Cosa succederà ai BTP dopo il referendum? Analisi e spunti operativi

Renato Frolvi

18 Settembre 2020 - 14:39

Cosa succederà ai BTP dopo il referendum? Spunti operativi e analisi.

Cosa succederà ai BTP dopo il referendum? Analisi e spunti operativi

La situazione politica dell’Italia dovrebbe diventare più tesa nei prossimi mesi, soprattutto se i partiti al governo (PD, M5S e IV) subiranno sconfitte significative nei prossimi test regionali.

L’evoluzione della crisi COVID-19 aggiunge un ulteriore livello d’incertezza. Tuttavia la mia percezione è che nell’ imminenza dell’utilizzo dei fondi UE in arrivo per il Recovery Fund (209 miliardi di euro di cui 82 miliardi a fondo perduto) ci sia una sufficiente volontà politica tra i partiti al governo per evitare lo scioglimento dell’attuale parlamento: la loro occasione formidabile è proprio quella di gestire una spesa pubblica fortemente espansiva per la domanda interna nei prossimi due anni, oltre a un alleggerimento della pressione fiscale per famiglie e imprese.

Gli scenari per il governo post-referendum

La gestione del Recovery Plan pagherà molto in termini di consenso elettorale e i frutti saranno raccolti proprio nel 2023, quando ci saranno le “naturali” elezioni politiche. A mio avviso lo scenario più probabile rimane quello che vede l’Italia evitare uno scioglimento delle Camere e le elezioni anticipate nei prossimi 18 mesi.

Non dimentichiamo inoltre che ci sono altri due forti incentivi a continuare l’attuale legislatura ed evitare il ricorso alle urne:

  1. l’opportunità di nominare un nuovo Presidente della Repubblica;
  2. evitare l’ascesa delle destre al potere per i prossimi cinque anni - destre che, notoriamente, hanno sempre avuto un atteggiamento anti-euro e anti-europeo.

Questi due ultimi fattori rappresentano un forte legame per i partiti dell’attuale coalizione al potere e li rende desiderosi di evitare lo scioglimento del Parlamento a breve termine.

Riconosco tuttavia che, a causa della crescente incertezza politica che ci attende, non si possa escludere un nuovo gabinetto post-rimpasto o la formazione addirittura di un nuovo governo, con un nuovo presidente del consiglio dei ministri, ma sostenuto sempre da M5S e PD: questo evento rappresenta certamente una - seppur remota - possibilità.

L’effetto del referendum sui BTP: spunti operativi

I BTP a 10 anni hanno mostrato - dal giorno dell’annuncio del Recovery Fund fatto dalla Merkel e da Macron a metà maggio - un rally eccezionale. Lo spread del BTP/Bund 10Y è passato da circa 260 bp del 20 aprile ai minimi di 138 bp a metà agosto per poi - correggendo moderatamente - giungere ai suoi attuali 145bp.

SPREAD GOVERNATIVO ITALIA GERMANIA A 10 ANNI DAL MARZO 2020 A OGGI. FONTE: BLOOMBERG

Ai livelli attuali, lo spread del BTP-Bund 10Y è al suo punto più stretto dal 24 febbraio e appena 15 bp sopra i suoi minimi pre-COVID-19. Tale slancio è positivo per chi aveva i BTP già in portafoglio e vuole vendere e portare profitto anche fino a lunedì mattina 21 settembre, prima della chiusura dei seggi.

Invece sarei contrario all’idea di comprare prima degli esiti elettorali. Il posizionamento in acquisto ora è meno favorevole di qualche mese fa e i livelli di prezzo sembrano stressati.
Per chi vuole comprare ora, è meglio che aspetti. Un allargamento temporaneo dello spread è possibile se si dovesse confermare l’avanzata dei consensi della coalizione di centro-destra post 21 settembre.

Ma poiché lo scenario più probabile è che l’Italia eviterà comunque le elezioni anticipate nei prossimi 18 mesi, non mi aspetto che il «rumore» politico di una eventuale disfatta del PD in Toscana possa portare a un eccezionale e duraturo aumento degli spread di rendimento a 10 anni del BTP sopra il BUND (oltre 160bps per intenderci).

Da monitorare l’area 160bps: se dovessimo ritornare a uno spread di 160bps nei giorni immediatamente seguenti gli esiti elettorali regionali, allora questa sarebbe un’eccellente opportunità di acquisto del BTP10y che persisterà per il prossimo futuro. La permanenza nell’euro dell’Italia, vieppiù rafforzata dal legame indissolubile con gli altri paesi europei post-accordo su Recovery Fund, assicura il monitoraggio costante da parte della BCE dei rendimenti dei paesi “deboli” (Portogallo, Italia e Spagna) e quindi la “protezione” benevola della curva dei tassi del BTP da parte dell’Istituto di Francoforte attraverso il Quantitative Easing.

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