Vendita record dei bond cinesi: sono i nuovi «beni rifugio» della finanza mondiale?

Riccardo Lozzi

13 Luglio 2020 - 18:09

Record per la vendita di bond cinesi a giugno 2020 con una cifra pari a 619 miliardi di dollari. Questi titoli sono i nuovi beni rifugio della finanza mondiale?

Vendita record dei bond cinesi: sono i nuovi «beni rifugio» della finanza mondiale?

Data la difficile situazione economica internazionale, gli investitori di tutto il mondo sono alla ricerca di titoli che gli permettano di collocare i propri fondi in maniera “sicura”.

Secondo quanto riportato da quotidiani di settore e osservatori, i bond cinesi sono considerati quasi alla stregua di “beni rifugio”, soprattutto in rapporto all’incertezza che grava sulle finanze di Stati Uniti ed Europa.

Come osservato dal sito CEIC Data, a giugno 2020 le obbligazioni emesse da Pechino hanno registrato la cifra record di 4,3 mila miliardi di Yuan, pari a 619 miliardi di dollari.

Malgrado la Cina sia stata uno dei paesi più colpiti e abbia dato inizio al contagio mondiale del coronavirus, diversi fattori hanno convinto gli investitori globali ad acquistare quote del debito della Repubblica Popolare.

Le ragioni del successo dei bond cinesi

Innanzitutto, si può vedere come, rispetto alle altre grandi economie mondiali, il tasso di rendimento è uno dei più alti con oltre il 3%. Attualmente, infatti, gli Stati Uniti offrono degli interessi pari a circa lo 0,5%, il Giappone di circa lo 0,02%, mentre la Germania presenta addirittura un saldo negativo di oltre lo 0,5%.

Questo, associato alla sicurezza di una situazione economica in permanente crescita, permette di vantare una situazione unica e, di conseguenza, diventare tra i titoli più appetibili del mercato azionario globale.

Gli investitori sono quindi convinti che la Banca Popolare Cinese continuerà a stimolare la propria economia per la ripresa dalla crisi da COVID-19. Infatti, proprio in queste ore sono stati iniettati 50 miliardi di Yuan, pari a 7,14 miliardi dollari, grazie a contratti «pronti contro temine» con un tasso del 2,2%.

Beni rifugio o titoli di rischio?

Già negli anni scorsi i chinese bonds erano in ascesa, in seguito al fatto che il loro acquisto è stato reso più semplice dal governo rispetto ai periodi precedenti in cui i controlli erano più severi.

Nonostante l’entusiasmo generale, neanche questo si può definire come un investimento privo di rischi. Infatti, le tensioni politiche del Dragone con gli Stati Uniti, oltre a quanto sta succedendo a Hong Kong, non sembrano tenere questi bond al riparo da tutti i fattori di rischio.

Pechino, però, a differenza di altri sistemi finanziari, può vantare su una maggiore autonomia rispetto ai capitali stranieri e su un’ampia sovranità centrale delle proprie politiche monetarie.

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