Cos’è il PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza

Violetta Silvestri

7 Aprile 2023 - 09:58

Cos’è il PNRR e cosa prevede? Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è il programma di riforme e investimenti per rilanciare l’Italia dopo la pandemia con risorse Ue. Il testo e tutti i dettagli.

Cos’è il PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza

PNRR: cos’è e cosa prevede il testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza? Il piano è tornato di stretta attualità politica mentre il Governo cerca con difficoltà di rispondere a tempi e criteri imposti da Bruxelles per ricevere i fondi.

Osannato come ancora di salvezza per la stagnante economia nazionale e come motore di sviluppo e trasformazione nel dopo Covid, lo strumento pensato in Ue è nel mirino di critiche poiché si stanno palesando ritardi nella gestione dei progetti previsti. L’esecutivo, intanto, sta studiando in un decreto tutte le mosse per salvare i miliardi previsti.

Il punto è che i prestiti promessi potrebbero slittare o fermarsi del tutto se non sarà rispettata la tabella di marcia concordata con le istituzioni Ue. Per tale motivo, il tema è molto serio e sta facendo emergere tensioni in Italia, alla ricerca di chi possa davvero essere la responsabilità di ritardi e mancanze (scopri i risultati del sondaggio Money.it sulle colpe dei ritardi del piano).

Sapere cos’è il PNRR, quindi, è davvero cruciale per il futuro del Paese. L’ambizioso programma di riforme e investimenti nasce nel contesto della pandemia Covid, quando tutto il mondo subì una eccezionale crisi dell’economia.

In Unione europea si fece strada la necessità di creare uno strumento straordinario per tutti i 27 Paesi membri colpiti da rigide restrizioni e perdite macroscopiche dei volumi del Pil. Nacque così il Next Generation Eu dal valore di 750 miliardi di euro, dei quali oltre la metà, 390 miliardi, composta da sovvenzioni (prestiti a fondo perduto), con lo scopo di rilanciare le economie dell’Ue.

L’Italia valutò subito l’occasione come imperdibile per il suo sviluppo e divenne la prima beneficiaria degli aiuti europei con un ammontare complessivo di 191,5 miliardi di euro, divisi tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto. Il Governo elaborò il programma di riforme e investimenti dalla durata quinquennale (2021-2026) attraverso il quale utilizzare le ingenti somme erogate da Bruxelles.

Oggi, quindi, sapere cos’è il PNRR e conoscere il testo è fondamentale per l’Italia, perché tramite il piano si sta costruendo il Paese del futuro. Vediamo nel dettaglio di cosa si tratta, come sta funzionando e cosa prevede il PNRR, Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Cos’è il PNRR?

Acronimo di Piano nazionale di ripresa e resilienza, il PNRR è il programma di investimenti e riforme che l’Italia e gli altri Stati membri Ue hanno elaborato e già attivato per poter ricevere le risorse stanziate dall’Unione Europea tramite il Next Generation Eu.

Nel caso dell’Italia si tratta di 191,5 miliardi di euro, divisi tra prestiti e finanziamenti a fondo perduto, a cui si aggiungono i 30 miliardi di un fondo complementare, per una dotazione complessiva di 221,5 miliardi.

Attraverso questo progetto di storica portata, il nostro Paese ambisce a obiettivi ben più profondi che quelli della ripresa dalla crisi pandemica: affrontare le debolezze strutturali dell’economia, come i perduranti divari territoriali, il basso tasso di partecipazione femminile al mercato del lavoro, la debole crescita della produttività, i ritardi nell’adeguamento delle competenze tecniche, nell’istruzione e nella ricerca e velocizzare la transizione energetica e la digitalizzazione sono i target ad ampio raggio.

Nello specificare cos’è il PNRR, occorre sottolineare che esso si articola in una serie di riforme e nell’attivazione di investimenti nelle diverse aree di intervento da realizzare in trimestri. Ogni 3 mesi sono stabiliti gli obiettivi da raggiungere, esaminati poi dalla Commissione europea che, con valutazione positiva, può procedere all’assegnazione delle risorse concordate.

Finora (novembre 2022), l’Italia ha ricevuto il prefinanziamento di 24,9 miliardi di euro ad agosto 2021, la prima tranche da 21 miliardi di euro ad aprile 2021 e la seconda parte di altri 21 miliardi di euro a novembre 2022.

Secondo le stime, un PNRR coerente e ambizioso potrebbe portare a una crescita media del PIL nel 2022-2026 dell’1,4% più alta rispetto al 2015-2019, con il PIL 2026 al +3% rispetto allo scenario di base.

PNRR aggiornato
Testo del Piano nazionale di ripresa e resilienza

Cosa prevede il PNRR

Il PNRR prevede l’utilizzo complessivo di 221,5 miliardi di euro destinati a finanziare le riforme e gli investimenti accordati nel programma, con la durata di cinque anni (2021-2026).

