Come aprire un agriturismo? Requisiti e costi

Claudio Garau

26/09/2023

Aprire un agriturismo è l’ambizione di non pochi imprenditori agricoli, ma come fare? Ecco quali sono i requisiti per iniziare l’attività, gli step burocratici e le spese da considerare.

Come aprire un agriturismo? Requisiti e costi

Negli ultimi anni le strutture agrituristiche hanno riscosso grande successo in Italia. Di fatto sono luoghi che accolgono il turista alla ricerca di una vacanza alternativa e a contatto con la natura, e che preferisce fare un’esperienza fuori dai consueti itinerari. Questo ovviamente è possibile anche grazie alla bellezza e alla ricchezza di patrimonio ambientale e culturale del nostro territorio.

Oggi aprire un agriturismo potrebbe rappresentare un ottimo investimento a lungo termine, dato che la domanda ha registrato negli ultimi dieci anni una crescita esponenziale. Sono sempre più i turisti, infatti, che preferiscono trascorrere qualche giorno in completo relax invece che fare una vacanza in una località affollata.

Ma aprire un agriturismo non significa soltanto dare vitto ed alloggio al turista, ma anche fornire tutta una serie di attività collegate, come la degustazione di prodotti dell’azienda agricola o lo svolgimento di attività ricreative all’interno della struttura.

E vero è che iniziare questa attività è l’obiettivo di non pochi aspiranti imprenditori e imprenditrici con la passione per la campagna e la natura: d’altra parte la scelta potrebbe permettere di massimizzare i ricavi di un’azienda agricola di ogni tipo e dimensione. Il punto è però capire come fare ad aprire un agriturismo. Di seguito la nostra sintetica guida indicherà quali sono i requisiti da avere, il percorso burocratico da rispettare e i costi in gioco. Ecco i dettagli.

Cenni normativi

Le regole per lo svolgimento dell’attività dell’agriturismo sono incluse nella legge n. 96 del 2006, alla quale sono seguite leggi ad hoc sviluppate in autonomia dalle singole regioni, sulla base delle specificità del territorio locale.

Infatti, se le leggi regionali hanno lo scopo di entrare nello specifico, dettagliando aspetti come la classificazione degli agriturismi, il numero massimo di ospiti e non solo, la citata legge n. 96 indica l’attività di agriturismo stabilendone le caratteristiche fondamentali e la disciplina generale.

Le singole leggi regionali debbono rispettare le norme nazionali, con distinte integrazioni come ad es. il piano regolatore regionale e specifiche ‘disposizioni’ regionali dettate dal territorio. Per questo ogni singolo imprenditore agricolo che voglia aprire un agriturismo, dovrà sempre sapere ciò che la regione di appartenenza richiede. Le regole regionali attengono generalmente ad aspetti fiscali, igienico-sanitari ed a criteri e limiti dell’attività agrituristica.

Il requisito dell’essere imprenditore agricolo

Chiunque voglia aprire un agriturismo deve ricordare anzitutto che, per legge, occorre avere la qualifica di imprenditore agricolo, poiché occorre:

  • possedere un’azienda agricola;
  • considerare l’agriturismo un buon modo per differenziare i proventi di un’attività imprenditoriale già avviata.

Come indica il Codice Civile, è imprenditore agricolo chi svolge le attività di coltivazione del fondo, selvicoltura, allevamento di animali e attività collegate. Gli agriturismi non a caso sono descritti dalle norme come attività di ricezione e ospitalità, svolte dagli imprenditori agricoli in connessione con le attività appena citate.

L’agriturismo nel nostro paese è stato pensato come attività complementare a quella agricola. Di conseguenza non basta che l’attività sia effettuata in ambito rurale, ma è obbligatorio che essa sia svolta in un’azienda agricola.

La prevalenza dell’attività agricola

Ogni attività di agriturismo è sempre caratterizzata dall’ospitalità data dall’imprenditore agricolo (e dai suoi familiari) ai terzi. Abbiamo detto sopra che l’attività si compie nell’azienda agricola in connessione con l’attività di coltivazione del fondo, silvicoltura, allevamento di animali e così via: ebbene, l’attività agricola deve restare prevalente rispetto all’attività agrituristica.

In altre parole, per aprire un agriturismo la maggior parte del reddito dovrà comunque derivare dall’attività agricola e non da quella agrituristica, che dovrà rimanere meramente complementare all’attività agricola.

Non a caso gli edifici di un agriturismo non possono essere costruiti ex-novo, ma devono essere strutture già presenti sul fondo, eventualmente da recuperare o ristrutturare perché siano rese compatibile rispetto alle norme vigenti.

