Chi ha questi condizionatori in casa potrebbe doverli cambiare presto, ecco perché

Luna Luciano

14 Maggio 2023 - 19:33

L’Europa stringe sul Green Deal e sui condizionatori per contrastare gli F-gas. Ecco in quanti dovranno presto cambiare i condizionatori e perché.

Chi ha questi condizionatori in casa potrebbe doverli cambiare presto, ecco perché

L’Europa dà un ultimo giro di vite al Green deal, cercando di accelerare i tempi per l’attuazione delle linee guida per diminuire l’inquinamento e l’effetto serra. Questa volta a finire nell’occhio del ciclone è l’intera filiera di refrigerazione.

Condizionatori, pompe di calore, caldaie a gas e non solo contribuiscono alla produzione degli F-gas, gli idrofluorocarburi. Secondo il relatore, l’eurodeputato olandese dei verdi Bas Eickhout, gli F-Gas, pur non essendo molto noti, sono gas a effetto serra “molto potenti” che rappresenterebbero circa il 2,5% delle emissioni dell’Ue, ripercuotendosi gravemente sul clima e sull’ambiente; senza contare che le alternative naturali sono facilmente disponibili.

Basti pensare che in Germania è stato avviato uno schema di sussidi per i climatizzatori alimentati con refrigeranti naturali. Refrigeranti poco conosciuti in Italia, come spiegato da Gabriele Di Prenda, manager di Daikin Italia ed esperto di F-gas. Eppure, numerose sono le filiere in tutta Europa che si sono sollevate contro queste nuove linee, evidenziando possibili danni economici. Ecco perché le persone in Italia dovranno presto cambiare i condizionatori e quali sono i rischi economici.

Circa l’80% dei condizionatori presto dovranno essere cambiati, ecco perché

Con l’Europa che preme l’acceleratore sul Green deal, ben presto famiglie, aziende e Pubbliche amministrazioni dovranno cambiare i propri condizionatori. Stando alle stime de Il Messaggero, circa 8 condizionatori su 10, pari all’80% dei condizionatori in Italia, dovranno presto essere cambiati.

La nuova stretta dell’Ue ha l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, dicendo definitivamente stop agli F-gas - ossia gli idrofluorocarburi - e per farlo ha deciso di vietare assistenza e manutenzione dei condizionatori e apparecchiature con gas fluorurati già dal 2024.

La decisione dell’Europa avrà sicuramente delle conseguenze sui condizionatori, le caldaie a gas, le pompe di calore, gli impianti di refrigerazione stazionari e in movimento dei supermercati in Italia, dato che la maggior parte di questi (circa l’80%) produce F-gas e quindi andranno presto cambiati.

Green Deal, l’Italia contro il regolamento Ue, ma abbiamo davvero bisogno di una battaglia dei condizionatori?

Nonostante l’importante obiettivo necessario per preservare l’ambiente, dato che gli F-gas contribuiscono all’effetto serra, le “filiere del freddo” in Francia, ma anche in Italia, si sono mobilitate.

Infatti, nonostante il 30 marzo ci sia stato il via libera del Parlamento europeo, le trattative non sono state ancora concluse e la speranza delle aziende in Europa è di poter avere ancora margine per intervenire. Ad esempio, in Italia Applia, Area Ehpa e Epee, associazioni che rappresentano la categoria della produzione e manutenzione dei condizionatori, ricordano quali siano i rischi che comporterebbe la realizzazione di un sì nobile programma, benché poco attuabile.

Stando alle associazioni, i divieti imposti dal Green deal, infatti, non terrebbero conto delle applicazioni degli apparecchi e soprattutto non fornirebbero “sufficiente tempo per la formazione dei tecnici”. Con una simile morsa non sarebbe possibile attuare una riconversione delle aziende. Al fianco delle associazioni si è schierata anche Confindustria che chiede limiti più ragionevoli e “realistici”, soprattutto se si considera come nel piano RePowerEU, la stessa Unione Europea abbia deciso che a sostituire le caldaie a gas saranno proprio le pompe di calore, soggette alle restrizioni.

Insomma, il Green deal è decisivo per il clima, ma - stando alle aziende - rischia di assestare un durissimo colpo alla filiera di produzione (nazionale e internazionale) e a tutte quelle società che si occupano della manutenzione di queste apparecchiature. Infatti, come riportato da Il Messaggero, il settore degli addetti alla manutenzione e riparazione dei climatizzatori contribuirebbe al Pil italiano per lo 0,5%, “un volume d’affari pari a circa 8 miliardi di euro e impiega fino a 140mila persone”.

A farsi portavoce della battaglia dei condizionatori è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia Tommaso Foti, il quale durante una riunione delle Commissioni Ambiente e Attività produttive, ha presentato alla Camera una risoluzione sul tema. Certo è che se da una parte la filiera ha bisogno di più tempo per una riconversione per essere sostenibili, dall’altra è necessario accelerare i tempi e far conoscere alle aziende i refrigeranti alternativi sostenibili, ancora poco conosciuti in Italia. Se è vero che il sistema capitalistico richiede tempo per convertirsi al green, bisognerebbe capire che è il pianeta a star esaurendo il suo tempo.

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