Stipendio minimo in Italia: la tabella con gli importi per ogni settore lavorativo

Simone Micocci

16/06/2022

In Italia sono i contratti collettivi a determinare l’importo dello stipendio minimo. Ecco cosa prevedono i più comuni.

Stipendio minimo in Italia: la tabella con gli importi per ogni settore lavorativo

In Italia si è aperto ufficialmente, dopo l’approvazione della direttiva Ue, il dibattito sul salario minimo. Da una parte c’è chi ritiene che si tratti di una scelta obbligata per far sì che tutti i lavoratori possano essere tutelati, dall’altra chi ritiene che il sistema italiano di per sé sia già sufficiente.

In Italia, infatti, la definizione dello stipendio minimo viene lasciata alla contrattazione collettiva. È vero, quindi, che la legge non fissa alcuna soglia di salario minimo, ma allo stesso tempo i contratti determinano l’importo al di sotto del quale nessun datore di lavoro può andare. E in caso di mancato rispetto di questi minimi, il dipendente sottopagato può rivolgersi, preferibilmente assistito dal proprio sindacato o comunque da un legale, all’ispettorato nazionale del lavoro per far sì che l’azienda gli garantisca quanto gli spetta di diritto.

Il problema, semmai, è dato da una forte frammentazione associativa, tanto che in Italia oggi si registrano oltre 900 contratti, il che rende complicato controllare se tutti offrono degli stipendi minimi soddisfacenti.

Ed è per questo che un salario minimo potrebbe comunque essere utile in Italia, per tutelare coloro che ancora oggi risultano scoperti dalla contrattazione collettiva. A tal proposito, è interessante vedere qual è lo stipendio minimo previsto per i vari settori lavorativi dai contratti collettivi di riferimento; un’informazione utile per coloro che vogliono capire se la propria retribuzione è conforme ai minimi sindacali.

Stipendio minimo: a quanto ammonta in Italia?

Secondo l’ultimo report realizzato dalla Fondazione Di Vittorio (Cgil), in Italia la retribuzione media (guardando al 2021) è pari a 29,4 mila euro l’anno. Una cifra che, seppur in crescita rispetto ai 27,9 mila euro del 2020, ci pone sotto la media europea, con il divario rispetto agli altri grandi Paesi che si sta allargando.

Probabilmente introdurre un salario minimo potrebbe essere un aiuto, in quanto in questo modo si andrebbero a tutelare tutti coloro che, per un motivo o per un altro, guadagnano meno di 9 euro l’ora (ossia la cifra su cui si sta ragionando).

La domanda è: qual è oggi lo stipendio minimo in Italia? Come anticipato i contratti vigenti sono diversi, in quanto non ci sono solamente quelli collettivi nazionali.

C’è chi, infatti, ha approfittato dei vuoti di rappresentanza sottoscrivendo accordi con sigle minori, e alcune volte persino fittizie, meno vantaggiosi per i lavoratori. Il risultato è che oggi in Italia ci sono 985 contratti vigenti, il che ne rende impossibile il controllo. A tal proposito, di seguito ne riportiamo solamente alcuni, utili comunque per capire qual è lo stipendio minimo nei vari settori.

Settore d’impiego Stipendio minimo (lordo)
Agricoltura (Contoterzismo) 1.349,41
Operai e florovivaisti 874,65
Alimentaristi (Artigiane) 1.375,48
Alimentaristi (Industrie) 1.061,77
Pesca marittima 1.357,15
Abbigliamento (Artigiani) 1.238,05
Pulitolavanderie 1.240,58
Chimica, gomma, plastica, vetro 1.305,97
Servizi elettrici 1.334,05
Gas e acqua 1.546,53
Energia e petrolio 1.691,04
Pulizia 1.089,88
Plastica e gomma 1.476,32
Farmaceutico 1.558,46
Legno imprese artigiane 1.303,28
Legno Pmi 1.316,63
Cemento, calce e gesso, Industrie 1.527,75
Edili Pmi 1.419,78
Orafi, Argentieri e Affini 1.317,31
Odontotecnici 1.264,17
Restauro beni culturali 1.456,63
Metalmeccanica, industrie 1.488,89
Piccole medio imprese nel settore Editoria e Grafica, Fotografi e affini 1.301,71
Editoria (Industrie) 1.289,48
Grafica(Industrie) 1.294,97
Giornalista pubblicista 1.293,21
Settore televisivo 1.076,08
Settore radiofonico 1.040,07
Autoferrotranvieri 1.186,72
Autotrasporto e spedizione merci (Unci-Confsal) 1.300,00
Pompe funebri 1.440,24
Imprese portuali 1.429,90
Gestione aeroportuale 1.173,17
Agenti immobiliari 1.599,08
Amministratori di condominio 1.091,43
Centri di elaborazione dati 1.310,33
Commercio, terziario e servizi 1.390,29
Portieri e custodi 1.099,64
Farmacie private 1.327,25
Imprese di viaggi e turismo 1.291,84
Pubblici esercizi 1.293,15
Stabilimenti balneari 1.293,15
Alberghi 1.293,15
Studi e attività professionali 1.315,12
Vigilanza privata 1.072,35

Cosa fare se il salario riconosciuto è inferiore a quanto previsto?

Come anticipato le cifre indicate nella tabella fanno riferimento al minimo tabellare previsto da ogni settore per il livello più basso d’inquadramento. Quindi è probabile che nel vostro caso specifico la retribuzione minima dalla quale il datore di lavoro non può discostarsi sia persino più alta.

Ecco perché la prima cosa che dovete fare - qualora vogliate verificare che lo stipendio a voi riconosciuto sia adeguato - è consultare il contratto collettivo di riferimento così e vedere qual è il salario minimo in base al ruolo ricoperto e all’anzianità di servizio.

Se il vostro salario è inferiore rispetto a quello stabilito, allora dovrete rivolgervi al sindacato di riferimento, o comunque a un legale, per avere una consulenza e un parere.

Per coloro che non hanno un contratto collettivo a tutelarli, il 20% secondo le stime, è possibile fare ricorso al giudice. Come stabilito dal comma II dell’articolo 2099 del Codice Civile, infatti, in mancanza di norme corporative o di accordo tra la parti, è il giudice a determinare la retribuzione sufficiente, tenendo conto - nel caso in cui ce ne fosse bisogno - del parere delle associazioni professionali.

Il giudice incaricato, quindi, facendo riferimento al contratto collettivo del relativo settore del lavoratore che ha presentato il ricorso dovrà stabilire qual è la retribuzione sufficiente e ordinare un eventuale ordinamento contrattuale, garantendo gli arretrati di stipendio dalla data in cui viene accertato che il lavoratore è occupato in quella specifica mansione.

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