Contributi figurativi: significato, a cosa servono e come richiederli

Simone Micocci

13/06/2018

I contributi figurativi garantiscono copertura contributiva al lavoratore anche nei periodi in cui l’attività lavorativa è sospesa. Ecco perché sono utili e come richiederli.

Contributi figurativi: significato, a cosa servono e come richiederli

Si chiamano contributi figurativi quei contributi accreditati - senza onere per i lavoratori pubblici e privati - nei periodi in cui si è verificata un’interruzione o una riduzione dell’attività lavorativa.

L’obiettivo, quindi, è quello di garantire una copertura contributiva anche in quei periodi in cui - per diversi motivi - non si può lavorare. Ad esempio, sono riconosciuti per l’accredito della contribuzione figurativa vari eventi come malattia, disoccupazione o maternità.

Quindi anche nei periodi in cui non si lavora si versano i contributi utili al conseguimento del diritto alla pensione, così come per il calcolo dell’assegno. È bene sottolineare, però, che ci sono alcune eccezioni, poiché per alcune opzioni per il pensionamento i contributi figurativi non vengono considerati.

In materia di contributi figurativi INPS, il calcolo può essere effettuato d’ufficio e senza intervento dell’interessato o a domanda. Per la pensione anticipata sono imposti dei limiti particolari al requisito contributivo per i contributi figurativi.

Ecco cosa sono i contributi figurativi e quali sono le categorie e i soggetti beneficiari.

Cosa sono e come funziona l’accredito

Per chiarire cosa sono i contributi figurativi, si può dire che sono dei contributi “fittizi” (non versati né dal datore di lavoro, né dal lavoratore) che, a differenza dei contributi da riscatto, sono accreditati senza alcun onere a carico del lavoratore, per i periodi durante i quali:

  • non ha prestato attività lavorativa né dipendente né autonoma;
  • ha percepito un’indennità a carico dell’INPS;
  • ha percepito retribuzioni in misura ridotta.

Non è possibile invece operare l’accredito contributi figurativi per periodi di assenza dal lavoro per congedo matrimoniale.

Come spiega l’INPS, possono essere accreditati:

  • a copertura: se il periodo durante il quale si è verificato l’evento è completamente privo di copertura contributiva e non risultano accreditate settimane per attività lavorativa soggetta a contribuzione obbligatoria;
  • ad integrazione: se nel periodo durante il quale si è verificato l’evento è stata corrisposta una retribuzione ridotta che ha determinato l’obbligo del versamento contributivo e il conseguente accredito di settimane sul conto assicurativo dell’assicurato;
  • ad incremento: se l’attività lavorativa è stata svolta nel settore agricolo.


I contributi figurativi sono utili sia per maturare il diritto alla pensione, che per calcolarne l’importo. Tuttavia, per la pensione di anzianità, i contributi figurativi non devono superare il limite massimo di cinque anni nel calcolo di tutta la vita assicurativa.

Quali sono i periodi suscettibili di accredito?

I periodi possono essere accreditati dall’Inps:

  • a domanda;
  • d’ufficio (senza specifica domanda).

I periodi accreditati a domanda sono:

  • servizio militare;
  • malattia e infortunio;
  • assenza dal lavoro per donazione sangue;
  • congedo per maternità durante il rapporto di lavoro (ex astensione obbligatoria per gravidanza e puerperio);
  • maternità al di fuori del rapporto di lavoro corrispondente al congedo per maternità;
  • congedo parentale (ex assenza facoltativa post partum);
  • riposi giornalieri (ex per messi per allattamento);
  • assenze dal lavoro per malattia del bambino;
  • congedo per gravi motivi familiari;
  • permesso retribuito ai sensi della Legge 104/92 (handicap grave);
  • congedo straordinario ai sensi della Legge 388/2000(handicap grave);
  • periodi di aspettativa per lo svolgimento di funzioni pubbliche elettive o per l’assunzione di cariche sindacali.

I periodi accreditati d’ufficio sono quelli durante i quali il lavoratore è stato:

  • in cassa integrazione guadagni straordinaria;
  • assunto con contratto di solidarietà;
  • impegnato in lavori socialmente utili.

Oppure, quelli in cui ha beneficiato:

  • di indennità di mobilità;
  • di indennità di disoccupazione;
  • di assistenza antitubercolare a carico dell’INPS.

Come operare il calcolo per contributi figurativi?

L’INPS spiega che accreditare i contributi figurativi significa attribuire al periodo di interruzione dell’attività lavorativa un numero di contributi:

  • pari al periodo da riconoscere;
  • di un determinato importo a seconda della modalità di calcolo.

Il calcolo dell’importo dei contributi da accreditare sie effettua prendendo in considerazione la media delle retribuzioni percepite nello stesso anno solare in cui si collocano i periodi di interruzione o riduzione dell’attività. Se per quell’anno solare non risultano retribuzioni, l’importo è calcolato sulle retribuzioni dell’anno precedente.

Ad ogni settimana di retribuzione figurativa Inps deve essere attribuita una corrispondente retribuzione. Il calcolo per l’accredito dei contributi figurativi può essere operato:

  • sulla retribuzione effettiva, sia per i periodi accreditati “a copertura”, sia per quelli “ad integrazione”, per i contributi figurativi accreditati a domanda per servizio militare, malattia e infortunio, assenza obbligatoria e facoltativa per maternità, assenze per donazione sangue, malattia specifica;
  • sul 200% dell’assegno sociale in caso di contributi figurativi accreditati per congedo parentale (ex maternità facoltativa) fruito oltre i 6 mesi, per riposi giornalieri (ex permessi orari per allattamento) o per malattia del bambino di età compresa tra i tre e gli otto anni;
  • sulla base di un valore retributivo convenzionale in caso di permessi o congedi per assistere persone con handicap grave.

Quando i contributi figurativi non hanno valore

Ci sono opzioni per la pensione che pongono alcuni limiti in merito ai contributi figurativi. Uno di questi è la pensione anticipata, alla quale si può accedere una volta maturata un’anzianità contributiva di 42 anni e 10 mesi - per gli uomini - o di 41 anni e 10 mesi, per le donne.

Per questo strumento sono previsti dei paletti ben precisi per quel che riguarda i contributi figurativi. Nel dettaglio, viene stabilito che il richiedente deve avere almeno 35 anni di contribuzione effettiva, ed inoltre non può superare i 5 anni di contribuzione figurativa.

Ci sono strumenti, invece, dove i contributi figurativi non vengono presi proprio in considerazione. È il caso ad esempio della pensione di vecchiaia contributiva - 70 anni e 7 mesi d’età - e per quella anticipata contributiva - 63 anni e 7 mesi d’età - per le quali sono necessari rispettivamente 5 e 20 anni di contributi effettivi.

Infine i contributi figurativi non sono validi ai fini dell’Opzione Donna, lo strumento che - se confermato dal nuovo Governo - permetterà alle lavoratrici di andare in pensione all’età di 57 anni purché abbiano maturato 35 anni di contributi - purché effettivi.

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