Prometeia taglia stime Pil Italia 2017: pesa il No al referendum costituzionale

Antonio Atte

20 Dicembre 2016 - 15:11

Il centro studi taglia le previsioni sul Pil per il prossimo anno dallo 0,8% allo 0,7%, mentre per il 2016 la stima sale allo 0,9%. Il No al referendum influirà su consumi e investimenti.

Prometeia taglia stime Pil Italia 2017: pesa il No al referendum costituzionale

Prometeia ha abbassato le stime sulla crescita dell’economia italiana per il prossimo anno. A pesare, infatti, secondo l’istituto di ricerca, sarà l’andamento incerto di consumi e investimenti dopo la vittoria del fronte del No al referendum costituzionale del 4 dicembre, che ha segnato la fine del governo presieduto da Matteo Renzi.

Per il 2017 la previsione di crescita passa dunque dallo 0,8% allo 0,7%, mentre per l’anno in corso la stima è stata alzata dallo 0,7% allo 0,9%. Nella nota stampa che accompagna il Rapporto di previsione 2016, il centro studi con sede a Bologna scrive:

“L’incertezza conseguente ai recenti eventi elettorali rende il 2016 - anno in cui la fragile ripresa si stava comunque consolidando - il punto di massimo per la crescita del Pil italiano fino al 2019”.

Secondo Prometeia, il risultato del referendum sulla riforma costituzionale

“apre una nuova fase di instabilità politica che, in un circolo vizioso con le prossime elezioni in Europa, condizionerà la fiducia delle famiglie e i progetti di investimento delle imprese”.

Conti pubblici: rapporto deficit/Pil salirà al 2,7% l’anno prossimo

In merito ai conti pubblici, Prometeia stima una significativa deviazione rispetto agli obiettivi fissati dall’esecutivo per il rapporto deficit/Pil, che nel 2017 è destinato a salire al 2,7%.

L’istituto prevede anche un aumento del debito/Pil, che dal 132,2% stimato per l’anno in corso si porterà al 133,4%.

All’interno dell’ultimo Documento di economia e finanza, il governo aveva previsto per il 2016 un aumento del Pil dello 0,8%, mentre per il 2017 si parla di un +1%. Il rapporto deficit/Pil - secondo le stime dell’esecutivo - si attesterà al 2,4% quest’anno e al 2% l’anno prossimo.

Proprio ieri sera, al termine del Consiglio dei ministri, il premier Paolo Gentiloni e il capo del Tesoro Pier Carlo Padoan hanno annunciato che il governo chiederà al Parlamento l’autorizzazione ad aumentare il debito pubblico di un importo fino a 20 miliardi di euro, allo scopo di stabilizzare il sistema bancario nazionale. Questa operazione avrà un impatto sui saldi di bilancio dell’anno prossimo.

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