Fondi etici: cosa sono e perché investirci

Jacqueline Facconti

11/02/2018

I fondi etici, o socialmente responsabili, sono strumenti di gestione del risparmio che consentono di canalizzare i capitali in strumenti finanziari di emittenti con un elevato profilo di responsabilità sociale e ambientale.

Fondi etici: cosa sono e perché investirci

Negli ultimi anni è cresciuta la sensibilizzazione degli investitori nazionali ed internazionali nel canalizzare ed accumulare risorse economiche e capitali risparmiati verso progetti di investimento sostenibili e responsabili, in grado di creare valore per la società nel suo complesso e nel medio-lungo periodo.

Tra i vari strumenti di Finanza Sostenibile, i Fondi Etici sono fondi comuni di investimento prediletti dai piccoli risparmiatori che intendono investire sui mercati con un approccio etico o socialmente responsabile.

Sebbene stiano conoscendo una diffusione sempre più crescente anche in Italia, i Fondi etici rimangono ad oggi uno strumento di gestione del risparmio maggiormente diffuso e prediletto dalla clientela di risparmiatori internazionale.

Questa guida si propone di capire che cosa sia un Fondo Etico, quali siano i vantaggi derivanti per gli investitori che decidono di canalizzare i capitali risparmiati su questo prodotto finanziario e perché è importante investirci.

Che cosa sono i Fondi Etici?

Occorre fin da subito fare una piccola precisazione: è molto più corretto parlare di Fondi socialmente responsabili (Sri) che adottano criteri Esg (environmental, social and governance) nella selezione dei progetti d’investimento.

I Fondi etici si differenziano dai tradizionali Fondi comuni d’investimento dal punto di vista finanziario, della regolamentazione e della distribuzione.
Infatti, questi investono il patrimonio solo in titoli che devono rispondere a una determinata serie di requisiti e finanziano gli enti non profit mediante commissioni o rendimenti ottenuti.

I Fondi Etici hanno iniziato a conoscere una notevole diffusione e successo a partire dagli anni 2000 e ad oggi costituiscono lo strumento di gestione del risparmio più diffuso tra gli investitori retail attenti e sensibili alle tematiche di finanza sostenibile.

Come riconoscerli e classificarli

La maggior parte dei Fondi Etici è accompagnata dalla sigla ISR, acronimo di Investimento Socialmente Responsabile che identifica il panorama di tutte le società che adottano una Corporate Social Responsability.

Tali società, per ottenere ampio consenso e riconoscimento da parte della comunità di stakeholders e di shareholdersm adottano una politica e strategie aziendali volte a soddisfare requisiti di tutela dell’ambiente, sicurezza dei prodotti, miglioramento della qualità, salute e la sicurezza dei lavoratori.
Le società che emettono Fondi Etici devono astenersi dal compiere attività legate alla produzione o commercializzazione di armi, tabacco, alcolici, prodotti lesivi della dignità dell’uomo e della sua salute, ecc.

Infatti, la selezione degli investimenti da parte delle società che gestiscono i Fondi etici prevede l’esclusione (criteri di esclusione) o l’inclusione (criteri di valutazione) di titoli nei portafogli di gestione del risparmio, in base a criteri ambientali, sociali o etici.

I Fondi etici sono diversi tra loro a seconda della categoria di strumento di investimento scelto e possono essere classificati in: monetari, bilanciati, azionari e obbligazionari. Ad esempio, se si vuole investire in un fondo azionario a lungo termine si deve considerare ed accettare il fatto di avere maggiore propensione ad accettare i rischi legati allo stesso.

Perché investire in Fondi Etici?

Cosa significa per un investitore o soggetto risparmiatore optare per un Fondo Etico? In primis, significa investire in modo socialmente responsabile ed optare per quei progetti che assumono un ruolo importante a tutto beneficio della collettività e delle future generazioni, dato che si tratta di asset legati al rispetto delle tematiche sociali, etiche ed ambientali.
“Unire l’utile al dilettevole”: la finanza oggi non ha più l’obiettivo prioritario di raggiungere un mero rendimento sul capitale investito, ma mira a soddisfare nuove esigenze e bisogni espressi, impliciti e latenti, anche di natura filantropica e sociale.

Un altro motivo che porta sempre di più i soggetti risparmiatori ad investire in un Fondo Etico è la sua trasparenza garantita dalla presenza di un Comitato etico che vigila, affinché venga mantenuto uno stile di gestione del portafoglio volto a rispettare la Corporate Social Responsability. Inoltre, il Comitato etico gode del diritto di veto ed è chiamato a bloccare eventuali investimenti che “devino” dai principi contenuti nel Code of Ethics.

Grazie ad un’attenta strategia di investimento in Fondi Etici, ogni risparmiatore ha la convenienza di investire i propri risparmi in fondi comuni aperti che rappresentano valori mobiliari di imprese e Stati che si impegnano nel rispetto delle tematiche “green”, sociali e dei diritti umani.

Si tratta di uno strumento utile per diversificare i propri investimenti e per promuovere un futuro più sostenibile, specie per le future generazioni, senza dover rinunciare alle opportunità di rendimento derivante dalla scelta di titoli azionari o obbligazionari.

Ovviamente i Fondi Etici comportano anche il sostenimento di un livello di rischio che deve essere valutato in sede di sottoscrizione dell’investimento.

Come investire in Fondi Etici?

Per investire nei fondi etici occorre rivolgersi alle SGR ovvero alle società di gestione del risparmio.
In Italia i principali operatori a cui rivolgersi sono: Etica Sgr, con una market share del 43,5%, Bnp Paribas , che detiene una quota di mercato del 21,6%, al terzo posto Eurizon Capital con il 13,6%, mentre il resto del mercato è spartito da altre SGR (i dati Assogestioni sono aggiornati al 30/09/2017, ndr). Come si può ben comprendere il mercato appare fortemente “polarizzato” ed in crescita in termini di volumi di asset gestiti.

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