6 regioni in arancione, 4 rosse: nuovo cambio colore in vigore dal 12 aprile

Fiammetta Rubini - Marco Ciotola

09/04/2021

Ufficiali i nuovi colori delle regioni dopo il monitoraggio Iss: da lunedì 12 aprile quasi tutta Italia in arancione. Sardegna in zona rossa

6 regioni in arancione, 4 rosse: nuovo cambio colore in vigore dal 12 aprile

Sono certi i nuovi colori delle regioni dopo il consueto monitoraggio Iss del venerdì; monitoraggio che disegna una nuova mappa dell’Italia, quasi tutta in zona arancione a partire da lunedì 12 aprile.

Passano dal rosso in arancione infatti Calabria, Emilia-Romagna, Friuli, Lombardia, Piemonte e Toscana. Mentre a passare in zona rossa è la Sardegna, solo fino a poche settimane fa unica regione bianca.

Sono queste dunque le nuove conclusioni dell’Iss, a fronte di un indice Rt medio nazionale sceso a 0,92 dallo 0,96 dello scorso venerdì, e il valore dell’incidenza dei casi ogni 100mila abitanti che arriva a 185.

Nel suo report l’Iss parla di una generale diminuzione del livello del rischio, anche se quattro Regioni (Liguria, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta) mostrano un livello di pericolosità ancora alto.

Nel complesso, sono quindi 16 le Regioni arancioni, mentre solo quattro quelle rosse, con la seguente ripartizione:

Zona rossa: Sardegna, Valle D’Aosta, Puglia, Campania.

Zona arancione: Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Toscana, Friuli Venezia Giulia, Calabria, Veneto, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata, Liguria, Sicilia e le Province autonome di Trento e Bolzano.

Regioni in zona arancione da lunedì 12 aprile

Arancione da lunedì 12 aprile la Lombardia, come aveva d’altronde già anticipato il presidente Fontana. L’Rt in Lombardia, sceso a 0,85, è in calo da due settimane, e l’incidenza dei contagi sotto la soglia dei 250/100mila abitanti.

Anche Friuli Venezia Giulia ed Emilia Romagna passano in zona arancione, con in particolare l’Emilia che segna un indice Rt attorno allo 0,80, con Bonaccini che ha parlato di chiusure e restrizioni che "stanno contando e che come sempre sono le uniche che funzionano”.

In arancione poi il Piemonte, con l’indice Rt sceso a 0.9 e un numero di nuovi casi segnalati che continua a mostrarsi in riduzione, e la Toscana, ritenuta in bilico fino alle ultime ore.

Arancione infine anche la Calabria, malgrado l’ordinanza firmata dal presidente Spirlì parlava di un rosso destinato a restare fino al 21 aprile.

Restano in arancione Lazio e Sicilia, così come Abruzzo, Basilicata, Liguria, Marche, Molise, Umbria, Veneto e Trentino Alto Adige.

Zona arancione vuol dire riapertura dei negozi, dei parrucchieri e dei centri estetici, delle scuole fino alla terza media con almeno il 50% delle presenze alle superiori. Ma vuol dire anche possibilità di muoversi liberamente all’interno del proprio Comune, senza autocertificazione, e di far visita a parenti e amici tra le 5 e le 22.

Regioni in zona rossa da lunedì 12 aprile

Restano in zona rossa Campania, Puglia e Valle D’Aosta, com’era d’altronde prevedibile dando un occhio ai dati sui contagi.

Mentre la Sardegna (380 contagi nelle ultime 24 ore) completa una sorta di retrocessione completa, passando da unica regione bianca del Paese a zona rossa in appena 3 settimane.

A pesare sull’andamento della curva crescente in particolare diversi focolai che stanno tenendo in allerta parti del territorio dell’isola, che mostra ad oggi il più alto indice Rt della penisola: 1.54.

Le regioni verso la riapertura

Tra le regioni in zona arancione da 1-2 settimane c’è chi punta a mantenere numeri da zona gialla in vista del 20 aprile, quando potrebbero partire le prime riaperture graduali che interesserebbero ristoranti e bar a pranzo, cinema, musei e teatri.

La regione che se la passa meglio al momento sarebbe l’Umbria, che stando a quanto detto dal presidente Donatella Tesei, ha numeri da zona gialla e spererebbe in una rivalutazione entro fine mese. Ma c’è chi parla addirittura di dati da zona bianca. “Dal punto di vista di un modello predittivo a 15 giorni si prevede la discesa dell’incidenza intorno ai 50 casi per 100 mila abitanti”, spiega al Corriere Marco Cristofori, del Nucelo epidemiologico regionale umbro. “Siamo nettamente sotto l’1, con un indice Rt all’8 aprile che è sceso a 0.71”.

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