Nel dettaglio, l’Italia ha a disposizione 191,5 miliardi di euro, dei quali: 68,9 mld di euro finanziati da sovvenzioni a fondo perduto e 122,6 mld di euro composti da prestiti.

In più sono previsti altri 30,6 miliardi di euro provenienti dal Fondo Nazionale Complementare valido per gli anni dal 2021 al 2026.

Il Piano nazionale di ripresa e resilienza è strutturato in 63 riforme e 151 investimenti e tutti questi interventi devono rispondere a 6 grandi missioni di cui si compone il PNRR. Esse sono le seguenti:

  • Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura: l’obiettivo, in quest’area, è di promuovere e sostenere la trasformazione digitale del paese e l’innovazione del sistema produttivo. I 43,5 miliardi stanziati verranno utilizzati principalmente per digitalizzare la pubblica amministrazione, incentivare la transizione digitale, rafforzare la banda ultralarga e le connessioni veloci, sostenere le filiere, l’internazionalizzazione e gli investimenti in tecnologie satellitari e rilanciare il turismo e il settore della cultura.
  • Rivoluzione verde e transizione ecologica: obiettivo dichiarato, migliorare la sostenibilità e la resilienza del sistema economico tramite una transizione equa e inclusiva. I 57,5 miliardi stanziati serviranno a finanziare investimenti per l’economia circolare e la gestione dei rifiuti, puntare sulle fonti rinnovabili, potenziare le reti elettriche, incrementare l’efficienza energetica degli edifici, ridurre i rischi di dissesto idrogeologico e rafforzare le infrastrutture idriche.
  • Infrastrutture per la mobilità sostenibile: l’Italia intende sviluppare anche una infrastruttura di trasporto moderna e sostenibile. 25,3 miliardi saranno utilizzati per i trasporti ferroviari ad alta velocità, per introdurre lo European Rail Transport Management System e per modernizzare le linee ferroviarie regionali e creare uno sportello unico doganale.
  • Istruzione e ricerca: 31,6 miliardi, poi, verranno investiti per rafforzare il sistema educativo e la ricerca. Previste nuove risorse per gli asili nido e le materne, una scuola 4.0 moderna, cablata e orientata all’innovazione, un risanamento strutturale degli edifici scolastici e un rafforzamento della formazione professionalizzante e della filiera della ricerca e del trasferimento tecnologico, oltre ad una riforma dei programmi di dottorato e dei corsi di laurea.
  • Inclusione e coesione: altri 17,8 miliardi saranno invece impiegati per facilitare la partecipazione al mercato del lavoro e favorire l’inclusione sociale. Si prevedono politiche attive del lavoro, uno sviluppo dei centri per l’impiego, ulteriore sostegno all’imprenditorialità femminile, il rafforzamento dei servizi sociali e la rigenerazione urbana dei comuni sopra ai 15.000 abitanti.
  • Salute: infine, stanziati 15,6 miliardi per rafforzare la prevenzione e i servizi sanitari sul territorio, che dovranno essere anche modernizzati e digitalizzati. Nello specifico, alcune delle azioni previste riguardano il rafforzamento dell’assistenza di prossimità, quella domiciliare e della telemedicina, un aggiornamento del parco tecnologico e delle attrezzature per diagnosi e cure e un miglioramento dell’infrastruttura tecnologica e degli strumenti per la raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati.

Agli investimenti citati, inoltre, andranno a combinarsi riforme strutturali, relative soprattutto alla Pubblica amministrazione e alla Giustizia.

Tutti gli interventi del piano si muovono con lo scopo di operare in 3 aree prioritarie e trasversali: giovani, parità di genere e riduzione del divario di cittadinanza.

Infrastrutture: cosa prevede il PNRR

Il Pnrr punta molto sull’ammodernamento infrastrutturale del Paese con un totale di 54,73 miliardi di euro provenienti da Bruxelles.

Ferrovie, interventi sul patrimonio edilizio, logistica mobilità con focus sul trasporto pubblico locale sono le principali destinazioni dei fondi in questa area strategica.

Obiettivi principali delle riforme e degli investimenti in infrastrutture sono:

  • migliorare la flotta treni e l’Alta velocità al Sud;
  • incrementare l’Alta velocità tra Nord Italia ed Europa;
  • rinnovare flotte, bus, treni e navi verdi;
  • incrementare la mobilità ciclistica;
  • intervenire per la sostenibilità ambientale dei porti;
  • digitalizzare la catena logistica;
  • migliorare l’efficientamento energetico degli edifici;
  • sviluppare sistemi di teleriscaldamento
  • favorire la rigenerazione urbana

Da sottolineare che molte misure in questo settore delle infrastrutture sono dedicate al Sud Italia, con un totale di 97 interventi tra riforme e investimenti.

Impresa e lavoro: cosa prevede il PNRR

Al settore imprese e lavoro il PNRR dedica 29,88 miliardi di euro dei fondi Ue con l’aggiunta di 7,61 miliardi di euro del Fondo complementare.

