Case green, l’Italia chiede flessibilità all’Ue: “Ok agli obiettivi della direttiva, ma con nuove scadenze”

Giacomo Andreoli

8 Marzo 2023 - 16:55

Alla Camera passa una mozione di maggioranza che chiede di garantire all’Italia più flessibilità per raggiungere gli obiettivi di risparmio energetico della direttiva Ue sulle case green.

Case green, l’Italia chiede flessibilità all’Ue: “Ok agli obiettivi della direttiva, ma con nuove scadenze”

Una mozione del centrodestra chiede all’Unione europea di garantire margini di flessibilità all’Italia per quanto riguarda gli obiettivi della cosiddetta direttiva Ue sulle case green. Alla Camera il testo dei partiti che sostengono il governo Meloni è passato con 167 voti a favore e 123 contrari.

Bocciati, invece, i documenti presentati da ciascun partito dell’opposizione, mentre la mozione di maggioranza è stata spedita direttamente a Bruxelles. Il messaggio di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia alla Commissione europea è chiaro: ok agli obiettivi di transizione ecologica del Green New Deal, ma con tempi più lunghi per il nostro Paese, che quanto ad efficienza energetica delle abitazioni è ancora molto indietro rispetto ad altre nazioni in Europa.

Cosa prevede la direttiva Ue sulle case green

La proposta di direttiva prevede il passaggio di tutti gli edifici italiani alla classe energetica E entro il 2030 e alla D entro il 2033, con tempi ancora più stretti per gli edifici pubblici. L’idea nasce per provare ad abbattere le emissioni inquinanti.

Case e palazzi sono infatti responsabili di oltre un terzo delle emissioni a effetto serra dell’Unione. Oggi i nostri edifici sono divisi in classi energetiche a seconda di quanto inquinano. In Italia il 74% degli immobili ha classe inferiore alla D, il 60% inferiore alla E.

Secondo gli esperti intervistati da Money.it (Francesco Nocera e Gianpiero Evola dell’Università di Catania e Simone Franzò di Energy&Strategy), i lavori in casa potrebbero far risparmiare fino a 2000 o 3000 euro a famiglia sulla bolletta del gas ogni anno. Ma, attenzione: procedere con questi lavori costa decine di migliaia di euro e senza incentivi il gioco non vale la candela.

Al momento in Italia c’è il Superbonus (con la sola detrazione in dichiarazione dei redditi al 90% in quattro anni), ma estenderlo a tutti per lo Stato costerebbe troppo. Insomma, ci vorrebbe un sostegno europeo finanziato da fondi comuni. Ma al momento non è previsto nulla del genere.

L’Italia chiede flessibilità

La mozione impegna il governo ad “adottare le iniziative di competenza presso le competenti istituzioni europee al fine di scongiurare l’introduzione della disciplina sulle case green, nell’ottica di tutelare le peculiarità dell’Italia e, dunque, garantire al nostro Paese la necessaria flessibilità per raggiungere obiettivi di risparmio energetico più confacenti alle proprie caratteristiche”.

Secondo la maggioranza di centrodestra, quindi, così com’è la direttiva sarebbe “l’ennesima patrimoniale nascosta a danno degli italiani”, che metterebbe a rischio “proprietari e valore degli immobili”. La mozione, quindi, chiede di rivedere l’impianto della norma comunitaria, allungando per l’Italia le tempistiche per i lavori in casa e prevedendo gli appositi strumenti di accompagnamento europei, cioè dei sussidi ad hoc.

Secondo il fedelissimo di Giorgia Meloni, il capogruppo alla Camera di Fdi Tommaso Foti, “la transizione ecologica va fatta in maniera graduale, garantendo risorse agli italiani per l’adeguamento e non oneri aggiuntivi e costosi: la casa è sacra e non si tocca”.

La protesta delle opposizioni

L’opposizione si scaglia contro la mozione del governo, considerata totalmente sbagliata. Tutti concordano sul fatto che servirebbero nuovi incentivi, ma per l’Alleanza Sinistra/Verdi, il M5S e il Pd quello del governo sarebbe un tentativo di boicottare la riforma tout court.

Il terzo polo, invece, sottolinea come il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin lo scorso 25 ottobre al Consiglio Ue Energia aveva dato il via libera all’obbligo delle emissioni zero per gli edifici dal 2030. La sua posizione ambientalista sarebbe stata oggi “ribaltata” dalla maggioranza di cui fa parte.

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