della P2P Foundation.

Per quanto improbabili, i dubbi persistono

In passato, tuttavia, Musk ha negato di aver creato Bitcoin, commentando le segnalazioni su Twitter. La principale argomentazione contro questa teoria è che Musk è conosciuto come un sostenitore dell’energia sostenibile, quindi l’aver creato una criptovaluta nota per consumare molta elettricità e produrre una grande impronta di CO2, risulta improbabile. A marzo, Tesla ha iniziato ad accettare Bitcoin come metodo di pagamento, ma in seguito li ha sospesi a causa dei problemi ambientali connessi, causando un massiccio calo dei prezzi. Il miliardario 50enne ha anche affermato più volte di preferire Dogecoin, la sua memecoin preferita, per i pagamenti. Nonostante questa teoria sia altamente improbabile, le speculazioni persistono.

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