Attraverso 42 interventi totali tra riforme e investimenti, il Piano di ripresa e resilienza punta su tre aree specifiche: lavoro, agricoltura, competitività, concorrenza e innovazione.

Dal potenziamento dei centri di impiego regionali all’entrata in vigore del sistema di certificazione della parità di genere e relativi meccanismi di incentivazione per le imprese fino alla elaborazione di misure contro il lavoro sommerso, il piano si concentra in questa area sul superamento di disparità e mancanza di trasparenza.

La legge sulla concorrenza rientra in questo settore.

Transizione ecologica: cosa prevede il PNRR

Tutela del territorio, economia circolare ed energie rinnovabili sono le tre aree su cui si snodano tutti gli interventi del PNRR per facilitare e velocizzare la transizione ecologica. Ad essa sono destinati 33,15 miliardi di euro di fondi europei e 1,48 miliardi di euro dal Fondo complementare.

Nel campo delle energie rinnovabili, l’Italia con il Piano di ripresa e resilienza punta a:

  • sviluppare l’idrogeno verde per i trasporti;
  • facilitare la produzione di idrogeno in aree dismesse;
  • semplificare le procedure per ottenere energia rinnovabile onshore e offhore;
  • aumentare la produzione di biometano;
  • favorire le comunità energetiche

Il focus è anche su reciclaggio imballaggi, ammodernamento degli impianti per la gestione dei rifiuti, eliminazione discariche abusive e interventi nelle aree terremotate.

Scuola, università, ricerca: cosa prevede il PNRR

Con un budget di 29,08 miliardi di euro provenienti dal PNRR, l’Italia intende intervenire sui temi di: diritto allo studio, strutture scolastiche, riforma del sistema di istruzione, finanziamento di ricerca universitaria e dottorati.

Tra i principali obiettivi di riforme e investimenti in questa macro area si sottolineano: il risanamento degli edifici scolastici e la dotazione di strumentazioni innovative, l’aumento di borse per ricercatori, l’incremento di asili nido, la riqualificazione energetica e la messa in sicurezza delle strutture.

Digitalizzazione: cosa prevede il PNRR

Con una dotazione di circa 15 miliardi totali, il PNRR vuole dar vita a una vera e propria rivoluzione digitale, coinvolgendo la pubblica amministrazione, le imprese, il turismo, i servizi.

La sfida più importante riguarda sicuramente la trasformazione della macchina burocratica, per la quale l’Italia ha messo sul piatto oltre 3 miliardi di euro. Si punta alla digitalizzazione, tra gli altri, dei ministeri di Interno, Difesa, Giustizia, dell’INPS, del Consiglio di Stato e della Guardia di Finanza.

Diffusione della banda larga e delle connessioni veloci e incentivi per le imprese che investono in innovazione sono anch’essi prioritari.

Salute: cosa prevede il PNRR

Per l’ampio e strategico settore della salute, il PNRR prevede di impiegare circa 20 miliardi di euro.

Le voci più importanti di spesa riguardano: la medicina territoriale, l’ammodernamento tecnologico, la ricerca e la formazione in ambito medico e gli ospedali.

Tra gli interventi previsti si sottolineano:

  • sviluppo della telemedicina;
  • creazione di Case di comunità;
  • rinnovo degli Ospedali di comunità;
  • ammodernare il parco tecnologico e digitale ospedaliero;
  • rafforzare la ricerca biomedica

Giustizia: cosa prevede il PNRR

2,3 miliardi di euro per 7 interventi totali sono destinati alla Giustizia. Il PNRR in questo ambito prevede la realizzazione di 4 riforme, al momento in corso e da completare entro il quarto trimestre 2022:

  • riforma del processo civile;
  • riforma del processo penale;
  • riforma del quadro in materia di insolvenza;
  • riforma della giustizia

Maggiori assunzioni per tribunali civili, penali, amministrativi e per altri comparti sono programmate tramite investimenti.

Cultura e turismo: cosa prevede il PNRR

Il PNRR mette a disposizione oltre 6 miliardi di euro per valorizzare cultura e turismo, due ambiti strategici per l’Italia.

Tra gli interventi previsti sono in evidenza: la digitalizzazione del patrimonio culturale, lo sviluppo dell’industria di cinematografia, la valorizzazione di antichi borghi e di giardini storici, il consolidamento delle Pmi del turismo, il miglioramento delle strutture di ricettività.

Inclusione sociale: cosa prevede il PNRR

Disabilità e povertà ed edilizia sociale sono le due aree di intervento per favorire l’inclusione sociale. Il PNRR prevede l’utilizzo di un totale di 8,70 miliardi di euro per 16 misure.

Nello specifico, si vuole favorire la riqualificazione urbana per ridurre il degrado sociale, il potenziamento dei servizi per le persone fragili e l’ingresso autonomo nel modo digitale e del lavoro delle persone con disabilità.

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