Tassazione certificati di deposito 2016: ecco la guida completa ed aggiornata

Francesco Oliva

26 Febbraio 2016 - 08:00

Come sono tassati i certificati di deposito nel 2016? Ecco la guida completa ed aggiornata con aliquota di tassazione, imposta di bollo e modalità di pagamento.

Tassazione certificati di deposito 2016: ecco la guida completa ed aggiornata

I certificati di deposito sono un importante strumento di risparmio per le famiglie italiane, notoriamente molto attente al corretto equilibrio tra entrate ed uscite di denaro.
Tecnicamente i certificati di deposito rappresentano una forma di “deposito vincolato”, attraverso la quale il risparmiatore deposita una forma di denaro e la banca si obbliga a restituirla alla scadenza concordata.
Per valutare la convenienza dei certificati di deposito i risparmiatori si chiedono: “come vengono tassati i certificati di deposito?”.
La tassazione dei certificati di deposito 2016 rappresenta un fattore fondamentale per valutare la convenienza di questo importante strumento di risparmio.

Ecco una guida semplice ed aggiornata alla tassazione sui certificati di deposito 2016.

Tassazione certificati di deposito 2016: come vengono tassati i certificati di deposito?

Per valutare correttamente il rendimento dei certificati di deposito 2016 è di fondamentale importanza conoscere la tassazione dei certificati di deposito medesimi.
Come vengono tassati i certificati di deposito 2016?

Innanzitutto occorre sottolineare come i certificati di deposito rientrino fra i redditi di capitale, disciplinati dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi.
La tassazione sui certificati di deposito colpisce i frutti dei certificati di deposito stessi ovvero gli interessi maturati per il periodo in cui la somma è stata vincolata presso la banca.

Come vengono tassati gli interessi maturati sui certificati di deposito 2016?
La tassazione sugli interessi derivanti dai certificati di deposito 2016 avviene con il sistema di ritenuta alla fonte a titolo d’imposta con aliquota pari al 26%. Quindi è la stessa banca che corrisponde al risparmiatore la somma di denaro al netto della ritenuta fiscale.

Attenzione: l’aliquota del 26% per la tassazione dei certificati di deposito 2016 è stata introdotta dal DL 66/2014 per il periodo a decorrere dal 1° luglio 2014.
Ciò significa che tutti i redditi (interessi e proventi vari) derivanti dai certificati di deposito acquisiti antecedentemente al 1° luglio 2014 “continuano ad essere assoggettati a tassazione applicando le precedenti disposizioni...connessi ad un diritto a percepirli sorto fino al 30 giugno 2014”, così come precisato dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate numero 19/E del 27 giugno 2014.

Tassazione certificati di deposito 2016: l’evoluzione delle aliquote negli ultimi 20 anni

La tassazione sugli interessi maturati sui certificati di deposito 2016 si applica, quindi, attraverso un’aliquota pari al 26% per tutti i redditi di competenza successiva al 1° luglio 2014.

Tuttavia, nei venti anni precedenti l’aliquota è stata modificata due volte:

  • dal 1996 e fino al 31 dicembre 2011 l’aliquota è stata pari al 27%;
  • dal 1° gennaio 2012 al 30 giugno 2014 l’aliquota è stata pari al 20%;
  • dal 1° luglio 2014 l’aliquota è pari al 26%.

A seguito dell’aumento dell’aliquota di tassazione degli strumenti finanziari di risparmio al 26 per cento, ai sensi dell’articolo 3 del D.L. 66/2014, lettera b) del comma 7, le banche applicano la suddetta ritenuta, nel rispetto dell’articolo 26, comma 2, del D.P.R. n. 600 del 1973, sugli interessi e altri proventi di conti correnti e depositi bancari e postali, anche se rappresentati da certificati, maturati successivamente al 1° luglio 2014.

L’imposta di bollo sui certificati di deposito 2016

Sui certificati di deposito 2016 la tassazione non è limitata alla sola aliquota del 26% a titolo di ritenuta alla fonte a titolo d’imposta.
Infatti, sui certificati di deposito grava anche un’imposta di bollo in misura proporzionale pari al 2 per mille sulla somma depositata.
Tale imposta di bollo si applica sui depositi con funzione diversa da quella di provvista di un conto corrente.

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