Che cos’è l’identità digitale, a cosa serve, come si crea, come si gestisce

Niccolò Ellena

31 Maggio 2022 - 17:23

Avere un’identità digitale sta diventando indispensabile perché rende più efficienti i rapporti con la Pubblica Amministrazione e offre maggiore sicurezza nelle azioni compiute online

Che cos’è l’identità digitale, a cosa serve, come si crea, come si gestisce

L’identità digitale è l’insieme delle risorse digitali associate ad una persona fisica. Queste risorse servono a identificare la persona e a rappresentare la sua volontà durante le sue attività digitali.

L’identità digitale, generalmente, viene utilizzata per accedere a sistemi informatici e per la sottoscrizione di documenti digitali. In un’accezione più ampia, è costituita dall’insieme di informazioni presenti in rete e relative a un soggetto.

A cosa serve l’identità digitale

L’identità digitale si è largamente diffusa negli ultimi anni in Italia e non solo, a tal punto che oggi, secondo i numeri disponibili, un italiano su due ne ha una. In primis lo SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) garantisce, grazie alle varie procedure di riconoscimento da fare in fase di registrazione, di sapere chi si trova dietro al computer quando si compiono azioni online.

Grazie inoltre a questa nuova tecnologia è possibile, con un unico account, usufruire dei servizi connessi alla pubblica amministrazione come ad esempio ritirare la propria pensione. Grazie infine a questa tecnologia è possibile risparmiare molto tempo che altrimenti andrebbe impiegato per recarsi di persona presso gli uffici che aderiscono.

La storia dell’identità digitale italiana

In Italia il concetto di identità digitale è nato nel 2013, quando sono iniziati i lavori per la creazione dello SPID, sotto la guida di Stefano Quintarelli, Deputato della Repubblica Italiana dal 2013 al 2018.

Informatico e imprenditore di lunga data, Quintarelli ha ricevuto questo incarico a fronte di un curriculum ricco di esperienze nel settore delle telecomunicazioni. Le sue esperienze gli sono successivamente valse la carica di Presidente del comitato di indirizzo dell’Agenzia per l’Italia Digitale, che ha seguito tutto il processo di implementazione dello SPID.

Lo SPID è entrato effettivamente in funzione il 15 marzo 2016 dopo un processo piuttosto complesso, all’interno del quale, oltre a essere stato creato lo SPID stesso, è stata creata anche tutta la regolamentazione a riguardo.

I primi enti ad aderire contestualmente al lancio dell’identità digitale italiana sono stati la Regione Toscana e l’INPS (Istituto Nazionale della Previdenza Sociale), seguiti ad aprile 2016 dalla Regione Friuli-Venezia Giulia.

Gradualmente, sempre più persone e sempre più enti pubblici hanno deciso di adottare l’identità digitale, oggi in Italia, secondo il sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale, sono circa 30 milioni di persone, mentre il numero delle pubbliche amministrazioni si aggira intorno alle 12.300.

Come si crea l’Identità Digitale

Secondo quanto riportato dal sito dell’Agenzia per l’Italia Digitale, a oggi i fornitori dell’identità digitale autorizzati sono nove, ossia: Aruba ID, InfoCert ID, Intesa ID, Lepida ID, Namirial ID, Poste ID, SpidItalia, Sielte ID, TIM ID.

Per poterla attivare sono necessari pochi passaggi: innanzitutto, per realizzarla è necessario un documento italiano in corso di validità, la tessera sanitaria o il tesserino del codice fiscale, l’email e un numero di cellulare.

A questo punto è necessario scegliere un fornitore di identità digitale e registrarsi sul suo sito internet seguendo i passaggi elencati, questi in genere riguardano inserire i propri dati ed effettuare il percorso di riconoscimento.

Come scegliere il proprio fornitore dell’identità digitale

Scegliere il proprio fornitore di identità digitale non è affatto semplice, i nove fornitori autorizzati infatti, pur offrendo lo stesso servizio, presentano alcune differenze che è necessario conoscere prima di registrarsi.

Sul proprio sito internet, l’Agenzia per Italia Digitale offre dei parametri molto intuitivi per capire le principali peculiarità di ogni provider, così da aiutare l’utente a orientarsi. Il primo parametro è il livello di sicurezza, che ha un valore che va da 1 (il meno sicuro) a tre (il più sicuro), in questo caso a fare la differenza è fatta dalla quantità di informazioni richieste in fase di accesso.

Il secondo parametro è l’area geografica all’interno del quale è possibile usare l’identità digitale fornita dal provider: in questo caso tutti tranne TIM ID, che non può essere usato fuori dall’Europa, possono essere usati in Italia, in Europa e anche nel resto del mondo.

Il terzo parametro è il riconoscimento di persona, che è un passaggio fondamentale in fase di registrazione. In questo caso tutti offrono la possibilità di recarsi presso una delle sedi del provider per completare la registrazione dopo essersi prenotati.

Il quarto parametro è il riconoscimento da remoto, che consente di effettuare tutto il processo di registrazione da dovunque si risieda. Alcuni provider offrono questa possibilità gratuitamente mentre altri la offrono a pagamento.

Il quinto parametro è quello del riconoscimento attraverso la Carta d’Identità Elettronica (CIE) attraverso le app dei gestori di identità digitali oppure con la tessera sanitaria.

Il sesto parametro è costituito dalla possibilità di ricevere il codice OTP (one time password) gratuitamente o meno, da inserire in fase di accesso. Questo codice, da inserire insieme al nome utente e alla password per accedere alla propria casella SPID, ha la funzione di renderla maggiormente sicura. Tutti i provider autorizzati offrono questa possibilità in maniera gratuita, tranne Aruba ID, che rende questa funzione disponibile a pagamento.

Infine, l’ultimo parametro è costituito dalla possibilità di un fornitore di essere un RAO (Registration Authority Officer), ossia di verificare presso i propri uffici, l’identità personale dei cittadini che vogliono dotarsi di SPID e agevolarli nella prima fase di identificazione.

Argomenti

# SPID

Iscriviti a Money.it