Inoltre, l’azienda agricola deve offrire prodotti agricoli, materie prime, strutture e mano d’opera che si rivelano necessari per lo svolgimento anche della collegata attività dell’agriturismo. Ecco perché è corretto dire che senza l’attività agricola non è possibile avviare un agriturismo.

Cosa viene offerto al turista?

Quali sono le attività e i servizi che il turista si aspetterà da una struttura di questo tipo? Ebbene, l’imprenditore agricolo che vuole aprire un agriturismo deve sapere l’attività agrituristica include:

  • il servizio di ospitalità in alloggi o in spazi aperti rivolti alla sosta di campeggiatori;
  • la somministrazione di cibi e bevande, formati soprattutto da prodotti propri e da prodotti di aziende agricole del territorio locale (con preferenza per i prodotti tipici e caratterizzati dai marchi DOP, IGP, IGT, DOC e DOCG o compresi nell’elenco nazionale dei prodotti agroalimentari tradizionali);
  • l’organizzazione di degustazioni di prodotti aziendali;
  • l’organizzazione di attività ludiche, didattiche, culturali, sportive, ma anche di percorsi per escursioni a piedi o a cavallo.

I requisiti burocratici

Oltre ad essere imprenditore agricolo, chi vuole aprire un agriturismo non deve dimenticare che debbono essere rispettati alcuni passaggi o step per garantire che la nuova attività sia esercitata nel rispetto della legge. Pertanto, pur tenuto conto dei dettagli stabiliti da ogni singola normativa regionale, esistono alcuni requisiti generali per aprire un agriturismo. Eccoli di seguito:

  • apertura della partita IVA dell’attività (codice ATECO di riferimento 55.20.52);
  • iscrizione dell’attività al Registro delle Imprese della Camera di Commercio;
  • iscrizione al registro regionale degli operatori turistici;
  • iscrizione ad Inps e Inail, sia per sé che per gli eventuali dipendenti dell’agriturismo;
  • iscrizione all’associazione di categoria;
  • invio della cd. SCIA - Segnalazione di Inizio Attività agli uffici comunali di competenza con richiesta di autorizzazione per l’esposizione dell’insegna;
  • apertura di un conto fiscale (ovvero un conto “virtuale”, del tutto analogo a un conto bancario, che registra debiti e crediti con l’Agenzia delle Entrate);
  • ottenimento del certificato HACCP per la somministrazione di cibi e bevande;
  • richiesta di autorizzazione dei Vigili del Fuoco;
  • richiesta del libretto di idoneità sanitaria e dell’autorizzazione sanitaria per i locali;
  • pagamento della tassa sui rifiuti.

Da sottolineare che l’imprenditore agricolo può assumere lavoratori a tempo determinato oppure indeterminato e coinvolgere i propri familiari nello svolgimento dell’attività.

Quanto costa aprire un agriturismo?

Ovviamente se vuoi aprire un agriturismo, dovrai saperne di più anche riguardo ai costi iniziali, che permettono di avviare l’attività. Ebbene, facendo una rapida stima su quanto c’è da sborsare, l’imprenditore agricolo dovrà mettere in conto una cifra compresa tra i 120mila e i 200mila euro circa (a cui dovranno poi essere sommati anche i costi per le tasse da pagare per lo svolgimento di un’attività che produce reddito d’impresa).

Molto dipenderà dalle caratteristiche della singola struttura agrituristica, ovvero rileveranno - tra gli altri - i costi di recupero, di eventuale ristrutturazione e messa a norma dei locali, ma anche avranno rilievo le procedure burocratiche, le spese per le materie prime per la somministrazione di cibo e bevande e quelle per il personale dipendente. L’imprenditore agricolo, oltre ai lavori di ammodernamento della struttura, potrebbe anche pensare al nuovo arredamento dei locali e delle stanze, o alla realizzazione di una cucina a norma di legge per chi offre un servizio ristorante. Sono tutte variabili che vanno ad influenzare il costo finale dell’apertura dell’agriturismo.

Chiaramente non è possibile indicare una cifra uguale per tutti perché la spesa iniziale per aprire un agriturismo, varierà in modo significativo in base alla propria situazione di partenza e alla forma giuridica scelta per la propria attività.

Da ricordare infine che, a sostegno di chi decide di avviare l’agriturismo, possono esservi agevolazioni e bandi di finanziamento – anche a fondo perduto – promossi dalla propria Regione di appartenenza, dallo Stato Italiano e dalla UE.

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