Svezia: tassi negativi funzionano ma la Riksbank alza il QE

Matteo Bienna

21 Aprile 2016 - 13:11

Tassi di interesse negativi al centro delle discussioni e oggetto di condanna per le banche centrali. Ma c’è una realtà che sembra trarne benefici: la Svezia.

Svezia: tassi negativi funzionano ma la Riksbank alza il QE

I tassi di interesse negativi sono al centro del dibattito internazionale che coinvolge le principali banche centrali e gli interventi di politica monetaria da loro adottati.

La Svezia sembra l’unica isola felice dove ad oggi i tassi di interesse negativi hanno avuto un effetto positivo, nonostante l’intervento di oggi della banca centrale svedese che ha aumentato le sue politiche di QE.

La BCE ha scatenato le critiche dalla Germania e la banca centrale del Giappone non riesce a risollevare l’economia interna, in uno scenario che rimane molto critico nei confronti dell’applicazione di tassi di interesse negativi.

Nonostante il Fondo Monetario Internazionale si sia espresso a favore del mantenimento, per un breve periodo, dei tassi al di sotto dello 0%, le strade intraprese dalle banche centrali non sembrano finora condurre ad una soluzione efficace.

In attesa di conoscere le eventuali novità proposte da Draghi nella conferenza stampa di oggi, scopriamo in che modo la Svezia è stata l’unico paese a beneficiare dell’applicazione di tassi di interesse negativi.

Tassi di interesse negativi: la Svezia unico testimone felice

La Svezia ha adottato i tassi di interesse negativi dal febbraio dello scorso anno.

Come osservabile dal seguente grafico, che mostra il PIL del quarto trimestre 2015 delle maggiori aree economiche con tassi negativi, è il paese scandinavo l’unico reale beneficiario ad oggi:

Insieme all’aumento della produzione, infatti, la Svezia ha vissuto una riduzione delle pressioni deflazionistiche e una ripresa generale dell’economia.

I tassi di interesse negativi hanno rappresentato un peso per le banche commerciali e i loro depositi presso la banca centrale, con gli effetti che hanno raggiunto i consumatori, i quali hanno preso in prestito più denaro, visto il basso costo, aumentando i loro consumi e facendo crescere l’economia.

Il meccanismo filtrato dalla banche svedesi ha quindi funzionato, almeno più che negli altri contesti.

Tuttavia la situazione vede la nascita di un pericolo, rappresentato dal mercato immobiliare.

Tassi di interesse negativi: Svezia e mercato immobiliare

L’indice dei prezzi immobiliari svedese è cresciuto di quasi l’11% nell’ultimo anno, più che raddoppiando l’incremento che lo ha preceduto, pari al 4,1%.

L’eventualità di una caduta nei prezzi degli immobili potrebbe piegare l’economia della Svezia, dal momento in cui i debitori verrebbero schiacciati dalla perdita di valore delle proprie case.

La corona svedese aveva inizialmente favorito l’aumento del livello dei prezzi, ma dallo scorso agosto ha cominciato ad apprezzarsi nei confronti dell’euro, di quasi il 5%, destando non poche preoccupazioni tra le autorità scandinave.

Tassi di interesse negativi: banca centrale svedese mira a deprezzare la corona

Analisti valutari di importanti realtà come Bank of America, Citigroup e Deutsche Bank hanno recentemente previsto un apprezzamento della corona svedese.

“La Svezia ha confermato che l’applicazione dei tassi di interesse negativi non è tanto di aiuto in sè ma può aiutare se l’obiettivo è quello di deprezzare il tasso di cambio.”

Le parole dell’economista di Deutsche Bank Torsten Slok evidenziano come il ruolo della banca centrale svedese, d’ora in poi, sia determinante per l’andamento della sua valuta.

Un cambio più debole aiuta la crescita del livello dei prezzi, rendendo più costosi i beni importati, risultando allo stesso tempo vantaggioso anche per l’export, consentendo un’offerta di prodotti più competitivi a livello internazionale.

Proprio nella giornata di oggi la Riksbank ha confermato i tassi di interesse fermi al -0,50%, ampliando però le sue politiche monetarie espansive, prevedendo un aumento del programma di acquisto dei titoli di Stato per il secondo semestre del 2016 pari $5,6 miliardi.

L’obiettivo della banca centrale svedese è proprio quello di non vedere un ulteriore apprezzamento della propria valuta, che metterebbe in difficoltà l’economia e provocherebbe un pericoloso abbassamento del livello dei prezzi.

Fonte: MarketWatch

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